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Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino

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TORINO V, FODRATTI & E. LECCO via Gaudenzio Ferrari, 3

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183.

MAR O 1899

INDICE

Giglio-Tos (ERMANNO). Sull’omologia tra il diaframma degli anfibi anuri e quello dei mammiferi. (Riassunto).

. Peracca (Mario GIACINTO) [Viaggio del Dr. E. Festa in Palestina,

nel Libano, ecc. VI]. Rettili ed anfibi.

. Griffini (AcHiLLe). Sirfidi raccolti presso Avigliana. . Giglio-Tos (ERMANNO). [Viaggio del Dr. E. Festa in Palestina, ecc.

VII.]. Rincoti.

. Rosa (DANIELE). AZZolobophora Ganglbaueri ed A. Oliveirae, nuove

specie di lumbricidiì europei. Saceo (FEDERICO). I molluschi dei terreni terziari del Piemonte e della Liguria (Sunto). Parte XV, XVI.

. Festa (ENRICO) [Viaggio del Dr. E. Festa in Palestina, nel Libano e

regioni vicine]. Parte narrativa.

. Baudi (FLAMINIO). [Viaggio del Dr. E. Festa in Palestina, ecc. VIII].

Coleotteri.

. Festa (EnRIco) [Viaggio del Dr. E. Festa in Palestina, ecc., IX].

Uccelli.

Camerano (LorENZO). [Viaggio del Dr. A. Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay, I]. Gordii.

. Peracca (MARIO G.). [Viaggio del Dr. Borelli nella Repubblica Ar-

geutina, ecc., Il]. Descrizione una n. sp. del gn. Panctodactylus.

5 Nollfas (Apiro) [Viaggio del Dr. E. Festa in Palestina, ecc., X].

Crustacés isopodes terrestres et d’eau douce.

. Camerano (LokeENzo). Ricerche anatomo-fisiologiche intorno ai sa-

lamandridli normalmente apneumoni (Sunto). Camerano (Lorenzo). [Viawgio «lel Dr. Borelli nella Repubblica Ar-

gentina, ece., III]. Descrizione di nuove specie del gen. Genzates Kirby.

. Arda Onnis (E). Crani umani della Magenta (Riassunto). . Paravicini (IusEPPE). [Viaggio del Dr. Borelli nella ACEA

Argentina, ecc., 1V]. Molluschi. Graff (L. von.). ato del Dr. Borelli nella Rep. PER ece., V]. Landplanarien.

Dollfas (ApkIEN). [Viaggio del Dr. Borelli nella Rep. Argentina, ecc., VI). Isopodes terrestres.

. 184.

. 185.

. 186.

187.

. 188.

<P189:

. 190.

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. 192.

Giglio-Tos (ERMANNO). [Viaggio del Dr. Borelli nella Repubblica Argentina, ece., VII]. Ortotteri (con una tav.).

Emery (CarLo). [Viaggio del Dr. Festa nella Palestina, ecc., XI] Descrizione di un nuovo Camponotus.

Emery (CarLo). [Viaggio del Dr. Borelli nella Rep. Argentina, ecc., Vill]. Formiche.

Emery (CarLO). Camponotus sexguttatus Fab. e C. seoguttatus Sm. et Auct.

Camerano (Lorenzo). Michele Lessona; notizie biografiche e biblio- grafiche (con un ritratto).

Camerano (LorENZo). Francesco Gasco; cenni biografici.

Salvadori (Tomaso). [Viaggio del Dr. Borelli nella Repubblica Ar- gentina, ecc., IX]. Intorno alle Pyrrhura chiripepé (Wieill.) e descrizione di una n. sp. del gen. Pyrrhura.

Giglio-Tos (ERMANNO). [Viaggio del Dr. E. Festa nella Palestina, ecc., XII]. Ortotteri.

Blanchard (RAPHAEL). Hirudinées de l’Italie continentale et insulaire.

SITE

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BOLLETTINO

Musei di Zoologia ed Anatomia comparata

della R. Università di Torino

N. 4166 pubblicato il 17 Febbraio 1894 VoL. IX

Dott. E. GiGLIO-T0S

Sull’omologia tra il diaframma degli Anfibi anuri e quello dei Mammiferi.

RIASSUNTO.

In un mio lavoro, che è pubblicato nel vol. XXIX degli Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino, dimostro come nei girini degli Anfibi anuri (le mie osservazioni si fecero sopra girini di Rana esculenta e di Pelobates fuscus) esista un diaframma che è morfologicamente identico a quello dei mammiferi. Esso è posto a livello della prima vertebra, imme- diatamente dietro all’origine degli arti anteriori, è fatto a mo’ di volta e risulta di due parti: una posteriore peritoneale, l’altra anteriore musco- lare ed aponeurotica. La parte muscolare risulta da alcuni fasci mu- scolari che scorrono sulla faccia anteriore del diaframma peritoneale e che provengono dai muscoli obliquo interno e grande retto dell’ad- dome, convergendo fra di loro verso due punti ai lati della linea me- diana del diaframma, donde ne risulta anche una parte centrale e due parti laterali di natura tendinea, formanti il centro frenico che anche in questo caso, come nei Mammiferi, presenta la figura di una foglia di trifoglio. Un'altra parte muscolare è quella data dai due pilastri, che, sotto forma di due fasci muscolari piatti, si inseriscono sulla terza ver- tebra e si dirigono verso il punto d’incontro degli altri fasci suddetti, circondando all’esterno i polmoni alla loro base ed assumendo in tale regione una struttura tendinea ben spiccata. Così la cavità del corpo è divisa in due: l'una anteriore contenente le branchie, il pericardio e le zampe anteriori in formazione; l’altra posteriore coi polmoni, il fegato e gl’intestini, ecc. Durante la metamorfosi il cuore passa nella cavità posteriore, e del primitivo diaframma, nell’adulto, non rimangono che i fasci muscolari, che, provenendo dal muscolo obliquo interno del-

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l’addome, s'inseriscono all’esofago anteriormente alle orecchiette del cuore.

La somiglianza dunque di struttura tra il diaframma dei Mammiferi e questo ora descritto, è perfetta; la differenza sta nella posizione del diaframma nel corpo e dei polmoni rispetto al diaframma. Ma esami- nando lo sviluppo embrionale dei Mammiferi anche questa differenza scompare, perchè in un certo stadio embrionale pure in essi il dia- framma occupa l’identica posizione ed i polmoni passano in parte nella cavità addominale. In seguito poi allo svilupparsi di una parte toracica del corpo il diaframma prende la sua posizione definitiva.

Anche per quanto spetta all’innervazione la somiglianza è perfetta. Nei girini degli Anfibi anuri l’innervazione del diaframma è data da un ramo del plesso brachiale; e nei Mammiferi Uskow asserisce di aver visto l’origine del nervo frenico dai nervi formanti il plesso brachiale.

Da tutto questo ne conchiudo quanto segue :

Esiste nei girini degli Anfibi anuri un diaframma completo mor- fologicamente identico a quello dei Mammiferi in tutte le sue parti;

Nello sviluppo embrionale dei Mammiferi havvi uno stadio, in cui la posizione del diaframma si presenta come nei girini degli Anfibi anuri ;

Negli Anfibi e nei Mammiferi la differenza ed i rapporti di po- sizione tra il diaframma ed il corpo e tra i polmoni ed il diaframma, sono conseguenza dello svilupparsi della cavità toracica;

La partecipazione importante del diaframma nel meccanismo della respirazione è un adattamento secondario dipendente dallo svi- luppo della cavità toracica;

Nel passaggio dallo stato di girino allo stato adulto, il diaframma degli Anfibi anuri subisce una riduzione notevole, c ciò che rimane di esso ha connessioni diverse cogli altri organi.

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6)70 - Tip Carlo Guadagnini (già Fodratti) - Torino.

BOLLETTINO

Musei di Zoologia ed Anatomia comparata

della R. Università di Torino

N. 167 pubblicato il 27 Marzo 1894 Vor IX

Viaggio del D.r E. FESTA in Palestina, nel Libano e regioni vicine.

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Dott. M. G. PERACCA

RETTILI ED ANFIBI

Fra le collezioni zoologiche raccolte dal dott. Festa nel suo viaggio, e donate gentilmente a questo Museo, vi è pure una serie di rettili ed anfibi, che forma oggi l’argomento di questo lavoro. Sopra 39 specie raccolte, una specie (AbDlepharus Festae) ed una sottospecie (Piyodactylus lobatus subsp. syréacus) sono nuove; altre specie sono interessanti sia per essere state trovate per la prima volta in Siria (Eremias brevi- rostris), sia perchè esse non vennero più a mani di altri naturalisti dopo essere state per la prima volta descritte (Zchis colorata).

LACERTILIA

Subord. I Lacertilia vera.

Fam. ANGUIDAE.

Gphisaurus apus Pall. Un esemplare di Es-salt.

Fam. GECKONIDAE. Stenodaetylus guttatus Cuv. Boulenger (6), vol. I, pag. 17. Un esemplare Gerusalemme.

Ptyodactylus lobatus Geofîr. Subsp. syriacus.

Bòttger (2), pag. 194 Boulenger (6), vol. 1, pag. 109 (24) pag. 111 Boutan (9).

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Due esemplari uno adulto senza località uno giovane di Dsche- rasch Est-Giordano.

Gi esemplari di Siria differiscono assai dagli esemplari di Pf. lobatus dell’Egitto coi quali potei confrontarli. Credo utile per conseguenza riferire qui sommariamente la descrizione del Pfyodactylus lobatus per mettere ben in evidenza quei caratteri per cuì differisce dal P/yo- dactytus di Siria, e che nelle descrizioni di Dumeril e Bibron e del Boulenger furono passati sotto silenzio.

Ptyodactylus lobatus Geofîfr.

Capo spesso, piriforme; muso un po’ più lungo della distanza tra l’oc- chio e l'apertura dell’orecchio. Regione anteriore del capo, al davanti degli occhi, concava; spiccatamente convessa e rialzata sulla linea me- diana del muso. Regione loreale concava, profondamente rientrante. Narici sporgenti e rialzate sul muso, aprentesi tra la rostrale, la prima labiale e tre scaglie tubercolari che sono le più grandi che si osservino fra le scaglie del capo. Dietro alle narici osservasi una piccola fossetta allungata. Apertura dell’orecchio verticale, molto stretta, a margine anteriore rettilineo, posteriore convesso in fuori. Occhio grande, a pu- pilla lineare: le 3-4 scaglie ciliari all'angolo postero-esterno dell’occhio si presentano allungate, aghiformi. Capo coperto di granuli ovalari poco convessi, piccolissimi sulle tempia, sulla regione superiore del capo e sui margini dell'ultimo tratto della commessura boccale; più grandi e più convessi sul muso al davanti degli occhi. I granuli che rivestono la faccia superiore del capo sono in complesso, quantunque di poco, più piccoli di quelli che rivestono il dorso. Labiali superiori 13-14, in- feriori 12-13. La 1 labiale inferiore raggiunge in lunghezza la metà dello scudetto mentale.

Una serie di scudetti mentali sotto le labiali inferiori, di cui i 4 me- diani più grandi e gli altri vanno bruscamente diminuendo di grandezza fino a confondersi colle scaglie della gola. Parte superiore del corpo ricoperta di minuti granuli convessi, frammisti a granuli convessi più grandi, più o meno visibilmente carenati, disposti in 12-13 serie longi- tudinali parallele. Di questi tubercoli se ne vedono sull’avambraccio, sulle coscie e sul collo; sul capo vanno facendosi più piccoli e rari, e tra gli occhi e nella parte anteriore del capo essi mancano affatto. Faccia inferiore del corpo coperta di squame liscie, leggermente imbri- cate, che, assai grandi sulla regione femorale e interfemorale, vanno gradatamente diminuendo di mole fino alla regione sternale e del collo dove sono piccolissime. Sulla gola esse sono sostituite da granuli ova- lari minutissimi che vanno aumentando di volume sui margini delle labbra. Coda sottile, appuntita, rotonda, fortemente appiattita e sub-

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quadrangolare alla base, nettamente divisa da sottili solchi in anelli costituiti da 10-11 serie di piccole scaglie superiormente, 5-6 serie di squame imbricate inferiormente. La serie marginale di ciascun anello non differisce dalla prima dell’ anello seguente, ad eccezione dei 4-5 primi segmenti, dove alla regione dorsale essa presenta sulla linea mediana 4 o 2 tubercoli carenati simili a quello del dorso. Le quattro estremità sono assai gracili, sopratutto le anteriori.

Le estremità anteriori tirate in avanti lungo il capo lo oltrepassano di tutta la lunghezza delle dita, tirate indietro lungo i fianchi non arrivano all'inguine, da cui la punta delle dita rimane distante di 6-7 millimetri.

Le estremità posteriori tirate in avanti lungo i fianchi raggiungono la spalla.

La colorazione, molto variabile nell’animale vivo, non è e non può essere caratteristica. Talora su fondo grigio sabbia più o meno chiaro osservano delle fascie irregolari trasversali e scure, e talora una serie di macchie scure, irregolari.

Dimensioni.

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Ptyodactylus lobatus Subsp. syriacus.

Capo spesso, piriforme, muso lungo come la distanza tra l’occhio e l’apertura dell'orecchio, Regione superiore del capo poco concava tra e davanti agli occhi, poco convessa sul muso, sulla linea mediana. Regione loreale appena concava. Narici assolutamente a. livello della superficie del muso, aprentisi tra la rostrale, la prima labiale e tre scaglie, simili (ed appena più grandi) alle scaglie del muso. Nell’esem- plare giovane le narici sono leggermente sporgenti. Nell’ esemplare adulto la rostrale non entra nella narice ed appena vi entra la prima labiale. Le 3 scaglie posteriori sembrano circuire completamente l’ori- fizio delle narici. Dietro ed ai lati delle narici vi è appena traccia di una leggera depressione. Apertura dell’orecchio assai obliqua dall’alto in basso e dall’indietro in avanti, assai larga, quasi ovalare. Occhio

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un po’ più piccolo che nel Pf. lobatus d'Egitto. Le scaglie ciliari del- l’angolo postero esterno dell'occhio sono appena appuntite ma non pro- lungate. I granuli che ricoprono il capo, ad eccezione del muso dove sono grandissimi, il dorso e la faccia superiore delle estremità, sono, in paragone di quel che si verifica nei P/yodactylus d’Egitto, più grandi del doppio ed eguali ai granuli più grandi che rivestono il muso nel Ptyodactylus tobatus d'Egitto. Il muso è ricoperto di granuli grandi, subovali, convessi, che, sulla linea che va dalle narici all’occhio in vicinanza di questo, sono conici, appuntiti e grandi come i larghi tu- bercoli del dorso.

La faccia superiore del capo è coperta da granuli più grandi di quelli che rivestono la faccia superiore del corpo.

Sulle tempia essi sono un po’ più piccoli e sui margini della parte posteriore della commessura boccale (dietro l’occhio) si osserva una doppia serie di grossi tubercoli subovali molto convessi che si estende fino all’orecchio, accompagnando il suo margine anteriore fino alla som- mità dell’apertura.

Labiali superiori 16-11, di cui le ultime convesse, quasi rialzate in punta nel mezzo. Labiali inferiori 10. La prima labiale inferiore rag- giunge in lunghezza lo scudetto mentale. Una serie di 4.5 scudetti postmentali, decrescenti gradatamente dall’avanti all'indietro accom- pagna la serie delle labiali inferiori.

Parte superiore del corpo ricoperta da granuli ovali, leggermente convessi, più grandi del doppio che nel 7. /obdatus. Negli interspazi notano (soltanto nella regione dorsale) dei minuti granuli rotondi. Sul dorso si osservano dei grandi tubercoli rotondi, convessi, o conico- convessi, disposti in 11-12 serie longitudinali: quelli delle serie me- diane sono i più grandi, eguali in diametro alla metà del diametro verticale dell’orecchio, più grandi del doppio che nel Pf. Zobatus. Si vedono alcuni di questi tubercoli, più piccoli sulla parte posteriore del capo, dietro gli occhi, sulla faccia superiore dell’avambraccio, della coscia, della gamba e del piede. Faccia inferiore del corpo coperta di squame leggermente imbricate, più grandi nella regione interfemorale e diminuenti gradatamente di mole fino sotto alla gola.

Coda mancante nei due esemplari.

Le estremità anteriori tirate in avanti lungo il capo lo oltrepassano di tutta la lunghezza delle dita. Tirate indietro lungo i fianchi le dita restano distanti dall’inguine di circa 9 mm. Le estremità posteriori tirate in avanti lungo i fianchi non raggiungono l’ascella da cui ne distano 2-3 mm.

Colorazione delle parti superiori grigio-brunastra, con macchie oscure irregolari e piccole macchie grigio-chiare appena visibili. Parti inferiori biancastre.

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Dimensioni.

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Il dott. L. Boutan (9) in un suo lavoro recente sui rettili raccolti in Siria dal signor Barrois ha descritto 5 nuove specie di Ptyodactylus, quattro di Siria, ed uno, il Pf. Lacazi, della costa asiatica del Mar Rosso, che mi pare NO una specie molto distinta.

Di Si egli ammette essere specie indipendente il Pf. Oudriî Lat., che il Boulenger crede non possa specificamente separarsi dal P/. /o- dbatus.

Non avendo potuto esaminare il suo materiale, mi limito a consta- tare che i due esemplari raccolti dal dott. Festa differiscono, oltrecchè dal Pi. lobatus d'Egitto, da tutte le quattro nuove specie del dottore L. Boutan, come risulta dal seguente riassunto comparativo dei carat- teri delle 4 nuove specie di Siria e del Pf. Oudrîi Lat.

Ptyodactylus Bischoffsheimi (Due esemplari). Differisce dalla subsp. syriéacus per avere i grossi tubercoli del dorso carenati forte- mente, perchè l’arto anteriore oltrepassa appena il muso colla punta delle dita, mentre tirato indietro raggiunge l’inguine. Le estremità posteriori tirate in avanti giungono invece a pochi millimetri dall’orec- chio. Narici sporgenti, orecchio non orlato in alto da grossi tubercoli.

Ptyodactylus Oudrti. Differisce dal syriacus per avere 5-6 serie longitudinali di tubercoli sul dorso. Mancano i tubercoletti tra le scaglie del corpo. La descrizione non si presta al paragone colle altre specie, la lunghezza delle estremità non essendo riferita, come per le altre specie, alla distanza che intercede tra la punta del muso e la spalla, e alla distanza tra la spalla e l’ inguine.

Pi. Montmahovi (parecchi esemplari). Differisce dal syriacus per le narici sporgenti, separate tra loro da un solo tubercolo, per l'orecchio non circondato da grossi tubercoli. Tubercoli del dorso lisci.

Le estremità posteriori tirate in avanti arrivano ad 1 centimetro di distanza dall’orecchio.

Pl. Barroîsî (un solo esemplare). Differisce dal syri7acus perchè l'arto anteriore oltrepassa appena la punta del muso, mentre invece raggiunge indietro l’inguine. L’arto posteriore raggiunge l’orecchio.

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Narici sporgenti; senza scaglie ciliari allungate all'angolo postero-esterno dell'occhio. Orecchio senza orlo di grossi tubercoli.

Pt. Puiseuxi (un solo esemplare). Differisce dal syriacus per la distribuzione sul dorso della serie di tubercoli in modo irregolare. Man- cano i tubercoletti tra le scaglie del corpo. L’arto anteriore non rag- giunge l’estremità del muso (parecchi millimetri). L’arto posteriore quasi raggiunge l'orecchio. Narici pochissimo sporgenti, e in parte laterali. Occhio con scaglie ciliari sporgenti su tutto il contorno della palpebra. Coda appiattita (rigenerata però dal secondo segmento. Ca- rattere nullo).

Analogie: Grossi tubercoli davanti l'orecchio e sulla commessura della bocca.

Il Pt. Puiseuxi è quello che mi pare avvicinarsi di più alla subspecie syriacus per la folidosi.

Per me è indubitato che il Piyodactylus di Siria ha un aspetto di- verso dalla forma egiziana, aspetto dato, oltrecchè da un’apparenza più tozza, dalle squame del corpo molto più grandi e da tubercoli dor- sali più sviluppati. Il P£. Owdri? sarebbe intermediario tra il Pf. lobatus tipico e la subspecie di Siria.

Quanta importanza possano avere in realtà le differenze nella lun- ghezza degli arti nelle specie studiate con molta cura dal Boutan sopra esemplari unici per 3 specie, scarsi per la quarta, è difficile stabilire, Io sono convinto che se il signor Boutan avesse letto il lavoro del Boulenger (24) sui rettili di Barbaria, lavoro in cui egli presenta un un quadro comparativo dei caratteri e delle dimensioni dei Ptyodac- tylus di Barbaria, Egitto e Siria, si sarebbe con molta probabilità. limi» tato a fare una o più sottospecie invece di quattro specie nuove.

Io credo però necessario di creare per gli esemplari di Siria una sottospecie.

Hemidactylus turcicus L.

Boulenger (6), vol. I, pag. 126. Tre esemplari piuttosto giovani.

Fam. AGAMIDAE.

Agama ruderata Oliv.

Boulenger (6), vol. I, pag. 348. Sette esemplari di cui uno proveniente dal M. Ermon, tre dalla valle Coelesyria, tre di Sanamein ed uno senza località,

Agama pallida Reuss.

Boulenger (6), vol. I, p. 348. Un esemplare di Damasco,

PRE, 7 (SS

Agama Stellio L. Boulenger (6), vol. I, pag. 368. Numerosi esemplari di ogni età. Gerusalemme, M. Ermon 3000 m., Valle Coelesyria, riva nord del lago Huleh, Beirut.

Fam. LACERTIDAE. Lacerta viridis Laur., var. Strigata Eichw. Boulenger (6) vol. III, pag. 17. Numerosi esemplari di tutte le età, Beirut, Ferzol (Libano), M. Ermon a 1500 e 3000 m. Lacerta laevis Gray.

Boulenger (6), vol. III, pag. 39. Tre esemplari, di cui uno di Beirut e due senza località.

Acanthodactylus boskianus Daud.

Boulenger (6), vol. III, pag. 59. Tre esemplari, due di Gerico ed uno senza località.

Acanthodactylus pardalis Licht.

Boulenger (6), vol. III, pag. 65. Quattro esemplari. Dintorni del lago Bahr-el-Ateibech (Est di Damasco).

Tutti e quattro gli esemplari sono maschi adulti. Essi si distinguono dalla var. Bedriagae. Lataste per una statura più grande e per la no- tevole lunghezza delle estremità posteriori, che, tirate in avanti lungo il corpo, in tutti gli esemplari raggiungono ed oltrepassano, quantunque

di poco, il collare.

Dimensioni. Lunghezza totale mm. 205 » del“capassato tiiab orale ® 18 Larghezza del capo. . . dear 14 Dalla punta del muso alla ge seal 3l Dalla .punta del muso all’ano . . . » 81 Estremità anteriore ‘©. Lin. » DA | » posterionesra di aa 49 Coda: ci; di: nie de 115

Acanthodactylus Tristrami Gunther.

Boulenger (6), vol. III, pag. 68. Due esemplari, Valle Coelesyria.

Feo

Gphiops elegams Mén.

Boulenger (6), vol. III, pag. 75. Numerosi esemplari di ogni età e grandezza, di Dscherasch, Gerico, M. Ermon 3000 m., Monti dell’Antilibano presso Suk Wadi Barada 1500 m., Valle Coelesyria, Ferzol (Libano), Beirut.

Eremias guttulata Licht.

Boulenger (6), vol. III, pag. 87. Quattro esemplari di Gerico e due altri in cattivo sia senza località.

Eremias brevirestris Blanf.

Boulenger (6), vol. III, pag. 89. Blanford (5), pag. 379, Mesalina brevirostris.

Due esemplari della valle Coelesyria. Questa interessante specie viene ora per la prima volta elencata fra la specie di Siria. Essa era nota finora del Punjab e delle isole di Tumb nel Golfo Persico. I miei due esemplari corrispondono perfettamente alla parlicolareggiata descrizione di Blanford.

Fam. SCINCIDAE. Mabuia vittata Oliv.

Boulenger (6), vol. III, pag. 176.

Numerosi esemplari di tutte le età dal Libano, 1900 m., Sehtora, valle Coelesyria, Es-salt (Est Giordano), Dscherasch, Beirut; alcuni senza località.

Il numero delle serie longitudinali di scaglie, contate nella parte più grossa del corpo, oscilla da 30 (Libano) a 34. In alcuni esemplari, le estremità (tirate lungo il corpo finchè vengano rispettivamente ad in- contrarsi) o non raggiungono, o raggiuntesi, s'incrociano per pochi millimetri. In tutti è costante la presenza di un lobulo appuntito più lungo sul margine anteriore delll’oreccbio. Soventi sul margine ante- riore esiste questo solo lobulo, in questo caso assai largo alla base. La colorazione è variabilissima.

Ablepharus Festae, n. sp.

Capo piccolo, prolungantesi insensibilmente col collo. Muso corto, ottuso, rostrale non sporgente. Scaglie della parte superiore del capo come nell’ Ableph. pannonicus, ad eccezione delle sopracigliari e delle sopraoculari. Nell’ Ablepharus Festae vi sono tre sopracigliari che sepa- rano completamente la prima sopraoculare dall’occhio. La prima sopra- cigliare è piccola, la seconda allungata e stretta; la terza, la più grande,

ig

ha la forma di un triangolo equilatero e s’intromette tra i due sopraocu- lari, per modo che il primo (che nell’Abdb/epr. pannonicus è lungo quasi come il secondo, e viene colla sua estremità in contatto dell’occhio alla parte posteriore del margine superiore di esso), rimane troncato, di forma romboidale irregolare e largamente separato dall'occhio. In un esem- plare di Es-salt si nota una curiosa anomalia. Manca la scaglia sopra- cigliare mediana allungata, per modo che, dopo la prima sopracigliare il primo sopraoculare tocca l’occhio col suo lato esterno nella parte anteriore del margine superiore di esso: al primo sopraoculare segue la terza sopracigliare (seconda per questo esemplare) triangolare e svi- luppata come negli altri esemplari, che intromette tra i due sopra- oculari, riducendo il primo ad essere più piccolo della metà del secondo sopraoculare.

Le scaglie del corpo sono, quanto alla forma, simili a quelle del- l’Ableph. pannonicus. Nella parte più grossa del corpo se ne contano da 16 a 18 (dei 5 esemplari 4, fra cui l'esemplare anomalo, ne hanno 18 ed uno 16) serie longitudinali. Vi sono due grandi scudetti preanali.

Le estremità sono molto esili e sottili in confronto a quelle dell’ ADlepr. pannonicus, e relativamente più brevi. Le estremità anteriori tirate in avanti lungo il capo raggiungono ed oltrepassano appena l’orecchio, mentre nell’ Ab/eph. pannonicus raggiungono la commessura della bocca. Coda un po’ più lunga del capo e corpo riuniti. Colorazione come nel- l’Ableph. pannonicus.

Questa specie, per quanto se ne può giudicare dai pochi esemplari raccolti, non raggiunge mai la mole dell’ Ablepharus pannonicus: a parità di mole, la nuova specie ha un aspetto più snello che la fa distinguere a prima vista.

Dimensioni.

Lunghezza totale. . . mm. 73(°) (Ca porri. rei AEREA) 6 Larghezza del capo. . » 3,5 Corpo e ERO (> 33 Estremità anteriori . . 6

» posteriori" ©*. 8 Codajt, nre tagia (de IS 35

(*) Coda incompleta. Cinque esemplari, di cui quattro di Es-salt ed uno di Dscherasch.

Eumeces schnefderi Daud.

Boulenger (6), vol. III, pag. 383. Tre esemplari, uno di Es-salt ed uno di Dscherasch.

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Chalcides occellatus Forsk.

Boulenger (6), vol. IIl, pag. 400; id. (10). Un esemplare delle rive del Mar Morto e numerosi esemplari di Gerico.

Subord. II Rhiptoglossa.

Fam. CHAMALEONTIDAK.

Chamaeleon vulgaris Daud.

Parecchi esemplari di Beirut e di Gerico.

CHELONIA THECOPHORA Fam. TESTUDINIDAKE. Testudo ibera Pall.

Boulenger (23), pag. 176. Un esemplare senza località. La specie è però comune in tutta la regione.

OPHIDIA

Fam. TYPHLOPIDAE. Boulenger (7), vol. I, pag. 3.

Typhloeps vermicularis Mérr.

Due esemplari, uno di Gerusalemme ed uno del M. Ermon a 1500 m.

Typhlops simonî Biòttger.

Bòttger (1), pag. 38. Boulenger (7), vol. I, pag. 5l. Un solo esemplare di Gerico.

Fam. COLUBRIDAE. Aglypha. Subfam. Colubrinae.

Boulanger (7), vol. I, pag. 169.

Tropidonotus natrix L. Boulenger (7), vol. I, pag. 219. Due esemplari del lago di Homs, di statura mezzana, appartenenti alla varietà C (Co. Persa Pall.), bilineata.

Ciel 7

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g V.178.A.-S0.60+1 3 V.176.A7 SC.2+1

Tropidonotus tessellatus Laur.

Boulenger (7), vol. I, pag. 233. Un esemplare del lago di Homs, di statura mezzana.

Preoc .2. postoc .3.V. 169.A--S0.59+1.

La quarta labiale superiore entra nell’orbita, la quinta ne è separata

da due piccole scaglie suboculari. Un esemplare giovane del lago di Houleh.

1 Preoc .2.. postoc 3. V. 166. A--SC .62+1. La quarta e quinta labiale superiore entrano nell’orbita. Un esemplare giovane di Beirut. 1 Preoc .2. postoc.3.V. LIS RS TEOR La quarta labiale superiore entra nell’orbita, la quinta ne è separata da una piccola suboculare. Zamenis gemonensis Laur.

Boulenger (7), vol. I, pag. 395 Bòttger (2), pag. 151. Un esemplare di Es-salt, assai grande, in tutto corrispondente alla

var. astiana Bòttger. i 1 Preoc ..2. postoc.2,V.217 «AT SC.110+1 serie longitudinali 19,

Zamenis dahlif Fitz.

Boulenger (7), vol. I, pag. 397, Un solo esemplare adulto senza località. Preocul .2. postoc.2.V.216. ai .SC.110+1, temporali 243,

serie longitudinali 19. La quarta e quinta labiale entrano nell’orbita. Zamenis ravergieri Ménétr.

Boulenger (7), vol. I, pag. 405. Un solo esemplare di statura mezzana, sommità del M, Ermon.

Preocul .2. postocul. 2.V.209.A 7 SC.79+1, serie longitud. 21.

Soi

La quinta e la quarta labiale entrano nell’orbita. Sopraoculari egual- mente larghe in avanti ed all’indietro.

La colorazione è notevole per la presenza sul terzo anteriore del dorso di una stretta fascia a zig-zag, bruno-rossiccia, marginata irre- golarmente di nero, che ricorda il disegno caratteristico delle macchie dorsali di certe vipere aspis. Sulla rimanente parte del dorso osservansiì macchie brune più o meno romboidali, talora, sotto forma di vere fascie trasverse, qua e confiluenti. Sulla coda le macchie dorsali e laterali si fondono rispettivamente tra di loro dando luogo a tre striscie longitudinali parallele, di cui la mediana è bruno-nera visibilissima, e si estende fino all’apice della coda, mentre le laterali, più pallide, scom- paiono dopo breve tratto. Le scaglie delle serie mediane sul dorso e sulla porzione basilare della coda sono ottusamente carenate.

Zamemnis mummaifer Reuss.

Boulenger (7), vol. I. pag. 407. Un solo esemplare, colla coda incompleta ed il capo leggermente

schiacciato, assai grande, di Ferzol (Libano). 1 Preocul .2. postoc.2.V.199.A xe SC. 23+ X. Serie longitud. 25. La

quinta labiale entra nell'orbita, la sesta ne è separata da una subocu- lare. Sopra la quarta labiale (superiore), al disotto del preoculare infe- riore, osservasi pure una suboculare. I sopraoculari sono notevolmente più stretti in avanti che indietro. Le macchie brune del dorso, rom- boidali, non sono confluenti, ma ben nettamente visibili e separate in tutta l'estensione del dorso, salvo sulla coda, dove si fondono più 0 meno incompletamente per dar luogo ad una larga striscia longitudinale bruna mediana, marginata di nero. Le macchie laterali rotondeggianti si fondono pure sulla coda in una striscia laterale bruna più o meno interrotta.

Zamenis diadema Schleg.

Boulenger (7), vol. I, pag. 4ll.

Un solo esemplare di Gerico. V.221.A.1.SC. mel; serie longi- tudinali 30, 12 labiali superiori, 5 loreali, 2 preoculari, 4 suboculari, 3 postoculari, 2 prefrontali mediani, grandi come gl’internasali, in con- tatto col terzo mediano del margine anteriore del frontale, 2 piccole prefontali laterali, più piccole del preoculare superiore, in contatto col frontale, 6 labiali inferiori in contatto col primo paio degli scudetti mentali. Scaglie del dorso allungate, convesse, ottusamente carenate sulla parte posteriore del corpo e sulla coda. Parti superiori giallo sabbia. Macchie delle parti superiori brunastre, concordanti perfetta-

PIPA 5 ER

mente, quanto alla forma ed alla disposizione, colla figura data dal Jan (11), 20 Livr., pl. II, fig. 8.

Homalosoma corenella Schl.

Calamaria coronella, Schlegel (12), pag. 48 Homalosoma coronelloides, Jan (13), pag. 34, e (11), Livr. 13, PI. III, fig. 5 Abdlates coronella, Jan Giinther (15), pag. 486 Abd/ates coronella, Schl., Bòttger (1), pag. 140 Homalosoma coronella, Jan Lortet (16), pag. 184, PI. XIX, fig. 3.

Un solo esemplare di Gerico. Manca la loreale. 1 preoculare, 2 post- oculari, labiali superiori 7, di cui la quarta entra nell'orbita, 8 labiali inferiori, le 4 prime in contatto col primo paio di scudetti mentali, temporali 1+2.V.138.A - .SC.52 +1, serie longitudinali 15. Parti superiori color grigio-giallastro. Un largo collare brunastro si osserva sul collo, dietro gli scudetti parietali. Sul dorso e sulla coda si contano 48 strette fascie brune, trasversali, pressochè equidistanti tra di loro.

Gola, ventre e faccia inferiore della coda, bianco-giallognole.

Di questa specie ne sono noti finora con certezza 6 esemplari, di cui 4 descritti da Jan (13) (pag. 34 e 36) e 2 dal Béottger (2) (pag. 140). Essa manca soventi di loreale; soventi si osserva 1 solo postoculare e 1 solo temporale alla seconda serie. Le serie longitudinali di scaglie sul corpo variano da 15 a 17. Quanto al numero dei gastrostegi e degli urostegi, la variabilità dei 6 esemplari noti si potrebbe così riassumere :

V. 124-146. i .SC. 25-48.

Io fui a lungo indeciso nel riferire l'esemplare raccolto dal dottor Festa a questa specie, stante la grande affinità tra questa specie e l’Homalosoma fasciatus Jan (= Eiîrenis fasciatus Jan = Cyclophis fasciatus Jan), che il nostro Museo non possiede. Quest'ultima specie è talmente simile per la folidosi e per il facîes generale alla specie precedente che, se non fosse della distribuzione geografica differente (regione transcaspica-Persia), io non esiterei a riunire le due forme in una sola specie.

L’Homalosoma fasciatus Jan (desumendoli dalla descrizione dei due esemplari osservati da Bòttger (4), p. 920), e da Blanford (5), p. 406), presenterebbe, per quanto riguarda la folidosi, i seguenti caratteri: 1 loreale, 1 preocul., 2 od 1 postocul., 1+1 o 2 temporali, serie lon- gitudinali 15.

V. 158-171 A 2 SC. 48-62.

Ora dal signor Lortet (16) (pag. 184) venne descritto un Homa/osoma coronellta Jan (la specie è di Schlegel, non di Jan), il quale presenta

do A o

1

1 preocul., 1 postocul., 1'7 serie longitudinali, V.123. A7TSO. 124 in

due serie (= 62+ 1).

Questa forma, mentre per il numero dei gastrostegi (123) e per le serie longitudinali (17) si avvicina, coll’esemplare raccolto dal dottor Festa (V. 138), all’Homalosoma coronellta Schl. se ne allontana mol- tissimo pel numero degli urostegi (62), che nella specie sopracitata presenta un maximum di 48, già superato dall’esemplare del dottor Festa, che presenta 52 urostegi. La sola differenza tra le due specie sarebbe questa, che l’Homalosoma fasciatus Jan (in base ai due soli esemplari noti!) presenta 158-171 ventrali, mentre 1’ Homa/osoma core- nelta Schl. ne presenta 124-146.

Homalosoma modestus Martin.

Ablatus decemlineatus, Dum. e Bibr. (17), vol. VII, pag. 326 Gunther (15)» pag. 489 Abdlates modestus, Mart, partim., Bòttger (2), pag. 144 Etrenis collaris, Mén. partim. Jan (14), pag. 257, e (11), Livr. 15, pl. IV, figdl Ablates modestus, Mart. Strauch (18), pl. I, fig. 1 Cyclophis modestus, Mart. Blainford (5), pag. 403.

Tre esemplari, di cui uno del M. Hermon (1000 m. ovest) e due di Ferzol.

Tutti e tre gli esemplari presentauo 1 loreale, 1 preoculare, 2 postoc., 1+2 temporali, 7 labiali superiori, 2 paia di scudetti mentali, dei quali il primo è eguale in lunghezza od un poco più lungo del secondo. Le 4 prime labiali inferiori sono in contatto col primo paio. Lo scudetto frontale è lungo due volte il suo diametro trasverso medio, i suoi mar- gini laterali sono convergenti all’indietro. Gli scudetti sopraoculari sono più stretti in avanti che all'indietro. Le scaglie del corpo (15 serie in un esemplare e 17 negli altri due) portano all’apice una piccola fossetta.

esemplare (Ferzol), 15 serie longitud. V. 165.A-1-80.59+1.

esemplare (Ferzol)} 17 serie longitud. V . 152.A-+ SO .65+1.

1 esemplare (M. Hermon), 1'7 serie long. V . 166 AT SC.64+1.

Tutti e tre gli esemplari appartengono alla forma tipica figurata da Jan (Eirenis collaris) e ricordano assai bene la figura (quanto al di- segno del capo) dell’ Ablates modestus data da Strauch. Gli esemplari raccolti dal dott. Festa sono della statura dell’esemplare figurato da Strauch, e, come questo, non presentano più che deboli traccie delle due macchie nere che si osservano tra gli occhi e sull’occipite. Le scaglie del dorso e della coda presentano tutti una specie di linea lon-

Psi =

gitudinale mediana chiara, appena visibile, essendo i margini delle scaglie più scuri o leggermente punteggiati di nero, per modo da ri- cordare l'aspetto dei giovani Zamenis gemonensis.

Homalosoma collaris Mén.

Ablates collaris, Mén., Strauch. (18), pl. I, figé 2 Cyclophis collaris, Mén., Blainford (5), pag. 405 E?îrenis collaris, Mén., partim., Jan (14), pag. 257 Ablates modestus, Mart., partim., Bòttger (2), pag. 144.

Un solo esemplare di Es-salt (Est Giordano), molto giovane. Rostrale un po’ più larga che alta. Scudetto frontale lungo una volta e mezza il suo diametro trasversale, lungo come la sutura dei parietali, a mar- gini assolutamente paralleli. Sopraoculari tanto larghi in avanti quanto indietro. Una piccola loreale (in contatto colla 2* e 3* labiale), 1 pre- oculare, 2 postoculari, temporali 1+- 2, 7 labiali superiori (3° e 48 en- trano nell’orbita), 7 labiali inferiori, di cui le 4 prime in contatto col paio degli scudetti mentali. Primo paio degli scudetti mentali lungo quasi il doppio del secondo. 15 serie longitudinali di scaglie, presen- tanti all'apice una piccola fossetta (mancante secondo Blainford).

V.187.A--.80.60+1.

Colorazione del capo ?dentica a quella figurata da Jan per l’ Eirenis Rothi Jan (11), Livr. 15, pl. V, fig. 1. Se non fosse del numero così elevato degli urostegi (60) io non avrei esitato ad identificare il mio esemplare coll’ Abdlates /Eirenis) Rothi Jan, che secondo Bòttger pre- senta solo da 40 a 42 urostegi, col quale coincide perfettamente per tutti gli altri caratteri tratti dalla folidosi e dalla colorazione.

Opisthoglypha. Subfam. Dipsadinae. Tachymenis vivax Fitz.

Un solo esemplare di Scheich Miskin (Hauran). Serie longitudinali 19. Labiali superiori 8, di cui la 3*, e 5* entrano nell’orbita. Labiali

inferiori 10. V. 187. A7-S0. 52 +1.

Psammophis sibilans L.

Un solo esemplare di Fik (sponda Est lago Tiberiade) Dscholan. Serie longitudinali 17.

V.168A-80.91.

IRPO7 (7 LI

Colorazione come nell’esemplare figurato da Jan (11), 34 Livr., PI. III, fig. 1. Il disegno del capo è più sbiadito e più simile a quello della var. hierosolimitana. La dentatura è identica a quella di un esemplare di Ps. sîbitans L., di Laghovat (Algeria), donato al nostro Museo dal dottore Lataste.

Fam. VIPERIDAKE. Subfam. Viperinae.

Echis colorata Giinther.

Ginther (19), pag. 978.

Quattro esemplari, di cui due giovani e due adulti, di Gerico.

Queste specie fu brevemente descritta sopra un solo esemplare mal conservato, dal dott. Gùnther. Credo perciò utile descrivere qui parti- colareggiatamente i quattro bellissimi esemplari raccolti dal dott. Festa.

esemplare. Labiali superiori 13: 4 serie di scaglie tra le labiali e l’occhio: 13 serie di scaglie tra gli occhi, le due esterne sugli occhi da ciascun lato leggermente più grandi: 20 scaglie circondano l’occhio a sinistra, 18 a destra: 30 serie longitudinali di scaglie verso la metà del corpo: ventrali 188. Anale intiera, sottocaudali (intiere) 42. Verso la metà della coda ed all'apice qualcuno degli urostegi è doppio.

esemplare. Labiali superiori 15, 4 serie di scaglie tra le labiali e l'occhio: 15 serie di scaglie tra gli occhi: 22 scaglie circondano l’oc- chio a sinistra, 21 a destra: 33 serie longitudinali di scaglie: ventrali 190. Anale intiera: sottocaudali 44, tutte intiere.

esemplare. Labiali superiori 14: 4 serie di scaglie tra le labiali e l'occhio: 13 serie tra gli occhi: 20 scaglie circondano l’occhio a si- nistra, 19 a destra: 32 serie longitudinali di scaglie: ventrali 193. Anale intiera, sottocaudali 44. Nel terzo posteriore della coda le sottocaudali sono divise.

esemplare. Labiali superiori 14: 3 serie di scaglie tra le labiali e l’occhio a sinistra: 4 a destra, 15 serie tra gli occhi: 19 scaglie cir- condano l’occhio a sinistra, 20 a destra: 31 serie longitudinali: ven- trali 184. Anale intera, sottocaudali 50, di cui alcune divise all’estre- mità della coda.

Le scaglie del capo sono convesse, quelle della nuca, del dorso e della coda sono carenate. La carena, poco spiccata, non raggiunge la estremità della scaglia. Le scaglie laterali (che formano delle serie oblique dall’alto al basso e dall’avanti all’indietro) presentano una ca- rena denticolata 70/0 bassa. Le grandi scaglie delle serie più esterne sui fianchi, ad eccezione della serie, in contatto coi gastrostegi, che è liscia, presentano una carena formata da dei piccoli tubercoli sporgenti, arrotondati.

ARTI i

La colorazione delle parti superiori è giallo-sabbia o brunastra. Sul capo si osservano più o meno distintamente due linee a zig-zag più 0 meno confluenti, che si riuniscono in una macchia bruna sull’occipite. Sul dorso e sulla coda si nota una serie longitudinale di macchie qua- drate, contigue, bruno-scure, i cui lati anteriore e posteriore concavi, scavati, delimitano tra una macchia e l’altra uno spazio irregolarmente ellittico, più chiaro della tinta generale del dorso. Sui lati delle macchie quadrate vedonsi delle macchie nere, e sui fianchi delle macchie o fascie irregolari bruno-pallido. Il ventre è biancastro nell'adulto, pun- teggiato irregolarmente di nero nei giovani.

Lunghezza dell’esemplare più grande: capo e corpo 42 centimetri, coda 5 e mezzo.

Ecco riassunti in un quadro sinottico i caratteri tratti dalla folidosi delle specie del genere Echis: E. carinata Schn. ed E. colorata Ginther finora note.

Echis carinata Schn.

Boulenger (20), pag. 422. 10-15 scaglie tra i due occhi, soventi una sopraoculare allargata, 11-12 labiali superiori, 29-35 serie longitudinali di scaglie verso la metà del corpo. V.138-185.A.1.SC. 21-40,

Echis carinata Ginther.

13-15 scaglie tra gli occhi, 13-15 labiali superiori, 30-38 serie Iongi- tudinali di scaglie, V.184-208 A.1.SC.42-50 (includendo l’esemplare di Ginther che presenta V.208 A .1.SC. 48).

BATRACHIA

ECAUDATA Phaneroglossa. Serie A Firmisternia.

Fam. RANIDAE. Rana esculenta, L. var. ridibunda, Pall. Boulanger (21), pag. 374. Numerosi esemplari da quasi tutte le località di Siria visitate dal dottor Festa. Serie B Arcifera.

Fam. BUFONIDAE. Bufo viridîs Laur. Numerosi esemplari di ogni età.

PIAN $ A

Fam. HYLIDAE. Hyla arborea, L. Subsp. Savignyi Aud.

Numerosi esemplari, coesiste nella stessa località colla A. escu/lenta e B. viridis.

Fam. PELOBATIDAE.

Pelobates syriacus Bottg.

Alcuni pochi girini raccolti nella cisterna del Kan (Djoub Jousuff), studiati e descritti dal prof. Camerano (22) nel numero 162 di questo

Bollettino.

CAUDATA

Fam. SALAMANDRIDAE. Subf. Salamandrinae. Salamandra maculosa Laur. Un solo esemplare giovane, appena trasformato, del Monte Ermon (Chuba-ovest).

1 nomi delle località sono trascritti secondo l’ortografia seguita dal Pe- termann nella carta 58 dello Stieler?s Hand-Atlas (ultima edizione).

= a

LAVORI CITATI

. BòrTGER O. Reptilien und Amphibien aus Syrien. Ber. Senck. natarf-

Gesell. 1878-79.

. BoTTGER 0. Die reptilien und Amphibien von Syrien, Palaestina und

Cypern. Ber. Senck. naturf. Gesell. 1879-80.

. BOTTGER 0. Verzeichniss der von Hzn., E. von Oertzen aus Griechentana

und aus Kleinasien mitgebrachten Batrachier una Reptilien. Sitzungs- berichte der Kéònigl. Preuss. Akad. der Wissenschaften zu Berlin 1888.

. BòorrGER 0. Die reptilien und Batrachier Transkaspiens. Zoologischer

Jahrb. Jena 1888.

. BLANFORD W. T. The zoology and Geology of eastern Persia, 1876. . BOULENGER G. A. Catalogue of the lizards in the British Museum, vol. I,

IHI:

. BouLENGER G. A. Catalogue of the Snakes in the British Museum,

vol. I, 1893.

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and Magazine of Nat. Hist., 1890.

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ronellidae Archivio per la Zoologia, Anatomia e la Fisiologia. Vol. II, Fasc. II, 1863.

GUNTHER A. Report on a collection of Reptiles and Fisches from Pale- stine. Proc. Zool. Soc., 1864.

. LortET docet. L. Poîssons et reptiles du lac de Tiberiade et de quelques

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. DUMERIL et BrBRON. Herpétologie générale.

18.

19.

20.

21.

2a.

23.

20 ao * Ki Li STRrAUCH. Die Schlangen des Russisches Reichs Mém. Acad. Imp. des Sciences. St. Pétersbourg, VII Serie, Tom. XXI, n. 4.

GùNTHER. On reptiles from Midian, Collected by Major Burton. Proc. Zool. Soc., 1878.

BoOULENGER G. A. The fauna of British India, including Ceylon and Burma - Reptilia and Batrachia, 1890.

BouLENGER G. A. A contribution of the Knowledge of the races of Rana esculenta and their geographical distribution. Proc. Zool. Soc., 1891. CAMERANO dott. prof. L. Osservazioni sui girini degli anfibi anuri Viaggio del dott. E. Festa in Palestina, nel Libano e nelle regioni vi- cine Bollett. Mus. Zool. e Anat. Comp. Torino, vol. VIII, 1893, num. 162.

BoULENGER G. A. Catalogue of the Chelonians, Rhyncocephalians and Crocodiles in the British Museum, 1889.

. BOULENGER G. A. Catalogue of the Reptiles and Batrachians of Barbary

(Morocco, Algeria, Tunisia) based chiefly upon the Notes and Collections made in 1880-84 by M. Fernand Lataste. Trans. Zool. Soc. of London, vol. XIII, part. IIl, 1891.

7017 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco, via Gaudenzio Ferrari, 8 - Torino

JUL 20 1544 MeqS

BOLLETTINO

Musei di Zoologia ed Anatomia comparata

della R. Università di Torino

=

N. 1468 pubblicato il 7 Aprile 1894 Vor. IX

Dott. ACHILLE GRIFFINI

SIRFIDI raccolti presso Avigliana.

Il sig. Silvio Neri, distinto dilettante d’entomologia, mi comunicava gentilmente, alcuni mesi or sono, una parte delle collezioni da lui riunite durante l'estate 1893 nei dintorni di Avigliana (Piemonte).

In tali raccolte sono rappresentati da un gran numero di individui e da un discreto numero di specie i Sirfidi viventi in quella località.

Dopo averli accuratamente studiati, stimai cosa non inutile il redi- gerne un catalogo, stante la relativa scarsezza delle cognizioni che tuttora si hanno intorno ai Sirfidi, quanto ai Ditteri in generale, in- digeni del Piemonte.

Queste notizie infatti si riducono principalmente, per quanto riguarda i Sirfidi, alle indicazioni date per parecchie specie dal Rondani nel suo Prodromus (1) e in altri suoi lavori (2); a qualche cenno di Ghiliani nelle sue: Notizie di escursioni e di caccie entomologiche (3), eseguite presso Sangano e nei dintorni di Susa, ed ai recenti studii del dottor Giglio-Tos, dei quali ricorderò quello sul genere Chrysotorum (4), come comprendente note su alcuni Sirfidi europei ed italiani.

Durante il mio soggiorno a Torino negli anni 1892 e 1893 avevo io

(1) RONDANI C. Dipterologiae Italicae Prodromus, Vol. II, Parmae, 1857.

(2) Vedi principalm.: Spec. italicarum ord. Dipterorum catal. notis geogr. auctus: Oestridae, Syrphidae, Conopidae. Milano, 1868. Species italicae gen. CHRysoTOXI, Ann. Soc. Ent. France., 1845. Species italicae gen. CAL- LICERAE, Ann. Soc. Ent. Franc., 1844. SulZe specie italiane del gen. MERODON, Ann. Se. Nat., Bologna, 1845, ecc.

(3) Boll. della Soc. Entom. Ital., Anno VI, 1874, Trim. 1.

(4) Le specie europee del genere CHRYSOTOXUM Meig. Atti della R. Acc. delle Scienze di Torino, Vol XXVI, 1890.

amo E

pure raccolto parecchi Sirfidi nei dintorni di quella città; colgo dunque l'occasione, enumerando le specie della collezione del sig. Neri, per indicare, qualora sia del caso, anche le altre località piemontesi finitime in cui da me tali specie fossero state trovate.

Non starò a ridescrivere quelle forme che già descrissi nel mio ca- talogo dei Sirfidi raccolti nella Valtravaglia (1), presentandosi esse colle medesime particolarità anche in queste collezioni; per le altre specie darò un cenno diagnostico colle dimensioni e le principali caratteri- stiche, potendo sempre riuscir utili tali indicazioni al più sicuro rico- noscimento delle varie forme nelle singole località, alla conoscenza dei fenomeni di variabilità e di adattamento alle differenti condizioni dei diversi luoghi, ed essendo inoltre di controllo per chi consultasse il lavoro, circa la esattezza della determinazione eseguita dall’autore.

Le specie raccolte dal sig. Neri appartengono ai seguenti generi:

1. Gen. Chrysotoxwm Meigen. C.. festivum.

Chrysotoxum festivum (L.). Giglio-Tos, Le spec. europ. d. gen. Chrysotoxum Meig.,0p. 27; k.x19,

Chrysotoxum arcuatum, Rondani, Dipt. ital. prodr., T. II°, pag. 203. Macquart, Hist. Nat. de ins. Dipt., 1834, T. I°, p. 489.

Lungh. del corpo mm. 13; lungh. delle ali mm. 10,5. Capo nero con faccia gialla ai lati; antenne nere. Torace nero a pubescenza giallo-rossiccia, evidente nel è, quasi nulla nella 9; scudetto giallo, or- nato d’una macchia nera al mezzo. Ali leggermente tinte di bruniccio, coll’orlo esterno giallo ed una macchia bruna sul margine esterno, verso l’apice; alla base di ciascuna ala il torace porta una lineetta longitudinale giallognola, interrotta dalla base stessa. Addome su- periormente nero, ornato di strette fascie gialle, un po’ arcuate, inter- rotte al mezzo: ventre nero, con 4 macchie giallo-rossiccie. Zampe totalmente gialle.

Due esemplari.

2. Gen. Helophilus Meigen.

H. floreus. Myathropa florea (L.), Rondani, op. cit., pag. 45. Eristalis fioreus, Macquart. op. cit., pag. 504.

Le raccolte del sig. Neri ne contengono un solo individuo; questa . specie infatti, comunissima in Lombardia, quanto l'Er?stalîs lenax, pare molto meno abbondante in Piemonte. Raramente fu da me trovata nel contorno di Torino. Presso Avigliana catturai una volta nel mese di giugno l’ZZelophilus trivittatus (Fabr.), Rond.

(1) Boll. dei Musei di Zool. e Anat. Comp., Torino, Vol. VIII, 1893, N, 143.

3. Gen. Eristalis Fabricius. E. tenax. Eristalis tenax, (L.), Rondani, op. cit.,. p. 43. Macquart, op. cit., p. 504.

Numerosissimi individui appartenenti alle varietà d e c di Zetterstedt. Più frequente la var. c, in cui gli individui sono di dimensioni mag- giori e di colorazione più oscura. Questa specie è assai comune nel contorno di Torino.

E. arbustorum. Eristalis arbustorum, (Linn.), Rondani, op. cit., pag. 42. Macquart, op. cit.. pag. 503. Pochi esemplari. Questa Erîstalîs però, colla precedente, è una delle più comuni presso Torino.

4. Gen. Syritta St. Fargeau e Serville. S. pipiens. Syritta pipiens, (L.) Rondani, op. cit., p. 99. Macquart, op. cit, p. 525, Tab:s]12, fig. 3. Numerosi individui. Questa specie era stata da me raccolta anche sul Monte Curto, in una escursione nel giugno 1893.

5. Gen. Syrphus Fabricius. S. ribesii.

Syrphus ribesii, (L.). Rondani, op. cit., p. 133. Macquart, op. cit. p. 538, Rab. 12, £, 10.

Lungh. del corpo mm. 9,5-11,5; lungh. delle ali mm. 3-9,5. Capo nero con faccia gialla; antenne bruniccie o rossiccie. Torace d’un verde cupo; scudetto giallastro; ali limpide, coll’orlo esterno un po’ giallognolo nelle 9. Addome superiormente nero, ornato di 4 fascie trasversali gialle, delle quali la prima interrotta al mezzo, la seconda e la terza leggermente incise a metà del margine posteriore; ventre giallo. Zampe giallo-rossiccie, coi femori posteriori bruni.

Di questo Sirfide si trovano non pochi esemplari nelle raccolte del sig. Neri.

S. vitripennis. Syrphus vitripennis, (Meig.), Rondani. op. cit., p. 133. Macquart, op. cit., p. 538.

Lungh. del corpo, mm. 9,5; lungh. delle ali, mm. 3. Capo nero, con faccia giallastra; antenne bruniccie. Torace di un verde cupo; scudetto giallo; ali limpide. Addome superiormente nero, ornato di

4 fascie trasversali gialle, delle quali le prime tre sono interotte al mezzo, e risultano quindi ciascuna di due tratti simmetrici laterali, leggermente curvi; ventre giallo, ornato su ciascun segmento di una larga macchia nera, quasi rettangolare. Zampe rossastre.

Due soli esemplari. S. balteatus. Syrphus balteatus, (De Geer). Rondani, op. cit., p. 132. Macquart, op. cit... \p.15388 Specie abbondantemente rappresentata nelle raccolte da me esaminate. E comune in ogni località attorno a Torino, principalmente al piano e lungo i corsi d’acqua. S. ornatus. Syrphus ornatus, (Meig.). Rondani, op. cit., p. 136. Doros ornatus, Macquart, op. cit., p. 550. Un bellissimo esemplare 9, di dimensioni alquanto grandi; presen- tante cioè: lungh. del corpo mm. 12,5, lungh. delle ali mm. 10,5. Questa specie venne da me raccolta anche sul Monte Curto nel giugno 1893. 6. Gen. Catabomba Osten-Sacken. C. pyrastri. Lasiophthicus pyrastri, Rondani, op. cit., p. 142. Syrphus pyrastri, Macquart, op. cit,, p. 586. Una sola 9g. Questo Sirfide però è comune nel contorno di Torino, principalmente sulla vicina collina, ove lo incontrai sempre, nelle mie escursioni, quantunque non fosse mai numeroso.

7. Gen. Melanostoma Schiner. M. mellarium. Syrphus mellarius, (Meig). Macquart, op. cit., pag. 544.

Un solo esemplare. Anche questo Me/anostoma, delle raccolte del sie. Neri, secondo i criterii da me espressi nel mio precedente lavoro sui Sirfidi della Valtravaglia (1), deve essere assolutamente riferito al Syrphus metlarius di Meigen, piuttosto che al S. medlinus.

8. Gen. Sphaerophoria St. Fargeau e Serville. S. taeniata.

Sphaerophoria taeniata, (Meig.), Rondani, op. cit., p. 113. Macquart, op. cit., p. 551.

Numerosi individui rappresentano nelle suddette collezioni questa specie, assai comune anche presso Torino. Un solo esemplare 9, a- vendo la prima fascia gialla dell'addome interrotta al mezzo, potrebbe con dubbio riferirsi alla S. scripta (L.) Rond.; ma mi sembra debba egualmente ascriversi alla S. faeniata, avvicinandosi maggiormente a questa, per tutte le altre particolarità di forma e di colorazione. Non è difficile si tratti in questo caso di una leggera aberrazione in- dividuale.

(1) Op. (cet, PAL. 9.

7065 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco, via Gaudenzio Ferrari, 3 - Torino.

JUL20 1894

‘BOLLETTINO

Musei di Zoologia ed Anatomia comparata

della R. Università di Torino

N. 4169 pubblicato il 12 Aprile 1894 VoL LX

Viaggio del Dr. E. FESTA in Palestina, nel Libano e regioni vicine.

VIE

Dr. E. GIGLIO-TOS.

RINCOTI

Nel 1881 il Dr. Puton (1), pubblicava un elenco di Rincoti raccolti in Siria dal sig. Abeille de Perrin. In tale elenco figurano 115 specie, di cui 39 estranee alla Francia ed alla Svizzera, 10 specie e 5 varietà nuove.

Nello stesso anno ed anzi immediatamente in seguito al lavoro del Puton, nello stesso periodico della Società entomologica svizzera, veniva pubblicata da Frey-Gessner (2) un’altra lista di Emitteri di Siria di 60 specie, di cui nessuna è nuova, ma quasi tutte diverse da quelle numerate nell'elenco del Dr. Puton.

Non mi risulta che da quell’anno infino ad oggi sieno stati pubblicati altri lavori speciali su tale fauna di quella regione, sebbene parecchie specie sieno state descritte di quella località.

Pertanto, avendo notato che la raccolta di Rincoti, fatta dal Dr. E. Festa durante un suo viaggio nella Siria dal marzo all’agosto dello scorso anno 1893, era assai importante pel numero delle specie e per le diverse località visitate, ho creduto opportuno di pubblicarne un elenco

(1). Puton Enwmeration des Hemiptères recoltés en Syrie par M. Abeille de Perrin, ecc., in: Mitth. d. Schweiz. ent. Gesellschaft. Vol. VI, 1881, pp. 119-129.

(2) Frey-Gessner E. Syrische Hemipteren, in: Mitth. d. schweiz. ent. Gesels., Vol. VI, 1881, pp. 129-131.

tanto più che la maggior parte di esse sono diverse da quelle comprese nei due elenchi precedenti.

Di fatto, delle 114 specie comprese nella raccolta del Dr. Festa solo 22 sono indicate anche nell’elenco sopra citato del Dr. Puton, le altre sono diverse e danno a quella fauna un carattere più spiccatamente europeo di quanto risultasse dalle liste precedenti. Fra tutte le specie qui indicate non vi è che una nuova specie di Reduvius, che ho dedi- cato al Dr. Festa, e talune sono assai comuni e sparse in molte località: fra queste vanno anzitutto citate 1’ Eu/ygaeus Pandurus, tanto comune anche in Europa, la Naucorîs cimicoîdes, la Notonecta glauca, la Nepa cinerea e la Velia rivulorum.

Avverto inoltre che per quanto spetta alla determinazione delle specie ho accettato la denominazione e le sinonimie proposte dal Reuter (1) in un suo importante lavoro su tale argomento, attenendomi poi per quelle che non sono in esse menzionate alla denominazione usata dal Puton (2) nella sua Monografia degli Emitteri della Francia. Questo per il sottordine degli Eterotteri.

Quanto a quello degli Omotteri, meno numerosi, mi servì di base per la determinazione la splendida monografia del Fieber sui Cicadini di Europa, tradotta dal Reiber in Révue et Magasin de Zoologie di Guerin- Méneville degli anni 1875-76-77-78.

I nomi delle località sono trascritti secondo l’ortografia seguita dal Petermann nella carta 58 dello Stieler's Hand-Atlas (ultima edizione). Gli esemplari di questa raccolta sono conservati nelle collezioni ento» mologiche del R. Museo Zoologico di Torino, a cui il Dr. Festa gene- rosamente ne fece dono.

ETEROTTERI Pentatomidi

I. Gen. Qdontotarsus Laporte 1. 0. grammicus (Lin.) Muls. et Rey.

Haifa (15 agosto) Bekfeiya sul Libano Dscherasch (11 aprile) Gerico (Marzo).

II. Gen. Eurigaster Laporte 2. E. maurus (Lin.) Am. et Serv. M. Ermon Dintorni di Fik (27 maggio) ?

: (1) Reuter O. M. Revisio synonymica hemipterorum palaearcticorum quae descripserunt auctores vetustiores, in: Acta Societatis Scientiarum Fen- nicae, T. XV, 1888, Helsingsforsiae, pp. 243-312, pp. 445-812.

(2) Puton. Synopsis des Hemiptéres-Heteropteres de France. 1878-1881.

IIl Gen. Ameyrosoma Am. et Serv. 3. A. leucogrammes (Lin.) Reut. Haifa (15 agosto). IV. Gen. Tholagmus Staol. 4. 7. /avolineatus (Fabr.) Staol. Muls. et Rey. Reut. Bekfeiya sul Libano. V. Gen. Graphosoma Laporte 5. G. lineatum (Lin.) Amiot et Serv. duton. Reut. Bekfeiya sul Libano. VI. Gen. Canthophorwrws Muls. et Rey. 6. C. dudius (Scop.) Muls. et Rey. Reut. M. Ermon.

VII. Gen. Mienacecarws Amiot et Serv. 7. M. deltocephalus (Fieb.) Puton.

M. Ermon. Beirut. Jamuneh sul Libano. VIII. Gen. Seiocoris Fallèen 8. S. macrocephalus Fieber, Muls. et Rey, Put. Gerico presso il Mar Morto (27 aprile). 9. S. umbrinus (Wolff) Hahn, Muls. et Rey. Puton, Reut. Haifa (15 agosto). 10. S. homalonotus (Fieb.) Puton. Aleih sul Libano. IX. Cen. Dyroderes Spin. ll. D. umbraculatus (Fabr.) Spin. Reut. Banias sulla strada tra Saida e Damasco.

X. Gen. Aelia Fabr. 12. A. acuminata (Lin.) Am. et Serv. Reut. Haifa (15 agosto) Beirut (11 luglio).

XI. Gen. Dalleria Muls. et Rey. 13. D. bipunctata (Lin.) Puton. Reut. Haifa (15 agosto) Beirut (11 luglio). XII. Gen. Staria Dohrn. 14. S. lunata (Hahn) Muls. et Rey, Puton. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. XIII. Gen. Nezara Amiot et Serv. 15. N. geniculata (Dallas) Muls. et Rey.

Un solo individuo corrispondente perfettamente alla descrizione data da Mulsant e Rey. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

XIV. Gen. Palomena Muls. et Rey. 16. P. viridissima (Poda), Puton. Reuter.

Bekfeiya sul Libano.

Reedio

XV. Gen. Carpocoris Muls. et Rey. 17. C. varîus (Fabr.) Staol. Reut.

Due esemplari in cui i tre primi articoli delle antenne sono affatto neri e le macchie dello scudetto distintissime e giallo-pallide. Din- torni di Fik (27 maggio).

18. C. purpureipennis (De Geer) Reut.

Un solo individuo in cui gli angoli laterali del pronoto sono alquanto più acuti che in quelli europei, le macchie del corpo ben distinte. Dintorni di Fik (27 maggio).

19. C. fuscispinus (Boh.) Reut. Esemplari in cui gli angoli laterali del pronoto sono molto acuti e

leggermente rivolti in avanti. Merdsch-Ahin sul Libano (24 giugno). Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

XVI. Gen. Bolycoris Muls. et Rey. 20. D. daccarum (Lin.) Reut. Ferzol sul Libano. Bekfeiya sul Libano. Merdsch-Ahin a 1500 m. circa sul Libano (24 giugno). Dintorni di Fik (27 maggio). XVII. Gen. Piezodorus Fieb. 21. P. lituratus (Fabr.) Staol. Saund. Reut. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

XVIII. Gen. Eurydema Lap. 22. E. cognata (Fieb.) Put. ?

Beirut.

23. E. rugulosa Dohrn ? Put.

Esemplare corrispondente a quello che il Dr. Puton descrisse in: Mittheil. d. schweiz. entom. Gesellschaft, 1881. p. 120, come inter- medio tra la E. angulosa e dominula, incerto se si debba considerare come una varietà od una nuova specie. M. Ermon.

XIX. Gen. Pimthaewus Staol. 24. P. sanguinipes ? (Fabr.) Staol, Reut.

Alcune larve da Haifa (15 agosto).

XX. Gen. Jalla Hahn. J. dumosa (Lin.) Hahn, Puton, Reut. M. Ermon.

Coreidi

XXI. Gen. Centrocoris Dall. Staol. 26. C. spiniger (Fabr.) Horv. Reut.

Haifa (15 agosto).

XXII. Gen. Coreuws Fabr. 27. C. scapha Fabr. Reut. Mar-Saba (20 marzo). Gerico (marzo).

Late, De

XXIII. Gen. Pseudophloeuws Burm. 28. P. Wa? (Herr. Schàf.) Put. Gerico presso il Mar Morto (27 aprile).

XXIV. Gen. Basycoris Dall. Staol. 29. D. denticulatus (Scop.) Muls. et Rey. Reut. Adulti e larve. Haifa (15 agosto).

30. D. pilicornis (Burm.) Puton. Banias sulla strada tra Saida e Damasco.

XXV. Gen. Mesocerus Reut. 31. M. marginatus (Lin. Put.) Reut.

Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. (Esemplari cogli angoli laterali

del pronoto acuti ed assai rilevati, corrispondente perciò alla varietà Fundator (Herr. Schàf.).

XXVI. Gen. Corizus Fall. Am. et Serv. 32. C. Hyosciami (Lin.) Reut.

Merdsch-Ahin sul Libano (24 giugno). Haifa (15 agosto). Bekfeiya

a 1000 m. circa sul Libano (Di questa località un esemplare identico

agli altri nella forma e disposizione delle macchie nere ma di color giallo-

ranciato invece di rosso scarlatto, come nella varietà /Mavicans Put.,

della Corsica, colla differenza che in questo esemplare sono anche ben distinte le macchie del petto e del ventre).

XXVII. Gen. Rhopalus Schill. 33. R. rufus Schill. (Puton) Reut. Merdsch-Ahin sul Libano (24 giugno) Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. Riva orientale del Mar Morto.

34. R. hyalinus (Fabr.) Reut. Gerico (marzo) Beirut (11 luglio) Damasco (20 maggio). 35. R. crassicornis (Lin) Hahn, Fieb. Reut.

Haifa (15 agosto). Bekfeiya 1000 m. circa sul Libano.

XXVIII. Gen. Camptopus Am. et Serv. 36. C. Zateralis (Germ.) Put. Esemplari simili in tutto agli europei, ma con un punticino bianco sul mezzo del margine posteriore del pronoto, simile a quello della punta

dello scudetto. Bekfeiya sul Libano. XXIX. Gen. Maccevethus Dall. 37. M. lineola (Fabr.) Reut. Un individuo identico a quelli europei. Mar Saba (20 marzo). Beritidi

XXX. Gen. Metatropis Fieb. 38. M. rufescens Herr. Schàf. Put. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

lLLigeidi

XXXI. Gen. Eulygaeus Reut. 39. E. saratilis (Scop.) Reuter, Puton (Lygaeus). Aleih sul Libano Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. 40. E. Pandurus (Scop.) Reut.

M. Ermon a 1800 m. circa. Dintorni di Fik (27 maggio) Gerico (marzo) Dscherasch (11 aprile). Libano a 1900 m. circa. Geru- salemme (16-17 marzo). Es-Salt. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. Molti individui adulti da Mar Saba (20 marzo) Dintorni del Lago Tiberiade (28 maggio).

41. E. equestris (Lin.) Reut.

Adulto e larva. Ferzol sul Libano. Beirut (11 luglio). Bek- feiya a 1000 m. circa sul Libano.

XXXII. Gen. Geocoris Fall. 42. G. erythrocephalus (Le Pel. et Serv.) Baer. Put. Reut.

Adulti e larve. Haifa (15 agosto). Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

XXXIII. Gen. Miicrotoma Lap. 43. M. atrata (Goeze) Reut.

Dscherasch (11 aprile).

XXXIV. Gen. Pachymerus Le Pell. Serv. 44. P. confusus Reut. (P. Pineti Herr. Schàf. Put.). Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

XXXV. Gen. Plociomerus Sag. Fieb. 45. P.—? Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

XXXVI. Gen. Eschnopeza Fieb. 46. I. hirticornis Herrich-Schaf. Puton.

Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano (28 luglio).

XXXVII. Gen. Neurocladus Fieb. 47. N. ater (Fieber) Put. Monti presso Zebedani da 1700 a 2000 m.

XXXVIII. Gen. Embletis Fieb. 48. E. Verdasci (Fabr.) Staol. Put. Reut. Gerico presso il Mar Morto (27 aprile).

XXXIX. Gen. Coenocoris Fieb. 49. C. Neri (Germ.) Put. Dscherasch (11 aprile).

XL. Gen. Scamtius Staol. 50 S. Aegyptius (Lin.) Staol. Reut. Mar Saba (20 marzo) Es-Salt.

Capsidi

XLI. Gen. MIiîris Fabr. 51. M. loevigatus (Lin.) Fabr. Am. et Serv. Parecchi individui da Merdsch-Ahin sul Libano (24 giugno) insieme a parecchi altri della specie seguente. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano Schtora alle falde del Libano. 52. M. erraticus (Linn.) Am. et Serv. Merdsch-Ahin sul Libano (24 giugno). XLII. Gen. Calocoris Fieb. 53. C. lineolatus (Goeze) Reut. Parecchi adulti ed una larva. Mar Saba (20 marzo). Dscherasch. 54. C. ispanicus {Gmel.) Reut. Dscherasch (11 aprile).

55. C. sexguttatus (Fabr.) Baer. Reut. Mar Saba (20 marzo).

XLIII. Gen. Lygus Hahn. 56. L. pabulinus (Lin.) Hahn, Put. Reut.

Un solo esemplare alquanto guasto. Gerico (marzo). Molti esem- tutti mancanti di piedi. Mar Saba (20 marzo) Beirut (11 luglio).

57. L. pratensis (Lin.) Put. Reut. Damasco.

XLIV. Gen. Diomeus Fieb. 58. D. neglectus (Fabr.) Fieb. Reut. Dscherasch.

Reduvidi

XLV. Gen. Nabis Latr. 59. N. ferus (Lin.) Put. Reut. Merdsch-Ahin sul Libano (24 giugno). M. Ermon.

60. N. major Costa, Put. Esemplari colle elitre perfettamente sviluppate. M. Ermon.

XLVI. Gen. Prostemma Lap. 61. P. guttula (Fabr.) Lap. Put. Reut. Forma ad elitre abbreviate Es-Salt.

XLVII. Gen. Coramus Curt. 62. C. sudapterus (De Geer) Put. Reut. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

XLVIII. Gen. Harpactor Lap. Am. et Serv. 63. H. punctiventris Herr. Schàf.

Haifa. Monte Libano (Gli esemplari di quest’ultima località non

furono riportati dal Dr. Festa, ma esistevano già prima nelle collezioni del Museo zoologico di Torino). Es-Salt.

XLIX. Gen. Gmneocephalus Klug. 64. O. aspericollis Reut. Dscherasch (larva).

L. Gen. Reduvius Lam. 65. R. personatus? (Lin.) Lam. Put. Reut. Due larve. Zebedani. Dscherasch (11 aprile).

66. Reduvius Festae n. sp.

Mas. Corpus nigrum glabrum, pronoto nitidulo. Capîtis cum collo longîtudo latitudine fere sesquiplea : parte anteoculari postocu- larî, collo exceplo, a supero visa oculo parum breviore, lateribus pone oculos incurvîs; disco ocellari parum elevato. Oculi parum promi- nentes, superne visi fronte interjacente aeque lati. Ocelli mediocres, distantes. Gula inter oculos latitudini mediae articuli secundi rostri aeque lata. Antennae breviter pilosae, setis articulorum ultimorum sat longîs, semierectis, arliculo primo margine tantum interna paucîs selis brevibus munito, parte anteoculari capilis longiore, secundo quam primum duplo longiore, et tertio sat breviore, quarto secundo aeque longo. Pronolum tobo postico subtillime ruguloso, lobo antico parum longiore, angutlis lateralibus obtusis, prominutis, carinis lon- gitudinalibus divergentibus distinctis, in lobo antico, eliamsi minime, productis: lobo antico sulco distincio diviso. Scutellum in spinam tongam reflexam productum. Hemielylra abdomine parum breviora, nigra: macula magna basali, duabus marginatlibus medtis, externa et interna, aliaque apîcali albis. Pleurae granulosae, metapleurae transversim rugulosae. Abdomen piceum, nitidulum, lateribus et ventris mediana parte luride testaceis. Pedes fusci: unguiculi testacei: tarsi anticî triarticulati.

Long. mm. 13.

Il capo è irto di qualche pelo fulvo alla sua estremità anteriore, come pure il rostro per tutta la sua lunghezza. La sporgenza del fronte fra le antenne è ben distinta. Il primo articolo delle antenne è alquanto assottigliato alla base e munito di una serie di peli fulvi nella parte interna: il secondo articolo è quasi glabro: il terzo ed il quarto sono sparsi di rari peli, ma più lunghi e inseriti quasi normalmente ad essi. Il lobo anteriore del torace è ben distinto dal posteriore e diviso in due parti quasi globose da un solco mediano longitudinale ben distinto: queste due parti sono finissimamente granulose, ma sono disegnate sulla loro superficie da tre leggerì solchi lisci, di cuj i due laterali arcuati ed il mediano a forma quasi di S.: il lobo posteriore trapezoidale è percorso trasversalmente da sottilissime rughe, che mancano al margine poste-

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riore, dove perciò è liscio e lucente: due creste ben distinte ai lati della linea mediana, incominciando all'estremità posteriore del lobo anteriore si protraggono più presso all'estremità del lobo posteriore, dove a poco a poco svaniscono: gli angoli laterali posteriori di questo lobo posteriore sono leggermente rilevati e granulosi. Lo scudetto è nero e leggermente rugoso e la punta, ricurva visibilmente in alto, è di color castagno scuro. Le pleure anteriori sono granulose: quelle di mezzo e le posteriori attraversate da rughe sottili: tutte sono nere: ma le due ultime por- tano una macchia giallo-pallida immediatamente sopra le anche me- diane e posteriori. Il mesosterno è percorso da una cresta mediana lon- gitudinale ben distinta ed al suo margine posteriore è fasciato di giallo-pallido. Le elitre sono lunghe quasi come l'addome, di color nero vellutato: la membrana passa al color leggermente caffè verso la sua estremità: le macchie bianche sono così disposte sopra ogni elitra: una, la maggiore, alla base è leggerissimamente gialliccia e si estende dalla base fin oltre il mezzo del corio, lasciando libera la parte interna del corio: un’altra quasi tondeggiante sul margine esterno a mezzo dell’e- litra comprende l’apice del corio, quasi tutto il clavo ed una parte della membrana: una terza, quasi trapezoidale, allo stesso livello della seconda, sta sul margine interno, ed è più piccola: infine la quarta, quasi trian- golare, sta all'apice della membrana ed è maggiore delle due mediane. L’addome è nero all’apice e quivi irto di corti peli fulvi: alla base, nel mezzo e sul connettivo, è testaceo lurido: così il connettivo, inferiormente dalla base fin oltre la metà, ed il ventre nel mezzo, sono di color lurido- testaceo, esclusa una serie mediana di macchie brune poco distinte. I piedi sono castagno-bruni quasi nerastri: i femori sono leggermente più pallidi alla base, quasi glabri: le tibie ed i tarsi sono muniti di alcuni peli fulvi: il margine inferiore dei femori e delle tibie sono leggermente curvi e muniti ambedue di una serie di minutissimi denti. Un esemplare solo da Ferzol sul Libano.

LI. Gen. Pirates Serv. 67. P. hybridus? (Scop.) Put.

Un esemplare col ventre interamente nero ed i piedi di colore gial- lastro come la parte coriacea delle elitre. Alessandretta (20 agosto).

LII. Gen. Holotrichiwus Burm. 68. H. rotundatus Staol. Reut. Una femmina da Merdsch-Ahin sul Libano (24 giugno).

Idrometridi

LIII. Gen. Hydrometra Latr. 69. H. stagnorum (Lin.) Lam. Put. Reut.

Forma ad ali abbreviate. Alle sorgenti del Nahr Ibrahim presso

i 40

Afka (20 giugno). Monti presso Fik ad oriente del lago Tiberiade. Beirut (11 luglio). LIV. Gen. Miesovelia Muls. et Rey. 70. M. furcata Muls et Rey. Beirut (11 luglio). LV. Gen. @erris Fabr. Latr. 71. G. gibbifera (Schum.) Put. Schtora alle falde del Libano. Pozzanghera presso Brak. Beirut (11 luglio). 72. G. Costae (Herr. Schàf.) Put. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. Pozzanghere presso il lago Houleh. 73. G. argentata Schum. Put. Gerico (Ain el Douch.).

LVI. Gen. Velia Latr. 74. V. rivulorum (Fabr.) Latr. Put. Reut. Parecchi esemplari, senza indicazione della località della Siria, e corrispondenti a quelli della varietà ventralis descritti dal Puton in Mittheilungen der Schweiz. entomol. Gesellschaft. 1881, p. 128. Un esemplare simile ai precedenti da un laghetto sul versante orientale del M. Ermon a 2000 m. circa. Alcuni altri nei fossati del M. Ermon. Dscherasch (11 aprile). Damasco (20 maggio). 75. V. currens ? (Fabr.) Latr. Put. Reut. Forma attera Es-Salt.

Naucoridi

LVII. Gen. Naueoris Geoff. 76. N. cimicotdes (Lin.) Geoffr. Put. Reut.

Qualche adulto e molte larve di tutte dimensioni Paludi neì din- torni del Lago Homs. (26 giugno).

Nepidi

LVIII. Gen. Nepa Lin. 77. N. cinerea Lin.

Laghetto presso Zebedani a circa 2000 m. sull’Antilibano. Schtora alle falde del Libano. Paludi nei dintorni del Lago Homs (26 giugno). Ain Haur a 1800 m. sul Libano.

Notonettidi

LIX., Gen. Notoneeta Lin. 78. N. glauca Lin. Laghetto presso Zebedani a 2000 m. circa sull’Antilibvano. Ain el

Poi

Hainad (Betania). Beirut (11 luglio). Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. Laghetto sul versante orientale del M. Ermon a 2000 m.

circa. Gerico (Ain el Douch). Cisterna presso Teraya. Pozzan- ghera presso Brak-Ain Haur a 1800 m. sul Libano.

LX. Gen. Amisops Spin. 79. A. producta (Fieb.) Put. Beirut (11 luglio).

LXI. Gen. IPlea Leach. 80. P. minutissima (Fabr.) Leach. Put. Reut. Moltissimi individui Beirut (11 luglio). LXII. Gen. Coriîsa Geoffr. 81. C. Fabricii (Fieb.) Puton. Ain el Hainad (Betania). Dscherasch (11 aprile) Beirut (11 luglio). 82. C. hieroglyphica Duf. Put.

Alcuni individui come quelli europei senza indicazione della località della Siria.

83. C. atomaria (Illig.) Put.

Laghetto sul versante orientale del M. Ermon a 2000 m. Rive del Giordano. -— Ain Haur a 1800 m. sul Libano presso Merdsch-Abhin. 84. C. carînata (Sahlb) Put. Ain Haur a 1800 m. sul Libano presso Merdsch-Ahin. Beirut (11 luglio).

85. C. striata (Lin.) Lap. Put. Reut. Beirut (11 luglio).

LXIIl. Gen. Sîigara Fabr. 86. S. minutissima (Lin.) Leach. Put. Reut. Numerosissimi individui. Beirut (11 luglio).

OMO TTERI Cicadidi

LXIV. Gen. Tettigia Am. 87. T. ornîi (Lin.) Am. Fieb.

Parecchi individui dei due sessi senza indicazione della località della Siria. Un esemplare da Afka alle sorgenti del Nahr Ibrahim alquanto

più piccolo e di colorazione generale più pallida, forse perchè più gio- vane.

LXV. Gen. Tibicima Am. 88. 7. haematodes (Scop.) Am. Fieb. Lato orientale del M. Ermon a 1800 m. circa.

SEIT od

LXVI. Gen. Cicadatra Am. 89. C. atra (Olivier) Am. Fieber.

Un individuo maschio che per la colorazione del pronoto, del dorso e dell'addome si avvicina alla varietà au del Fieber, e per la colora- zione molto pallida dei piedi alla varietà pazZipes dello stesso autore. Beirut.

LXVII. Gen. Cicadetta Am. 90 C. cantans (Fabr.) Fieb. Parecchi individui dei due sessi. Antilibano.

91. C. adusta Hagen. Fieb. Un esemplare che non corrisponde però perfettamente colla descri- zione del Fieber di questa specie. Antilibano.

92. C. Kollari ? Fieb. Antilibano.

93. C. Sareptana Fieb. Due soli individui Dintorni di Homs.

Fulgoridi

LXVIII. Gen. Oliarwus Staol. 94. O. roridus Fieb.

Un individuo che per le macchie brune delle ali appartiene alla va- rietà maculatus. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

95. 0. melanochaetus Fieb. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

LXIX. Gen. Cixifws Latr. 96. C. sîmilis Kirsch.

M. Ermon.

LXX. Gen. Dictyophara Germ. 97. D. multireticulata Muls. et Rey. Fieb.

Esemplari corrispondenti a questa specie per la lunghezza del fronte ed il margine anteriore del pronoto curvo: l'estremità delle tibie an- tariori e dei tarsi è bruniccia: l’estremo apice del rostro è nero. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. Banias sulla strada tra Saida e Damasco.

LXXI. Gen. Tottigometra Latr. 98. 7. hispidula Fieb. M. Ermon.

99. T. Obliqua Panz. Sign. Fieb. Esemplare corrispondente alla varietà A. descritta dal Signoret: cioè di color pallido: sulle nervature delle elitre alcuni punti sporgenti neri. M. Ermon.

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LXXII. Gen. Hysteropterum Am. et Serv. 100. H. d2200vum Fieb. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. Damasco (20 maggio).

101. H. Germari Fieb. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

102. H. nervosum Fieb. Adulto e larve. Ferzol sul Libano.

103. H. grylloides (Fabr.) Spin. Fieb.

Varietà colle elitre pallide finissimamente punteggiate di vari punti- cini bruni: dorso dell'addome quasi nero: ventre pallido: piedi anteriori e mediani prevalentemente bruni sui femori. Mar Saba (20 marzo). Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. Ferzol sul Libano.

104. H. fuscovenosum Fieb. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

105. H. distinguendum Kirsch. Fieb.

Bekfeiya. 106. H. striolatum Fieb. Bekfeiya. LXXIII. Gen. Phantia Fieb. 107. P. subquadrata Friv. Fieb. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. (A questa stessa specie ri- ferisco un esemplare in cui le elitre hanno tutto il margine apicale bruniccio ed i punti neri sono più distinti). Haifa (15 agosto). Jassidi LXXIV. Gen. Selenocephalus Germar. 108. S. griseus (Fabr.) Signoret. Esemplari della varietà chiara, bruna e uno di color molto più bruno, quasi nerastro. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. LXXV. Gen. Strongylocephalus Flor. Sign. 109. S. Megerlei Fieb. Sig. : Un esemplare di colorazione rossastra. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

LXXVI. Gen. Tettigomia Oliv. 110. 7. viridis (Lin.). Am. Damasco. LXXVII. Gen. PhHepsiuws Fieb. 111. P. reticulatus Fieb. Signor.

Alcuni esemplari, qualcuno di color molto più pallido. Mar Saba. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano. Wadi Seir.

Sep I

LXXVIII. Gen. Ediocerus Lewis. 112. I. diguttatus? (Fabr.) Am. Bekfeiya a 1000 m. circa sul Libano.

LXXIX. Gen. Pediopsis Burm. 113. P. virescens? (Fabr.) Am. M. Ermon. Merdsch-Ahin.

Cercopidi

LXXX. Gen. Triecphora Am. et Serv. 114. T. sanguinolenta (Lin.) Am. Dscherasch. Es-Salt. LXXXI. Gen. Philaemus Fieb. 115. P. marginellus Germ. Haifa (20 agosto).

4

nat PID

1050 - Tip. V. Hodratti & E. Lecco, via Gaudenzio Ferrari, 3 - Torino,

JUL20 1894 I{,695°

. BOLLETTINO

Musei di Zoologia ed Anatomia comparata

della R. Università di Torino

N. 1'7O pubblicato il 27 Aprile 1894 Vor. IX

Dr. DANIELE Rosa.

Allolobophora Ganglbaueri ed A. Oliveirae nuove specie di lumbricidi europei.

Allolobophora (Dendrodaena) Ganglbaueri n. sp.

Loc.: Crna-prst nelle Alpi Giulie (Carniola) a 4000 piedi s. m.; esem- plari raccolti dal dott. Ganglbauer dell’I. R. Museo di Storia Naturale di Vienna e comunicatimi dal ‘dott. E. von Marenzeller.

Lunghezza 42 mm.; diametro, verso il 15° segmento (massimo), 4 mm., a metà della regione postclitelliana 3 mm.; /orma cilindrica, non depressa, dietro al clitello rapidamente attenuata; segmenti 105; colore (in alcool) rosso-violaceo sul dorso, sopratutto ben visibile sulla regione anteclitelliana; questa tinta cessa nettamente sui fianchi, salvo in alcuni segmenti anteriori nei quali si estende anche al ventre.

Setole distanti: lo spazio ventrale aa ed i laterali 40, dc, ca sono quasi uguali, lo spazio dorsale dd è maggiore ma non è interamente il doppio degli altri; la linea laterale del corpo passa fra le setole ven- trali e le dorsali.

Prostomio ben sviluppato con processo quadrato che taglia metà ('/,) del primo segmento, senza solchi.

Critetto 24 29 = 6 coi segmenti ancora in parte (sui lati) distin- guibili, l’ultimo brevissimo; non si vedono su esso pori dorsali. T'udber- cula pubertatis ai segmenti 25, 26, 27 in forma di tre rilievi più o meno distinti, limitati dorsalmente da una linea chiara continua.

Papille ai segmenti 9, 10, 11, quattro per segmento portanti al centro le setole ventrali d, a, a, è ma fuse insieme in modo da formare tre fascie ventrali rilevate.

Aperture è sul 15° segmento in forma di minutissime papille bian- chiccie collocate un po’ esternamente (dorsalmente) alla setola (0). Porî dorsali non visti sulla regione preclitelliana.

MISS

Questa specie sembra affinissima all’A. dyblica Rosa così sparsa nella Siria (1). È però facile distinguerle: perchè nella dyblica il clitello ed i tubercula sono collocati un segmento più indietro; perchè nella byblica lo spazio dorsale e ventrale sono più ampii, ed anche il late- rale mediano (dc) nella parte preclitelliana è nettamente più largo degli adiacenti ad e cd; pel numero delle papille anteriori che nella byblica sono limitate al segmento 11. Nel resto l'A. dyblica è quasi affatto acquatica, mentre la n. sp. si trova nel legno fracido.

Fra le specie europee, la più vicina alla nostra sembra essere l'A. octoedra (Dendrobaena Boeckîi) malgrado la notevole differenza nella posizione del clitello. Non ho esaminato i caratteri interni avendo un solo esemplare; tuttavia i caratteri esterni bastano, credo, ad au- torizzarci a considerarla come una Dendrobaena (2).

Allolobophora /Dendrobuena) Oliveirae n. sp.

Loc: Guarda (Portogallo), esemplari raccolti e comunicatimi dal dottor Paulino d’Oliveira, professore all’Università di Coimbra.

Lunghezza 85-110 mm.; diametro presso al clitello, 3 mm.; seg- menti 167; forma cilindrica; colore carneo-chiaro, leggermente gial- lognolo al clitello (così in esemplari che essendo da pochi giorni in alcool non potevano ancora aver perduto il colore; delle A. foetida e putris raccolte e conservate insieme avevano ancora il pigmento purpureo).

Setole strettamente geminate

Prostomio piccolo, posteriormente angoloso in modo da intaccare in parte il segmento.

Ctitello (24 —- 30) = 7 su cui intravedono ancora gl’intersegmenti ed i pori dorsali ma non le setole; ben sviluppato anche sul ventre dove le setole sono ben visibili. Tubercula pubdertatis in forma di striscie bianche continue, le quali colle loro estremità arrotondate ter- minano sui segmenti 24 e 30, che non occupano interamente.

Aperture è al 15° segmento in forma di piccoli pori mal distinti senza alcun rilievo. Primo poro dorsale all’intersegmento 4-5.

Caratteri interni: Grandi masse ghiandolari si estendono sino a tutto il segmento; vescicole seminali tre paia ai segmenti 9, 11, 12, quello dell’11° piccolissime, le ultime grandissime respingenti i dissepi- menti in modo da occupare tre segmenti; padiglioni liberi ai seg- menti 10 e 11; spermateche molto grandi nei segmenti 10 e 11 aprentisi al 9-10 e 10-11 sulla linea delle setole dorsali cd.

Pei caratteri interni (sopratutto per le 3 paia di vescicole seminali)

(1) V. questo Boll., vol. VIII (1893), N. 160. (2) Vedi Rosa. Rev. dei lumbricidi. Mem. Accad. Scienze Torino, serie II,

T. XLIII, 1893.

ol

si deve considerare questa specie come una Dendrobaena; setole ge- minate si trovano anche nell’A. /Dendr./ Eiseni: sarebbe però la prima Dendrobaena senza pigmento rosso.

Per la posizione del clitello questa specie coincide colla A. parva Eisen, colla quale concorda anche per altri caratteri; però lA. parva ha colore rosso-bruno, aperture è tumefatte e cospicue e tubercoli estesi solo sui 6 segmenti 25-30.

D'altra parte A. parva non venne ancor trovata che nel Nord- America, a Mount Lebanon (New England), circa vent'anni fa (1).

(1) Eisen G., Bidrag til Rannedom om New-Englanas ock Canadas lumbricider; Ofversigi af K. Vetenskaps-Akademien Vérhandlingar 1874, Stockholm 1875.

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8001 - Tip. V. Fodratti

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JYUL-20 1894

‘BOLLETTINO

Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino

N. 4"74 pubblicato il 27 Aprile 1894 Vor. IX

I MOLLUSCHI dei terreni terziarii del Piemonte e della Liguria

descritti

dal Dott. FEDERICO Sacco

PARTE XV Fam. CYPRAEIDAE Gray 1824.

Gen. Cypraea Linn. 1740.

Sottog. Mauritia Troschel 1863. M. apenninensis Sace.

Sottog. Basterotia Bayle in Jouss. 1884. 2. Zeporina (Lk.) e var. praecedens, lyncoides, tauromarginata, taurogibbula e taurospirata. B.? sublyncotdes (D’Orb.) e var. /aurorotunda ed extuspirata.

Sottog. Mandolina Bayle in Jouss. 1884. M. gibbosa (Bors.) e var. mucronatoides, pergibba e longantiqua.

Sottog. Lyncina Troschel 1863. L. minor (Grat.) e var. conjungens.

Sottog. Pantherinaria Sacc. 1894. P. pantherina (Sol.) (tipo del nuovo sottog.) var. /0ss?lis.

Sottog. Vulgusella Jouss. 1884. V. orbignyana (Grat.) e var. coMli- gens, Genei e macrodonta. V. subrostrata (Gray)? var. Haveri, perlabiata, tauroplanala e taurospirata.

Nota. Allo scopo di rendere più rapida la pubblicazione della presente Opera, in modo da condurla a termine in breve tempo, d’ora in avanti, invece che nelle Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, essa verrà pub- blicata a parte, a spese dell'autore (come i precedenti fascicoli IX, X, XII, XII e XIV), e messa in vendita presso la libreria Loescher di C. Clausen Torino.

N. (Per acquisti complessivi e per abbonamenti all’Opera, presso ?’au- tore, sconto del 10 00).

ge

Sottog. Zonaria Jouss. 1884. Z. subexcisa (Braun) e var. expien- dens, ovatoîtalica, postsphaeroides, subiniquidens ed inaequilabiata. £. globosa (Duj.) var. taurodenticulata, taurovalis, taurospira, taurotriangularis e tauroparvula. Z. fabagina (Lk.)e var. juvenoaspira, crassidentula, Brocchii, expansa, marginatissima, tauroannulus, extusdentata, impura, elongatula, amygdalum, annularia, tauromagna, taterimata, tauroporcellus, dertamygda- loîdes e mioporcellus. Z. pinguis (Bon.) e var. /ongovulina e spiratina. Z. porcellus (Br.) e var. pseudotypica, pliocytîndrica, plioglobosa, Cocconti e subarostrata. Z. utriculata (Lk. e var. apyriformis, nucula, plioamygdalum , pseudamygdalum , derto- fabagina e dertocolligens. Z. sanguinolenta (Gmel.) var. colum- baria e taurolonga. Z. flavicula (Lk.) e var. longiscata, tauro- praecedens, spirapatens, pseudocylindrica, e substolida. Z. derto- flavicula Sacc.

Sottog. Proadusta Sacc. 1894. P. splendens (Grat.) (tipo del nuovo sottog.) var. parvitala, denticulina, longitala, submonetaria e r'i- mulata. P. subatomaria (D’'Orb.) var. extusplicata, subarostrata e nudispira.

Sottog. Erosaria Troschel 1863. ? E. erosa (L.).

Sottog. Naria Gray 1856. N. planodentata Sacc. e var. taurodentata.

Sottog. Luponia Gray 1832. L. olîgovulaea Sacc. e var. pyru-

latior, taurosimplea e taurolongiuscula. L. ovulina (Grat.) var. ovulaea , rotundocrassa , gracililabiata, îinterruptedentata e juvenogracilis. L. oligolaevis Sacc. L. Jousseaumeî (Bay.)

var. longapenninica, proalgoensotdes e pseudodentata. L. subphysis (D'Orb.) var. tauramygdalum, algoensoides, tauroperlonga, tauro- labrosa e dertotransiens. L. labrosa (Bon.) e var. miocolligens, dertoconjungens, parvoastensis e parvolonga.

Sottog. Luponovula Sacc. 1894. ZL o/igovata Sace. (tipo del nuovo sott.)o var. extusadentata.

Gen. Trivia Gray 1832.

Sottog. Trivia (str. sensu). 7. europaea (Mont.) e var. coccinet- loides ed antiquosphaera. T. sphaericulata (Lk.) e var. parvo- sphaera , retusoîdes, obsoleta, perobsoleta, pseudavellana, propea- vellana e parvavellana. T. Grayî (Micht.). T. affinîs (Duj.)

e var. pseudasulcata, taurominor, taurodimidiata e dertominor. T. avellana (Sow.) var. dertonensis, dertoparvula, avellanula e lestudinelta. T. dorsolaevigata (Cocc.) e var. sulconitens. T. dimidiata (Bronn) e var. /aevisulcutata.

Sottog. Pusula Jouss. 1884. P. pediculus (L.) var. subpediculus(D’Orb.).

gp

Gen. Pustularia Swainson 1840.

Sottog. Jenneria Jouss. 1884. $. laeviappenninica Sacc. e var. sulculata, costicillatior ed acarinata. S. duclosiana (Bast.) e var. faurolaevîs, asulcolaevis, sulcicauda , amplesulcata , propus- tulata, ovatolaevis, subasulcolaevis e laevissima.

Gen. Erate Risso 1826.

Sottog. Erato. (str. sensu). E. /aevîs (Don.) e var. subcypraeola, dertincrassata, cypraeola, pernana, elongata, brevispira , labian- gulata, subalata ed uniplicata. E. spiralis (Dod.).

Sottog. Eratopsis Hoern. e Auing. 1880. £. Barrandei (H. A.) var. planutosa, subasulcata, taurasulcata e subagranutlosa.

Fam. AMPHIPERASIDAK H. e A. Adams. Gen. Amphiperas Gronovius 1781 (Ovula Brug. 1789).

Sottog. Neosimnia Fisch. 1884. N. spelta (L.) e var. pliomajor ed acutogracilis. N. passerinatis (Lk.) e var. subbiconica, plio- transiens e birostroîdes.

Sottog. Volva Bolt. 1798 (Radius Montf. 1810). V. laurinensîis Sace,

PARTE XVI.

Fam. CANCELLARIIDAE H. e A. Adams 1853. Gen. Cancellaria Lamarck 1799.

Sottog. Trigonostoma Blainv. 1826. 7. oligolongum Sace. e var. aequivaricosa. T. protrigonostoma Sace. T. umbilicare (Br.) e var. Bellardîi, ligustica e parvotriangula. T. taurocrassum Sacc. e var. subauriculata. T. scabrum (Desh.) e var. tauro-= costicillata. T. cassideum (Br.) e var. spiratior e paucicostata. T. dertocassideum Sacc. T. miocenicum (Dod.). T. amputl- laceum (Br.) e var. turritior, acosticillata, scabroides, tauropar- vula e tauropercostata. T. gradatum (Hòrn.) var. dertumbilicata e fauroconnectens. T. fenestratum (Eichw.) e var. faurelongata, depressocostata, supracostulata, tauracuta, polonica e dertopostica. T. taurolaevigatum Sacc. e var. laevior e cancellalina. T. îm- bricatum (Hoern.) var. dertocosticillata e var. crassocostata. T. crassicosta (Bell.) e var. gracîtina e percostalula. T. scro- biculatum (Hoern.) e var. costicilltatina. T. Michelinii (Bell.) e var. compressula, percrassulala , percostatoacula e costatissima. T. subacuminatum (D’Orb.) e var. costulatior e converior.

Sottog. Scalptia Jouss 1888. S.? dertoscalata Sacc. e var. eascro- biculata, hirtocostata, ovoidolaevis, suprafasciolata e pseudotribulus. Sottog. Nevia Jouss. 1888. N. hedbertiana (Hòrn.). N. taurofa-

veolata Sace. Sottog. Ventrilia Jouss. 1888. TV. trochlearis (Fauj.) e var. taurinia,

alternicosiula, sulcata e pseudovitia. V. obsoleta (Hoern.) var. taurotatior e taurocostatior. Sottog. Ovilia Jouss. 1888. 0. dolioltarîs (Bast.) var. umbilicina

0. Bernardti (May.) var. taurocaudata e tauroaspira.

Sottog. Gulia Jouss. 1888. G. acutangula (Fauj.) e var. decussata, depressîcosta , longojuvenis e scalariformis. G. Gestini (Bast.) e var. laurinia, taurofasciata, crassopostica e compressohirta. G.? taurangulifera Sacc. G. westiana (Grat.)? var. lauroparvula Sace. G. erwestiana Sace. var. pyramidata, perproducita e fuso- ascalaris. G. mutinensîs (For.) e var. pyramidatospira e cacel- towesliana.

Sottog. Solatia Jouss. 1888. S. piscatoria (L.) var. minor, pseudo- typica, crassicosticillata e transhirta. S. hirta (Br.) e var.

major, peracuminata, turrita, multicostata, laeviltabris, subobtlite- costata, colligens e dertosimplex. S. Barjonae (Da Costa) var. der-

toturrita, nodulosissima e taurospinosa. S. Doderleini (May.) e var. laticostata, convexior, raricostata e turritula.

Sottog. Calcarata Jouss. 1888. C. ca/carata (Br.) e var. trapezium, ampleumbilicata, scalaratula, spinosissima, quadrulalta, basicosti- cîiltata, dertopercostata e tauroconneciens.

Sottog. Tribia Jouss. 1888. T. uniangulata (Desh.) e var. multi- costata, bicosticillata, pseudocoronata, pluricostulata , dertoperco- stulata e dertolyratotdes.

Sottog. Bivetia Jouss. 1888. 2. cancellata (L.) var. pluricostici- lata, suprafasciata, perscalarata, înfracosticillata, pseudonassoides, astensîis e taurelongata. B. dertonensîs (Bell.) e var. dertonas-

soîdes, compressospîira, angulatina, subbiplicata, taurobliquata , taurinia, taurolurris, taurocosticiltata e taurocompressa. Sottog. Bonellitia Jouss. 1888. B. BoneZlii (Bell.) e var. turgidula,

umnicosticillata, laevicolligens e cancelltatula. B. serrata (Bronn) e var. derltonensis, pauciserrata , simplicicostata, compressula ed aequicosticillata. B. dertocrenata Sacc. B. evulsa (Sol.) var.

taurinia, taurelegans, rotundulatior, semiacostata, pseudacostata, crassevaricosa, miolonga, oligocancellata, costatonodosa e nodosîs- sima. B. multicostata (Bell... 2. tauroconvexula Sacc. e var. înfracosticillata.

Sottog. Contortia Sacc. 1894. C. contorta (Bast.) (tipo del nuovo sottog.)e var. laurinia, tauroturrita, dertocontorta, eximbricata e

rotundulina. €. Altaviltae (Lib.) e var. strictoturrita. C. ne- glecta (Micht.). C. deshayesiana (Desm.) e var. /ongonassoîdes e mericoides. C. callosa 2 (Partsch.) e var. faurolaevior e tauro- turrita.

Sottog. Uxia Jouss. 1888. UV. deperdita (Micht.) e var. turrituloîdes. Sottog. Sveltia Jouss. 1888 S. oblita (Micht.). S. varicosa (Br.) e var. perlypica, simplicior, persuturata, bicosticillata, dertosutu- rata, miocenica e tauraspina. S. dertovaricosa Sacc. e var. magnoturrita , spinulatior e subasuturata. S. angulovaricosa Sacc. S. faurinia (Bell.) e var. mioconnectens e parvoturrita. S. Qyrata (Br.) e var. spinulosa, dertoconvexulata, dertocosta- lissima, biperspinosa, miocenica, taurinia, taurangulosa e tauro-

bispinosa. S. intermedia (Bell.) e var. afasciata e plioligustica. S. tribulus (Br.) e var. latefasciata, perscalaris, junior e costi- cillatissima. S.? fusospinosa Sacc. S. taurospinulosa Sacc.

Gen. Aphera H. e A. Adams 1853.

Aphera Dufourii (Grat.). A. Bronni (Bell.) e var. subdareticu- lata A. ovatocrassa Sace.

SR) e

Gen. Massyla. H. e A. Adams 1853. Massyla tabrosa (Bell.)

Gen. Broechinia Jouss. 1888.

Brocechinia mitraeformis (Br.)e var. tauroparva, subanodosa, ano- dosomagna, depresseplicata, paucicostulata, subasuturata, laevifasciata e pyramidalis. B. crassinodosa Sacc. B. parvula (Beyr.) var bdica- rinata, pluricarinata e supracosticiltata.

Gen. Admete Mòoller 1842.

Aamete fusiformis (Cantr.). A. costellifera (Sow.) var. fuso- convera e crassicosticillata. A. nassiformis (Segu.) var. laevico- lumella, quatuorcositata e Dregeri.

AULE 1044 1696

‘BOLLETTINO

Musei di Zoologia i dla comparata

della R. Università di Torino

N. 472 pubblicato il 25 Maggio 1894 Mor. JX

Viaggio del Dr. E. FESTA in Palestina, nel Libano e regioni vicine,

Parte narrativa del

Dott. ENRICO FESTA.

Nella primavera e nell'estate del 1893 io feci un viaggio in Siria allo scopo di raccogliere e studiare i gruppi di animali meno noti di quella regione. Parecchi viaggiatori, prima di me, si occuparono della fauna della Siria, ultimo fra i quali il Barroisj ma fra questi ben pochi visi- tarono l’ Hauràn e le regioni della Palestina situate al di del Giordano. Perciò credo non inutile pubblicare l’itinerario del viaggio colle os- servazioni zoologiche, che mi venne dato di fare, specialmente riguardo ai Mammiferi ed agli Uccelli.

Partito il 27 febbraio da Genova, giunsi ad Alessandria d’ Egitto il 5 marzo. Mi trattenni ad Alessandria due giorni, poi feci una breve gita al Cairo. Il 10 marzo alla una pom. io lasciava Alessandria col vapore « Ceres » del Lloyd Austriaco diretto a Giaffa. Aveva con me il servo Lorenzo, montanaro di Viù, che aveva condotto per aiutarmi nelle ri- cerche zoologiche.

Il giorno 12 giungemmo a Giaffa verso le sette ant. Per la rapacità dei barcaiuoli arabi, che si contendono i passeggieri come prede, e poi li trattano come tali, ed anche per il mare quasi sempre burrascoso, lo sbarco a Giaffa si fa per lo più colla massima confusione; io però sbarcai con tutta tranquillità, grazie alla gentilezza dell’egregio nostro agente consolare cav. Alonzo, che aveva mandato un cawas (soldato del consolato) a prendermi a bordo. Giunto a terra, trovai uno dei figli del cav. Alonzo, che era venuto con somma gentilezza a ricevermi, e

mercè il suo intervento, le difficoltà doganali, che per me sarebbero state gravissime in causa del mio molto bagaglio, furono presto appianate.

Rimasi a Giaffa due giorni per visitare i dintorni della città, che sono bellissimi, specialmente per la lussureggiante vegetazione dei giardini, in cui sono coltivati aranci, limoni, banani e palme.

Numerosissimi uccelli vi hanno eletto domicilio; e fra questi era ab- bondante il Bulbul /Pycnonotus xanthopygus), che io vedeva per la prima volta, ed il cui grato canto risuonava da ogni parte; è l’uccello preferito dagli abitanti della città, e sovente si addomestica tanto da poter essere lasciato liberamente vagare per la casa.

I rettili erano pure molto abbondanti, specialmente gli Stellioni (Agama stellio), nei campi e nelle strade.

Il 14 marzo io partii a cavallo per Gerusalemme. Il mio servo Lo- renzo, e l’interprete Giorgio (un arabo, che mi era stato raccomandato dal cav. Alonzo, e che aveva preso al mio servizio) vi recarono in ferrovia. Questa fu costrutta due anni or sono, ma molto male, e quando il terreno è smosso dalle pioggie, il treno va con una lentezza incre- dibile; perciò è molto meglio fare il tragitto a cavallo, tanto più che la strada da Giaffa a Gerusalemme è assai pittoresca.

A Gerusalemme prima mia cura fu di visitare il nostro console sig. avv. cav. Mina, che ricevette con squisita gentilezza.

Spesi tre giorni a visitare la città ed a fare i preparativi per la mia prima escursione al convento di S. Saba situato fra selvaggie ed aride montagne a circa quattro ore da Gerusalemme. Feci pure varie escur- sioni nei dintorni della città. Trovai però ancora assai scarsi i rettili e gli insetti, essendo in questa stagione il clima ancor molto rigido.

Io aveva pure incaricato molti indigeni di portarmi animali, ma da essi non ho potuto, causa la loro pigrizia, ottenerne che pochissimi e delle specie più comuni, di cui poi pretendevano prezzi così esorbitanti, che dovetti rinunciarvi.

Il mattino del 18 alle sei antim. partimmo pel convento di S. Saba.

La strada che va a Mar-Saba non è che uno stretto e malagevole sentiero, che ora costeggia il letto del torrente Cédron, ora corre fra selvaggie montagne; avvicinandosi al convento diventa meno cattiva, e costeggia un profondo burrone scavato dal Cédron in una roccia cal- carea con assise di salice. Nelle pareti di questo burrone si aprono numerosissime piccole grotte, dimora prediletta di numerose colonie del Neophron percnopterus, del Falco cenchris e della Columba schimperi.

Dopo circa quattro ore dalla nostra partenza da Gerusalemme arri- vammo al convento, vasto edificio abitato da monaci greci, che si com- pone di molte casette in parte scavate nella roccia. Esso è appiccicato come un nido di falco ad uno dei fianchi del burrone ed è circondato da un altissimo muro munito di due torri.

da Spe

Il Superiore, pel quale io aveva una lettera di presentazione del Pa- triarca Greco di Gerusalemme, procuratami dal cav. Mina, mi accompagnò a visitare il convento.

Sopra una terrazza situata a più di 150 metri di altezza dal fondo del burrone vidi con gran piacere, per la prima volta, il graziosissimo Amydrus tristramii, che qui chiamano Charur e che non si trova quasi che nei dintorni di questo convento ed in quelli del convento del Monte della Quarantena presso Gerico; esso è un uccello assai bello, con colorito nero lucente è colle ali rosse, e quivi era così famigliare che veniva a prendere il cibo dalle mani dei monaci.

Dopo una breve visita al chiostro, discendemmo nel burrone deno- minato dagli Arabi Wady-en-Nar. Esso è una strettissima valle che si estende sino al Mar Morto, fiancheggiata da ripidissime pareti rocciose alte quasi 200 metri, in cui si aprono numerose grotte, che servirono un tempo di dimora ai monaci seguaci di S. Saba.

Trattenutici nel burrone fin verso il mezzodì, riattraversammo il convento per recarci al nostro accampamento posto in una piccola valle dietro il convento stesso.

I beduini pastori, che abitano nei dintorni, erano un tempo ferocis- simi; ora sono più miti, ed è solo prudenza mettere la notte uno dei loro a guardia delle tende, ma non è più necessaria scorta armata.

Mi trattenni tre giorni a fare ricerche nel Wady-en-Nar e nelle mon- tagne circostanti, e quivi oltre gli Avvoltoi, i Falchi, le Colombe e gli Amydrus, trovai pure comuni la Afhene glaux, la Cotile rupestris, il Passer hispaniolensis e la graziosa Cercomela melanura, vivacis- sima e fidente bestiuola. Essa, quando qualcuno le si avvicina, si posa su qualche prominenza, donde, allargando e battendo rapidamente la coda, sta a osservare senza impaurirsi.

I cespugli, che qua e colà formavano piccole macchie presso il letto del torrente erano popolati da gran numero di S?/vie, specialmente dalla Sylvia curruca. Uccisi pure un Turdus musicus e mi stupii assai di trovare ancora a questa stagione tale uccello in questi paesi.

Malgrado i nostri sforzi, io Lorenzo riuscimmo ad uccidere alcun esemplare di Amydrus tristramii; questi uccelli, forse perchè avevano i nidi, non volevano allontanarsi dal convento, dove ci era impossibile l’ucciderli. Lorenzo ne trovò un nido in una spaccatura di una roccia; questo era fatto senz’arte e composto di steli d’erba e di piume; nello interno era rivestito di piume; disgraziatamente i quattro piccoli, che erano dentro, erano ancora del tutto implumi, sicchè decisi di aspet- tare a prenderli quando sarei ripassato di andando a Gerico.

Raccolsi buon numero di chiocciole, insetti e ragni. Erano pure ab-

bondantissimi enormi miriapodi (Julus), di cui alcuni misuravano non meno di 18 cm.

2g. fio

Intanto il tempo s’era fatto bruttissimo, e siccome pioveva continua- mente, il 22 marzo decisi di ritornare a Gerusalemme, dove dovetti stare per tre giorni quasi sempre chiuso in casa, per il freddo intenso e per la neve caduta così abbondantemente da coprire il suolo di uno strato di più di 15 centim. d'altezza.

Frattanto mi recai a visitare i Rev. D. Barberis e D. Villanis, segre- tario il primo, cancelliere il secondo del Patriarcato latino di Geru- salemme, dai quali fui ricevuto con grandissima gentilezza; mi presen- tarono a S. Eccellenza Monsignor Piave Patriarca ed al Mons. Appodia Vicario, che promisero raccomandazioni peri loro Missionari che dimorano nelle regioni ad Est del Giordano, dove io voleva recarmi in seguito.

Era pure mio progetto fare un’escursione ad Engeddi o Ain-Dschiddi e Massada o Sebbeh, località situate sulla riva sinistra del Mar Morto.

Desiderava sopratutto di andare ad Engeddi, perchè i monti vicini sono tuttora la dimora preferita di una bellissima specie di stambecchi (Capra beden), ed inoltre perchè sperava di trovare nella piccola pianura di Engeddi animali interessanti, formando essa come un ter- razzo a quasi 120 metri al disopra della riva del Mar Morto, circon- dato da ogni parte da aride montagne. Dovetti tuttavia rinunziare a tale escursione a causa di torbidi scoppiati fra varie tribù beduine di quei dintorni.

Il 25 marzo, quantunque il tempo seguitasse ad essere cattivo, decisi di partire per Gerico, ove aveva intenzione di fermarmi per una quin- dicina di giorni. Avrei desiderato passare pel convento di S. Saba per prendervi il nido di Amydrus trovato il 20 marzo, ma pel tempo cat- tivo dovetti scegliere la strada carrozzabile, recentemente costrutta e già abbastanza buona.

Da Gerusalemme a Gerico la strada corre quasi tutta fra aride mon- tagne coperte di scarsi cespugli. Solo qua e sonvi piccole valli col- tivate a cereali. Nei dintorni di questa strada vidi molto comuni la graziosa Cercomela melanura e la Lodola del deserto (Am2m0omanes deserti).

Impiegammo circa cinque ore per giungere a Gerico.

Il villaggio arabo di Gerico (Er-Riha) è formato da poche misere ca- tapecchie coperte di rami e di terra. Presso il villaggio furono in questi ultimi anni costrutte varie case all’europea, fra cui un comodo albergo, il « Jordan Hotel », esercito dal sig. Max Ungar, persona assai gen- tile ed onesta, alla quale era stato raccomandato dal cav. Mina, e non inutilmente, avendomi egli usata ogni cortesia. Egli mise a mia disposi- zione due grandi camere, in cui potei comodamente disporre il mio ba- gaglio, ed in una delle quali impiantai il mio laboratorio zoologico; inoltre si occupò per procurarmi un cacciatore indigeno, e mi trovò un

CIR

beduino per nome Andam, forte, agile ed intelligentissimo, che mi rese ottimi servizi.

La pianura di Gerico, come quasi tutta la valle del Giordano, per la sua depressione sotto il livello del mare gode di un clima assai più caldo che le regioni che la circondano; così la sua flora e la sua fauna hanno un carattere quasi tropicale, ed assai diverso da quello delle regioni circostanti.

La parte della pianura che è vicina al Mar Morto è sabbiosa e de- serta; però lungo le piccole vallette (wady), formate dalle acque di varie fontane salmastre, sonvi folte macchie di tamarici e qua e presso le fontane ampii e fittissimi canneti, dimora di numerosi cinghiali. Questa parte della pianura doveva un tempo essere sommersa (e forse in parte lo è ogni anno all’epoca delle piene del Mar Morto) poichè in molti punti vi si vedono grandi ammassi di tronchi d’alberi anneriti dalle acque salate. L'altra parte della pianura percorsa dal Giordano e dal torrente Nahr-el-Kelt è ricca di lussureggiante vegetazione, e lungo le sponde del Giordano vi sono bellissimi boschi paludosi composti so- vratutto da salici, pioppi e tamarici così intricati che è quasi impos- sibile introdurvisi; anche qui i cinghiali sono molto numerosi. Presso le montagne che limitano a Nord-Ovest la pianura scaturiscono varie sor- genti, Ain-es-Sultan, Ain-el-Douk e Ain-el-Audjéh, che contribuiscono ad irrigare questa bella regione, in cui la campagna è coltivata sovra- tutto a cereali. Presso il villaggio vi sono pure alcuni bellissimi orti.

Anche qui cercai di indurre gli indigeni a portarmi animali, ma nulla ottenni.

Il aprile dovetti lasciar Gerico per qualche giorno ed andare a Geru- salemme per formarvi la carovana che mi era necessaria per inoltrarmi nelle regioni ad Est del Giordano.

Il mio progetto era di visitare le suddette regioni, di spingermi nell’Hauràn, provincia ancora poco nota, quindi recarmia Damasco, e visitare i laghi che si trovano ad est di quella città, poi il lago di Mzerib, quelli di Tiberiade e di Huleh, e quindi trattenermi qualche tempo nella catena del monte Ermon; pensava in seguito recarmi a Beirut, e di percorrere la catena del Libano, per discendere ad Homs, e ritornare, percorrendo la catena dell’Antilibano, a Damasco. Scrissi per ciò al nostro console generale a Beirut, comm. nobile Enrico De-Guber- natis, pel quale io aveva avuto, come per tutti i consoli della Siria, speciali commendatizie di S. Eccellenza il Ministro Brin, statemi pro- curate dall’avv. Senatore Casalis. Pregava pure il console di procurarmi dalle Autorità locali la protezione e gli aiuti necessarii.

Egli rispose sconsigliandomi dal mio itinerario poichè, a suo parere, trattandosi di regioni semi-barbare, pochissimo note, e così lontane, se io non partiva dalla sede dell’autorità, cioè da Beirut, gli ordini

a mio favore sarebbero giunti lenti, incerti e spesso male interpretati. Decisi adunque, dietro il suo consiglio, di limitare per allora i mieî studii alle regioni della Palestina poste ad est del Giordano e di ritornare poi a Giaffa e di qui per mare recarmi a Beirut.

In varie località delle regioni ad Est del Giordano il Patriarcato la- tino di Gerusalemme ha missioni, e S. E Monsignor Piave mi racco- mandò gentilmente ai suoi missionarii. Il cav. Mina, che mi colmò sempre delle più grandi gentilezze durante il mio soggiorno a Gerusa- lemme, mi procurò dal Pascià lettere pei Kaimakam (governatori) di quelle regioni, in cui era loro ordinato di aiutarmi e proteggermi.

Il 4 aprile io ripartiva per Gerico. Questa volta seguii la strada che passa per Mar Saba, poichè voleva prendere colà il nido di Amydrus tristramii che vi aveva trovato il 21 marzo. Ma disgraziatamente colà giunto, trovai che i piccoli avevano già abbandonato il nido.

La via che da Mar Saba va a Gerico è uno stretto e malagevole sentiero, che passa tra aride montagne; siccome questi paraggi sono abitati da beduini molto turbolenti e ladri, dovetti rassegnarmi a met- termi sotto la protezione di un capo-tribù, che mi fece accompagnare da uno de’ suoi. Lungo la via incontrai parecchie cisterne in cui feci abbondante raccolta di crostacei; raccolsi pure, cammin facendo, varii rettili.

A Gerico ripresi la mia solita vita di raccoglitore. Sempre accompa- gnato dal fido Andam, dall’interprete e qualche volta da Lorenzo, girovagava tutto il giorno, visitando ora i dintorni del Mar Morto, che mi offrivano ampia messe di animali arenicoli, ora i boschi palu- dosi delle rive del Giordano, ora i campi coltivati ed i luoghi incolti, dove le falciature col retino che io faceva fra le altissime erbe frut- tavano molti insetti.

Andai un giorno fino alle fontane Ain-el-Douk e Ain-el-Audjéh. Per giungere a quest’ultima attraversammo un’ampia valle pianeggiante, in cui vidi uno sterminato stuolo di cicogne {Ciconia alba) migranti verso il nord. Le due suddette sorgenti hanno acque fresche e limpi- dissime, e dànno origine a torrentelli, presso i quali uccisi il bello e variopinto A/cyon smyrnensis e la Ceryle rudis; queste due specie di alcionidi sono comuni in questa regione, mentre il nostro Martin- pescatore (A/cedo ispîda) è molto raro.

Nei torrentelli presi numerosi pesci dei generi Capoeta e Discognathus, che trovai, in seguito, comunissimi in ogni corso d’acqua.

I fossati derivati dalle sorgenti e ricchi di rigogliosa vegetazione acquatica mi offrirono buon numero di cobitidiî, di rane, di insetti e molluschi acquatici e di crostacei.

Mi recai pure a visitare varie caverne scavate nel monte della Qua- rantena (Dyebel Karantal), distante circa quattro Km. da Gerico, ca-

verne che un tempo probabilmente servirono da cappelle, poichè alcune sono ornate di antichi dipinti sacri; esse sono scavate in una parete di roccia quasi a picco ed elevate più di 300 m. dal fondo del burrone. Di alcune di esse si approfittò per fare un convento, dove, facendo una vita da trogloditi, abitano ora alcuni monaci greci; quivi rividi molto domestico ed abbondante l’ Amydrus tristramiiî, ma neppur qui potei procurarmene alcuno. Aveva sperato di fare nelle caverne buona preda di chirotteri, invece i pochi che vi trovai, mi sfuggirono quasi tutti, e non potei uccidere che un Vesperugo nociuta.

Già fino dal mio arrivo a Gerico, io aveva desiderio di fare ricerche nel Mar Morto; ma non aveva barche, e nei dintorni non ne esisteva alcuna. Pensai perciò di costrurre una zattera. Il proprietario dell’al- bergo aveva alcune tavole che mise a mia disposizione; il Rev. Padre Lievin de la Hamme dei Francescani di Gerusalemme, venuto in quei giorni a Gerico, dove il suo Ordine possiede un podere, mi concesse pure assai gentilmente varii altri legnami; quindi il 6 aprile, caricato tutto ciò su un cammello, e scortati questa volta dal capo Rachid degli Abou-diss e da alcuni de’ suoi, ci mettemmo in via pel Mar Morto.

Colà giunti, col gentile aiuto del signor Max Ungar fabbricammo la zat- tera. Varata la famosa nostra nave, in presenza di moltissimi /0wris/es, potemmo io e Lorenzo avanzare con grandissima fatica, causa le onde contrarie, fino a circa 1 chilm. al largo; quivi pescai con cura, ma, come del resto prevedeva, senza alcun risultato. Raccolsi pure fango del fondo ad una profondità di 50 a 100 m. che misi in bottiglie.

Ritornato presso le sponde, trovai, nei luoghi dove il lago faceva delle insenature molti pesciolini del genere Cyprinodon vivacissimi, che spaventati fuggivano verso il profondo del lago. Percorsi il tratto di spiaggia Nord-Ovest, compresa tra il punto distante circa 1//, Km. dalla foce del Giordano e Ain-el-Feschkah; e non solo trovai Cyprt- nodon nei punti dove la presenza di canneti dinotavano lo sbocco nel lago degli Wady formati dalle acque delle varie fontane salmastre dei dintorni, ma anche in alcuni punti dove la spiaggia era nuda, sempre però dove eranvi ammassi di piante.

Più tardi, visitando le fontane salmastre dei dintorni e le pozzanghere lasciate dalle inondazioni del lago, in alcune delle quali l’acqua era quasi più salata che quella del lago, vi trovai comunissimi i Cyprinodon. Questi pesciolini giungono certamente nel lago dalle fontane suddette, ed io credo che vi possono vivere nella stagione in cui li trovai, pel fatto che essendo il lago in grande piena, la sua acqua forse avrà avuto una salsedine un po’ minore che nell’ estate. Ma non credo ch’ essi vi possano vivere nell’ estate, quando )’ acqua, anche per l’ evaporazione aumentata, acquista la sua salsedine ordinaria.

Un fatto analogo fu già osservato nel lago di Van nell’Alta Armenia.

Il dott. Lortet (1) così ne parla:

« Au moment de la fonte de neiges une nappe d’eau douce, moins dense s’étend sur une grande partie du lac. Des myriades de poissons nagent alors à la surface jusqu’à ce que les phénoménes de la diffusion, ayant rendu ces eaux saumàtres, fassent périr ces animaux par milliers et forcent les survivants à se retirer dans les cours d’eau du rivage, »

Il Signor L. Lartet (2) aveva già trovato il Cyprinodon dispar nel Mar Morto allo sbocco di Wady Moyeb, ed anche abbastanza avanti nel lago, ed opinava che quei pesci potessero colà vivere, perchè l’ acqua proveniente dallo Wady non si era ancora mescolata See con quella del lago.

Il 10 aprile dovetti nuovamente ritornare in tutta fretta a Gerusa- lemme, poichè il dragomanno con cui io aveva fatto contratto per la mia escursione nelle regioni ad est del Giordano, non voleva più venire con me. Io aveva avuto il torto massimo di non fare con lui contratto scritto ma solo verbale, ed ora egli pretendeva per seguirmi un prezzo esorbitante e molto maggiore del convenuto; egli mi metteva pure con- dizioni inaccettabili. Dovetti perciò andare a cercarne un altro che for- tunatamente, grazie all’aiuto del sig. console Mina, trovai presto ed a patti onesti. L’11 ritornai a Gerico per mettere in ordine le raccolte fatte e spedirle in Italia.

Le collezioni fatte a Gerico riuscirono abbastanza copiose; però, quelle dei mammiferi, uccelli e rettili furono poco abbondanti, avendo io dato speciale attenzione agli animali inferiori, e non essendo riuscito, come già dissi, ad avere dagli indigeni nulla.

Fra i mammiferi, uccisi un bellissimo sciacallo (Canis aureus) che, cosa rara in questa stagione, aveva ancora il bel pelo d’inverno. Ebbi pure varie pelli di volpi, ma non ho potuto utilizzarne che una sola di Vulpes nilotica. Avvelenai con la stricnina una Iena (Zyana striata), ma, quando ne trovammo il cadavere, era già in putrefazione, poi i cani vaganti e gli sciacalli me ne rovinarono lo scheletro e persino il cranio. Uccisi pure molte lepri ma anche di queste, essendo in muta, non potei conservare la pelliccia. Ebbi pure due Mus musculus var. bactrianus ed uno Psammomys obesus. Questa specie deve, a giudicarne dal numero delle tane, essere molto numerosa nei luoghi sabbiosi e deserti che cir- condano il Mar Morto. Questi rosicanti, a differenza degli altri muridi,

(1) L. LoRTET, Poiîssons et Reptiles du lac de Tibériade et de quelques autres parties de la Syrìe. Archives du Muséum d’histoire naturelle de Lyon Tom. II, 1883, pag. 178.

(2) Lours LARTET, Salure de Veau de la Mer Morte, Bulletin de la Société Géologique de France. Tom. XXII, pag. 719.

escono di pieno giorno, anzi non li vidi mai fuori delle tane che verso il meriggio; sono sospettosissimi, per cui, non avendo io trappole, non potei ucciderne col fucile che uno.

Di uccelli potei fare raccolta un po’ più abbondante. Preparai circa sessanta pelli: varii bei rapaci, fra cui un’Aqui/a pennata, e varii Buteo desertorum, che trovai abbastanza comuni nei dintorni di Gerico; varii passeracei interessanti, e fra questi il raro Passer moabiticus che il Tristram non riuscì a trovare che due volte. Io ne trovai diversi pic- coli branchetti nelle folte macchie delle rive del Giordano presso l’e- stremità Nord della pianura di Gerico. Qui la macchia era però così intricata, che degli individui uccisi non riuscii a trovare che due.

In queste macchie si trovavano pure numerosi cinghiali (Ss scrofa), e in discreto numero i francolini (Francolinus vulgaris). Questi ultimi però anche qui vanno facendosi ogni anno più rari. Al maschio di questa specie ci si può con facilità avvicinare essendo guidati dal suo richiamo che si ode da lungi. Lo emette specialmente al mattino e verso sera; se il cielo è nuvoloso grida quasi tutto il giorno. Se però è facile avvi- cinarlo, non lo è punto il farlo alzare a volo, poichè protetto com'è dagli intricatissimi cespugli, non si decide a farsi vedere che costretto dai cani.

Uccisi poi numerosi esemplari delle due specie di pernici qui esistenti: la Caccabis chukar comune in tutta la Siria, e la Ammoperdìîx heyi propria del bacino del Mar Morto.

Le quaglie (Colurnix communis) erano numerosissime in tutti i luoghi.

Vidi due volte nei canneti presso il Mar Morto il raro Caprîmulgus tamaricis. Esso ha quasi lo stesso volo del nostro Succiacapre, solo è molto più timido. Sfortunatamente ambe le volte, essendo io a caccia di cinghiali, non aveva che la carabina a palla, e non potei perciò impadronirmi di questa rara specie.

Lungo il torrente Nar-el-Kelt incontrai, sebbene rara, la graziosis- sima Nectarinia Cînnyrîs oseae, che si libra davanti alle infiorescenze al modo dei colibri. Il maschio ha un canto abbastanza sonoro ed ar- monioso, che fa udire stando per lo più posato sulla punta dei più alti rami degli alberi. Lo si scorge da lungi pel suo bel piumaggio nero lucente.

Fra i rettili feci raccolta non molto abbondante. Degli ofidii, fra gli altri, presi alcune vipere, che trovai quasi tutte sotto le pietre. Fra i saurii erano comunissimi anche qui 1’ Agama stellio ed il Chalcides occellalus.

Fra i pesci, oltre ai comunissimi generi Capoeta e Discognathus, presi pure nel fiume Giordano varii Barbus e Chromis. Non potei però, causa la grande piena di questo fiume, avere il C/ariîas macracanthus.

Nei fossati con acqua limpida e ricchi di vegetazione provenienti

o A

dalle fontane Ain-el-Douk, Ain-el-Audjèh, ed Ain-Es-Sultan, che irrigano la pianura di Gerico, presi pure molti cobditidi.

Tanto nelle suddette fontane quanto in quelle salmastre presso il Mar Morto trovai numerosissimi molluschi dei gen. Me/anopsis e Nertîtina attaccati alle pietre del fondo. Vi presi pure molti crostacei ed insetti acquatici.

Il 12 aprile giunse a Gerico la guida mandatami dal Parroco di Es- Salt. Questa era un giovanotto arabo cristiano molto simpatico, e che parlava bene l’ italiano, cosa molto preziosa per me. Il }3 arrivò da Gerusalemme la carovana coi servi, i muli e le tende, guidata dal dragomanno Youssef Aouad.

Non riuscimmo però a partire che molto tardi nel pomeriggio, poichè tutto il mattino fu speso in chiacchiere e battibecchi. Il dragomanno venendo da Gerusalemme aveva incontrato una brigata di beduini A- duan, tribù che pretenderebbe ancor ora spadroneggiare nelle regioni ad est del Giordano.

Costoro, irritati che io avessi per guida un cristiano, spaventarono il timido dragomanno minacciandolo di aggressioni se non mi obbligava a rimandare la guida da me scelta e prendere essi per scorta. Per fi- nirla acconsentii a prenderne uno, giovane simpatico e che da tempo mi era amico. Ma il ritardo della partenza fece che non potemmo giun- gere al Giordano in tempo per attraversarlo di quella sera.

Dovetti rassegnarmi a mettere l’ accampamento in riva al fiume, dove passai una nottata veramente infernale, una delle più brutte che abbia passato in tutto il viaggio. Appena accesi i lumi nelle tende, fummo subito circondati da miriadi di insetti, specialmente di zanzare ferocissime. Per terra facevano allegra passeggiata gli scorpioni; le pareti e il soffitto della tenda erano gremiti di insetti e ragni. Presi qui un’enorme So/puga, e mentre pranzavamo feci una raccolta abbon- dante di ragni e di insetti di ogni ordine, I bicchieri, i lumi, le bottiglie ne erano pieni.

Prendemmo pure, dopo una lunga caccia fra le tavole ed i letti, un pipistrello (Rrinolophus ferrum-equinum).

Quella sera congedai il cacciatore beduino Andam, che mi aveva sempre servito sino allora a Gerico. Io mi era affezionato a lui, ma dovetti con rincrescimento lasciarlo, non potendo egli oltrepassare i confini della tribù che lo ospitava, avendo commesso un omicidio.

Dopo una notte orribile, mi alzai al mattino molto prima del giorno, ed andai, accompagnato dal beduino Aduan, nelle macchie circostanti in cerca di cinghiali, che vi erano, a giudicarne dalle orme, numerosi. Non riuscimmo però a vederne.

Verso le nove antim. la carovana finalmente aveva passato il fiume.

PE) Re

La pianura al di del Giordano presenta lo stesso aspetto arido dei dintorni del Mar Morto; le sole rive del fiume sono boscose.

Attraversata la pianura, ci inoltrammo fra monti piuttosto alti e ben coperti di vegetazione. Gli alberi d'alto fusto però erano scarsi. Verso sera giungemmo ad Es-Salt, borgo abbastanza importante, situato in una valle ricca di fontane.

Appena messo l’accampamento, andai a visitare il parroco D. Piccardo, persona gentilissima e di uno zelo e carità veramente ammirevoli. Con lui poscia mi recai dal Kaimakam (governatore del luogo) per presen- targli le lettere di raccomandazione del Pascià di Gerusalemme. Il Kai- makam mi ricevette molto cortesemente e mi offrì i servizi dei suoi soldati per qualunque evenienza.

Ritornato all’accampamento, trovai questo affollato di arabi che non sapevano spiegarsi quale bandiera fosse quella che sventolava sulla mia tenda. Era la prima volta che la bandiera italiana era colà inalberata.

Rimasi ad Es-Salt tre giorni, e quivi feci varie piacevoli escursioni su quei monti e per quelle valli ricche di abbondante vegetazione.

Numerosi erano i torrenti di acqua per lo più limpidissima, ed incas- sati in profonde valli, colle sponde rivestite di folte macchie di oleandri.

Tanto la fauna che la flora non avevano più nulla del carattere quasi tropicale di quelle di Gerico, ma avevano del tutto i caratteri di quelle circummediterranee.

Visitai poi numerose caverne nei monti in cerca di Chirotteri, ma non riuscii a prendere che un Mintopterus schreîbersii ed un Rhinolophus ferrum-equinum. Nei campi presi uno Spa/ax typhlus. Ebbi pure un istrice (/Istréw cristata) vivo che spedii subito a Gerico per mezzo di un mulattiere.

Fra gli uccelli presi per la prima volta il Garru/us atricapillus.

Fra i rettili raccolsi, oltre a varii altri saurii, alcuni che mi parvero appartenere al gen. AdV/epharus e che trovai sotto le pietre in luoghi asciutti e sassosi; scoperti fuggivano abbastanza rapidamente.

Presi pure un Oprisaurus, ma il cacciatore arabo, che mi accompa- gnava, lo rovinò sparandogli addosso. È curioso, e non so proprio per quale cagione, considerata la mitezza di questi animali, che gli arabi abbiano di questo rettile un terrore indicibile, e tra essi sia tenuto per certo che la sua morsicatura è fatale in capo ad un anno preciso. Raccolsi pure vari ofidii.

Fra i pesci trovai nei torrenti anche qui comunissimi i generi Capoeta e Discognathus; feci pure copiosa raccolta di insetti, molluschi e vermi.

Nelle fontane poi, e specialmente in Ain Dyadur, bellissima e ricca di rigogliosa vegetazione, presi numerosi crostacei, irudinei e lumbricidi.

Il 18 aprile partimmo da Es-Salt. Eravamo scortati da due soldati. Valicammo le montagne ad est del borgo per inoltrarci in una bellissima valle boscosa, che percorremmo per circa due ore.

Leg E

Usciti dal bosco, attraversammo varii profondi torrenti e montagne simili a quelli di Es-Salt. Verso sera giungemmo in una valle formata dal fiume Zerka, in riva al quale ci accampammo. Questa valle era rive- stita di erbe alte quasi un metro e di messi rigogliosissime.

Il domani mandai i mulattieri con un soldato e colle tende a Dscherach, ed io col servo Lorenzo ed un soldato mi fermai ancora per fare qualche raccolta. Presi nel fiume molti pesci del gen. Capoeta. Nelle campagne circostanti raccolsi varii rettili, moltissime chiocciole ed insetti.

Giungemmo a Dscherach verso le dodici merid.

Dscherach è ora un grosso villaggio abitato da Circassi, situato sulla riva destra del torrente Dscherach. La Gerasa antica, che a giudicarne dalle splendide rovine, quasi tanto belle ed imponenti quanto quelle di Roma, doveva essere una grande e florida città, era fabbricata sulla sponda sinistra.

I Circassi sono assai più civilizzati degli Arabi, e lo si vede anche dal modo con cui si fabbricano le case e coltivano le terre. Sono inoltre i soli nella regione che usino carri. Li dicono ladri; a me però non usarono mai che gentilezze.

Appena fummo arrivati, il capo del villaggio venne con un bellissimo seguito di cavalieri ad ossequiarmi e ad offrirmi i suoi servizi. Lo pregai di farmi portare animali, ma anche qui nulla ottenni. Nel pomeriggio però mi mandò alcuni uomini, che mi dissero conoscere caverne molto profonde dove avrei trovato innumerevoli wot-wot (pipistrelli). Però avendo in ciò sprecato quasi tutto quel giorno, mi convinsi che la sola paura dell'oscurità faceva sembrare ad essi profonde le caverne, poichè quelle a cui mi condussero non erano che sotterranei profondi pochi metrieincuinon riuscii a cogliere che un ARRino/ophus ferrum-equinum.

Il domani andai a cercare fra le rovine della città antica, dove spe- rava di fare abbondante preda di rettili; ma invece non raccolsi che qualche saurio e pochi ofidii.

Uccisi presso una rovina un Neophron percnopterus, ed una Monticola saxatilis. Comunissimi anche qui erano i Gruccioni (Merops apiaster).

Andai poi a pescare nei fossati dall’ acqua limpida e corrente e molto ricchi di vegetazione che irrigano le campagne circostanti.

Vi pescai molti cobitidi, molti crostacei specialmente telfuse e gam- marini e vari insetti acquatici. Raccolsi pure una Raganella e molti lumbricidi.

La pioggia, che dopo Es-Salt ci aveva sempre accompagnati continuava incessante; perciò il 21 aprile decisi di lasciare Dscherach. Partiti verso le otto antim. ci dirigemmo al sud per raggiungere il fiume Zerka, e ri- montandone poi il corso, che si dirige ad est, percorremmo valli coltivate a campi di frumento ed orzo; mancando ogni specie di strada, eravamo obbligati ad attraversare i campi nel bel mezzo danneggiandoli moltissimo.

Il terreno molle per la pioggia rendeva la marcia lentissima, stante le frequenti cadute dei muli da carico.

Seguimmo il fiume fin verso le undici ant., poi ci inoltrammo verso Sud fra monti aridi, con pochi cespugli di ginestre e qualche albero rattrappito. Marciammo tutto il giorno sempre sotto una pioggia dirotta. Malgrado le proteste dei mulattieri, io sperava di giungere in quel giorno ad Amman. Verso le otto pom. però fui obbligato a fermarmi, poichè i muli non potevano più camminare; onde mettemmo il campo sotto enormi alberi che ombreggiavano un cimitero presso Ain-Jagus.

Il mattino seguente, mentre i servi toglievano il campo, raccolsi molti crostacei nella fontana. Ci mettemmo in marcia verso le sette e mezzo antim. Furono impiegate per giungere ad Amman tre ore, causa la lentezza dei muli, che erano stanchissimi per la lunga marcia del giorno prima. Per via uccisi in un oliveto una Sy/vîa orpheus.

Amman attuale è un villaggio abitato da Circassi ed ha case abba- stanza pulite e ben costrutte.

La città antica era molto vasta, e doveva essere assai elegante. Una grandissima cittadella costrutta sopra un'altura sovrastava alla città situata nella valle. Vi si vedono ancora un bellissimo anfiteatro romano assai ben conservato, un teatro coperto e molte altre belle e importanti rovine.

Mettemmo il campo presso le rovine dell'anfiteatro; presso noi scorreva il torrente Amman con acque limpidissime. In brevissimo tempo, aiutato dai ragazzi circassi, gentilissimi e servizievoli, feci una pesca abbon- dantissima di pesci dei gen. Capoeta e Discognathus, di cobitidi e di rane.

Raccolsi tutto il giorno attivamente, ma, visto che la fauna presentava lo stesso aspetto che a Dscherach, decisi di partire l’indomani, e di recarmi a Wady-Seir, altro villaggio circasso, distante di due ore e situato all’entrata di una grande valle boscosa che forma una delle foreste più grandi della Palestina.

A Wady-Seir mettemmo il campo presso un torrentello nella valle non lungi dal villaggio.

Il bosco quivi era formato da alberi molto belli e grandi, fra cui pre- dominavano le quercie. Vi trovai numerosi gli sciacalli. Uccisi varii Phylloscopus boneltii, ed un Picus syriacus, che era il primo che ve- deva in Palestina; esso era sospettosissimo, e dovetti faticare non poco per avvicinarlo. Uccisi pure alcuni Lanîus auriculatus e vari Parus coeruleus, specie, credo, non ancora stata trovata sinora in Siria. Ne vidi alcuni branchetti composti di pochi individui. Vidi pure numeroso il Garrulus atricapîllus.

Però se gli uccelli erano numerosi, scarsissimi erano gl’insetti ed altri animali inferiori, di cui feci misera messe. Perciò, ed anche per- chè, seguitando a piovere quasi senza interruzione, non era facile far

dg E

ricerche nel bosco, il 23 lasciai, non senza rincrescimento, questa bella valle.

Partiti da Wady-Seir, percorremmo per un po’ la stessa strada già fatta venendo, poi ci dirigemmo a sud-est. Dopo aver attraversato vari piccoli wady (valli) e toccato il villaggio di Esban, dove si vedono varie rovine, entrammo nella vastissima pianura di Madaba, che si estendeva ad est a perdita di vista.

Questa immensa pianura era coperta di abbondanti pascoli ed occu- pata da numerosi e grandi dovar di beduini Beni-Sach'r: Quivi in- contrai numerosissime allodole, (A/auda cristata, Catandrella brachy- dactyla, Meltanocorypha calandra); Gli avvoltoi capovaccai, (Neophron percnoplterus) erano famigliari oltre ogni dire presso le tende dei beduini.

Il terreno era quasi tutto incolto, salvo nelle vicinanze del villaggio di Madaba, i cui beduini cristiani cominciano ad essere agricoltori ; e quantunque i loro metodì di coltivazione siano ancora molto primitivi, il frumento e l’orzo crescono rigogliosissimi, e se ne esportano grandi quantità a Gerusalemme.

Madaba è un villaggio che conta pochi anni di vita; esso fu impiantato sulle rovine della città antica dai missionari italiani. Dapprima questi vivevano nelle grotte che sono numerose nei contorni, poi si costrussero una casa, ed a poco a poco intorno a questa si stabilirono ì beduini fatti cristiani, che abbandonarono in parte la loro vita nomade, poichè du- rante l'inverno vanno a vivere sotto le tende coi loro armenti nei caldi dintorni del Mar Morto, ed alla primavera ritornano a Madaba, e fanno vita stabile ed agricola nel villaggio.

Ponemmo il campo a nord del villaggio.

Andai subito a visitare i missionari. Il Parroco D. Francesco Manfredi è un piemontese, che animato dallo spirito di carità, si dedicò alle mis- sioni; egli da 4 anni è colà alle porte del deserto ad introdurre la civiltà e ad ingentilire i costumi di quelle barbare popolazioni. L'altro suo com- pagno D. Alessandro è un vecchio che da 28 anni stava a Kerak, donde fu obbligato ad andarsene per le continue sevizie dei mussulmani.

Essi mi ricevettero con grande affetto, e mi diedero tutte le infor- mazioni possibili sul paese. Mi dissero che durante l'inverno sovente si vedono presso Madaba grandi antilopi e che numerosi sono pure i lupi.

Mentre passeggiavamo nel giardino del presbiterio, vidi fra gli erbaggi una magnifica volpe, ma prima che uno dei miei soldati mandato in tutta fretta alle tende a prendere un fucile arrivasse, questa ci sfuggì.

Rimasi a Madaba due giorni. Feci in compagnia di D. Manfredi una escursione al Monte Nebo, famoso per la tradizione che Mosè di abbia veduto la terra promessa. Nelle vicinanze di questo monte sonvi due belle fontane dette dagli arabi Ain-Mussa, di cui una sgorga da una bella grotta ornata da stalatiti e stalagmiti e da bellissimo capel-

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venere e piante rampicanti; quivi presi molte rane, chiocciole, ortot- teri acquatici e lumbricidi.

I monti circostanti sono molto aridi, e solo qua e là, dove scorrono i ruscelli, la vegetazione è abbondante.

In una cisterna della pianura presso Madaba presi numerosi crostacei copepodi ed altri dei gen. Es{Keria e Branchipus.

Tra gli uccelli trovai abbondante la Columba schimperi, che aveva il nido nelle grotte e nelle vaste cisterne abbandonate, che numerose si trovavano nei dintorni del villaggio. In queste cisterne avevano pure il nido molte coppie di Pe/ronzia stulta.

Da Madaba volendo io fare un’escursione lungo la riva orientale del Mar Morto, ed essendo questa regione in piena balia dei beduini Beni- Sach’r e dei Beni-Hamideh dovetti mettermi sotto la protezione di uno scheikh (capo). Mercè il gentile intervento dei missionari mi accordai col scheikh YaZah, che aveva già varii anni or sono accompagnato varii principi inglesi e russi.

Il 27 aprile lasciammo Madaba e ci dirigemmo dapprima a nord- ovest fin quasi in direzione del monte Nebo, poi volgendoci ad ovest valicammo varii monti brulli al solito ed attraversammo profonde valli. Non v'era sentiero, ed io tremava ad ogni momento per le mie povere casse, poichè i muli dovevano in molti punti fare veri esercizi di acro- batica, e davano certe scosse da minacciare di fracassare tutto il loro carico.

Verso sera cominciammo a discendere verso il Ghor Scisaban, e il paesaggio man mano che scendevamo prendeva l’aspetto squallido dei dintorni del Mar Morto ed il caldo si faceva soffocante. Cominciai pure qui a rivedere la Ammnoperdîx heyî, l Argya squamiceps e quasi tutti gli uccelli proprii della fauna di Gerico.

Fu messo il campo nella pianura ai piedi dei monti presso un ru- scello, le cui acque rendevano i dintorni verdeggianti e fertili. Qui i campi di frumento avevano le messi quasi mature. Messo il campo, uscii a caccia, perchè le nostre provvisioni cominciavano a mancare; ed in pochissimo tempo fornii la cucina di numerose quaglie.

L'indomani mandai la carovana coi soldati per la via retta ad atten- dermi al pontone del Giordano, mentre io col capo Fallah, il servo Lorenzo ed un mulattiere con viveri mi diressi al Mar Morto.

Percorsi il tratto di sponda fino circa presso lo sbocco di Wady Ghuweir. Anche qui, come mi era già accaduto sulla riva occidentale, trovai lungo le sponde, nei luoghi dove vi erano canneti, numeroso il Cyprinodon dispar; le pozzanghere salate, lasciate dalle piene del Mar Morto, e la cui acqua era quasi più salata che quella del lago, formi- colavano di questi pesciolini. Io provai a tenerne alcuni dei più piccoli, presi in quelle pozzanghere, per 20 minuti e più in un recipiente pieno

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d’acqua presa nel lago a circa 3 metri di distanza dalla sponda, ma non m’accorsi che ne soffrissero, e quando li rigettai nella pozzanghera erano vivaci come prima.

Nella fontana tiepida Ain-Suweimeh, che mi parve dall’odore solfo- rosa, presi molti molluschi, crostacei ed insetti acquatici. Anche qui erano comunissimi i Cyprinodon. Vi presi pure, cosa che mi meravigliò assai, un Discognathus lamta, pesce che io non aveva sino allora tro- vato che in acque fredde e limpide.

Il caldo presso la sponda del Mar Morto era davvero soffocante, cosicchè verso le undici ant. dovetti pensare a ritornarmene.

Nei canneti, presso lo sbocco di Wady-Ghadeimeh, incontrai uno stormo di Merops persicus di cui uccisi alcuni esemplari. Al rumore de’ miei spari sbucarono da non so dove, poichè prima non se ne vedeva nei dintorni uno selo, più di cinquanta beduini armati, che ci circon- darono minacciosamente. Però quando ci videro accompagnati dal capo Fallah, vennero gentilmente a salutarci ed a baciare la mano.

Verso sera giungemmo al pontone del Giordano, dove trovai la mia carovana. La folla di Arabi che voleva pure passare era quivi tanta, che a gran fatica e solo mercè l’attività e l’autorità dei nostri soldati po- temmo fare in tempo ad arrivare di giorno all’altra sponda, e mettervi il campo.

Io approfittai del poco tempo, che mi rimaneva del giorno, per andare a caccia. Mentre andava per sparare su una coppia di aironi (Ardea bubulcus), vidi a trenta passi da me un magnifico cinghiale maschio; disgraziatamente non avevo nel fucile che piccoli pallini, per cui mi astenni dallo sparare.

Il giorno appresso partii di buon mattino e verso mezzogiorno giunsi a Gerico, ricevuto festosamente e come un vecchio amico dal proprietario del Jordan Hotel signor Max Ungar.

Quì congedai il dragomanno, che colla carovana proseguì per Geru- solemme; io voleva ancora fermarmi due o tre giorni a Gerico per far ricerche nelle due fontane Ain-el-Douk e Ain-es-Sultan, dove sperava che, essendo la stagione più avanzata, avrei trovato animali più abbon- danti che non in Marzo.

Trovai il mio istrice in buonissima salute, e bene conservate le rac- colte che aveva lasciate qui partendo.

A Gerico le messi erano già del tutto mature, ma le campagne incolte presentavano un triste aspetto, poichè non v’era più un filo d’erba verde. Numerosissime erano le tortore ( Turlur auritus, Turltur riso- rius, Turlur senegalensîs); quasi del tutto scomparse le. quaglie.

Alla sera, appostandoci presso gli alberi con frutti, facemmo buona preda di Rossette (Cynonycteris aegyptiaca), che sono un vero flagello dei giardini, divorando in poche sere interamente ogni frutto.

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Nelle fontane Ain-el-Douk e Ain-Es-Sultan presi ancora molti pesci del genere Capoeta e nei ruscelli vari cobitidi; raccolsi pure rane, cro- stacei, molluschi ed insetti.

Il 80 aprile, accompagnato dal signor Max Ungar, feci ritorno a Ge- rusalemme.

Qui mi occupai per ottenere pelli di Am2ydrus lristamti, ma non mi fu possibile avere che un esemplare già imbalsamato. Preparai pure le casse con le collezioni che doveva portare con me a Giaffa per spedirle di in Italia.

Il 3 maggio andammo a Giaffa per poter imbarcarci sul piroscafo della Società Egiziana che doveva partire il 5 per Beirut. Anche questa volta le difficoltà doganali a Giaffa furono assai noiose, essendovi in Turchia dazii tanto d’importazione quanto di esportazione; però mercè l’aiuto gentile del cav. Alonzo e de’ suoi figli, le difficoltà vennero appianate.

Il 7 giunsi a Beirut. Venne a prendermi a bordo un cawas, mandatomi dal gentilissimo nostro console comm. A. De-Gubernatis,

Rimasi quivi otto giorni, che per le gentilezze del commendatore De-Gubernatis, della sua famiglia e dei signori avv. Agnoli, vice-console, e Crolla, cancelliere del Consolato, trascorsero in modo piacevolissimo.

Andai a visitare il dott. Post, direttore del Collegio Americano pro- testante, il quale mi accolse gentilmente, e mi presentò al giovane e simpatico naturalista A. E. Day, che mi fece vedere le collezioni di storia naturale dell’Istituto; vi ammirai fra le altre, una notevole ed interessante raccolta di fossili del Libano. Il dott. Day gentilmente mi regalò varie Estherie e due bellissimi Apus extensus var. Dayiî, da lui raccolti a Gaza; mi diede pure vari Cyprînodon presi a Palmira e alcuni Turdus musicus.

Osservai nella collezione ornitologica due individui di Cynniris oseae segnati come presi a Beirut; dubito però molto di tale cattura, perchè non credo che quest’uccello si trovi fuori della valle del Giordano.

In quei giorni io mi era pure occupato a terminare i preparativi pel viaggio, che io voleva fare nell’Hauran e nell’Antilibano, ed aveva per tale scopo fatto contratto col dragomanno Youssef Bassil, uomo molto gentile ed operoso.

Il 13 maggio lasciai Beirut colla carovana per seguire la bella strada carrozzabile che va a Damasco e che valica il Libano in uno dei suoi punti più deserti, ad un’altezza di circa 1800 metri sul livello del mare. Verso sera giungemmo a Schtora.

Questo villaggio, ora importante perchè stazione della diligenza po- stale Beirut-Damasco, è posto nella pianura di El-Bekaa, ampia valle che separa il Libano dall’Antilibano, e che s’estende al nord fino al lago di Homs ed al sud fino alle falde dell’Ermon. Una serie di alture non

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molto elevate presso Ba'Albec fa da spartiacque; le acque che si diri- gono al nord formano il fiume Nahr-el-Asy (l’antico Oronte), che va poi a gettarsi nel lago di Homs; quelle che si dirigono al sud formano il fiume Lytani, che bagna la parte sud della pianura dove appunto si trova Schtora. Innumerevoli piccoli corsi d’acqua provenienti dalle ca- tene del Libano e dell’Anti-Libano e che si gettano nel Lytani rendono questa parte della valle fresca e fertilissima. Numerosissimi pure ivi sono i piccoli stagni ed in vari punti le paludi, nelle quali vidi numerosi bufali che stavano immersi fino al capo nell’acqua fangosa; essi mi parvero bestie assai stupide e pigre.

La vegetazione arborea era rigogliosissima in questa pianura, predo- minandovi le piantagioni di pioppi, di salici e di gelsi. Rimasi ivi due giorni.

Fra i mammiferi non potei prendere che un Mus musculus subsp. bactrianus presso le tende; fra gli uccelli presi un RaZZus aquaticus; trovai abbastanza comuni le quaglie, che credo rimangano qui tutto l’anno; comunissime le tortore (T'urlur communis). Fra i rettili presi numerose Emys europea ed Emys caspica che pullulavano in tutti i rivi e stagni, molti saurii e pochi ofidii.

Fra i pesci pescai nel Lytani i gen. Capoeta, Discognathus, Leuciscus, Rhodeus; in tutti i rivi, fossati e stagni numerosissimi Cypriînodon e Cobitidi.

In queste acque, ricchissime di vegetazione, erano pure abbondanti i molluschi acquatici ed i crostacei, specialmente le Telfusie ed i gam- marini; di questi ultimi molti erano accoppiati.

Il 16 partimmo da Schtora. Seguimmo ancora la strada di Damasco fino al villaggio di Bar-Elias; poi volgendo ad est ci dirigemmo verso la catena dell’Antilibano. Cominciammo poi a salire per un ripido pendio scarsamente boscoso, che diede non poco da fare ai cavalli ed ai muli; vi trovai numerose testuggini e saurii e scarsi insetti; uccisi pure per la prima volta il bellissimo Er7{hacus gutturatis.

Dopo faticosa salita ci trovammo, volgendoci verso nord, su un alti- piano a circa 1500 metri sul livello del mare con campi coltivati; ben presto però il paesaggio ridivenne deserto ed arido. Qua e si vedevano piccoli nevati. Incontrai due piccolissimi laghetti alpini, forse temporanei, in cui trovai alcuni Bwu/o viridis con girini, abbondantis- simi insetti acquatici e crostacei del gen. Branchipus; di questi ultimi alcuni erano di color giallo-bruno, altri bruno-scuro; molti avevano le uova.

Verso le tre del pomeriggio ci volgemmo a sud-est percorrendo le falde settentrionali del monte Zebedani, poi cominciammo a discendere per una stretta gola fiancheggiata da selvaggie rupi; quivi vidi le traccie di un orso, e due contadini che incontrammo ci dissero averne vista

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‘una coppia pochi giorni prima in quei paraggi. Continuando a scendere, la valle si faceva più larga, e qua e si vedevano campi coltivati; ‘incontrai una fontana, ove raccolsi numerosi 7rudine? e lumbricidi.

Verso sera giungemmo alla bella e fresca valle di Zebedani; essa è a più di 1000 metri di altitudine, è bagnata da un torrente proveniente dalla fontana Ain-Hauàr, ed è forse la più bella e pittoresca valle dell’Antilibano, in altre parti molto arido; vi crescono rigogliosi gli alberi, fra cui predominano i pioppi ed i salici; numerosi sono pure i noci; abbondanti gli uccelli, specialmente i passeracei.

All’imbrunire giungemmo al villaggio di Zebedani ove mettemmo il campo al di dei giardini presso una collina; quivi gli sciacalli ‘dovevano essere numerosissimi, perchè i loro ululati si udivano da ogni parte.

Uccisi presso le tende vicino ad un torrentello due gufi (.Scops giu), ‘ma essendo caduti nell'acqua li persi entrambi.

Il mattino seguente partimmo. Attraversammo dapprima bei campi coltivati e vigne, dove frequente echeggiava l’armonioso canto dell’ £u- spîza melanocephala; quivi vidi pure numerosi culbianchi e corvi.

Mandai poi la carovana per la strada diretta a Suk-Wady-Barrada «dove dovevamo mettere il campo; io con Lorenzo e la guida invece percorremmo le falde del monte Rawad allora molto aride; però nella primavera devono avere qualche po’ di vegetazione, a giudicarne dalle abbondanti erbe secche; quivi vidi numerosa la Petronia brachyda- clyla; raccogliemmo pure numerose chiocciole ed insetti. Indi dirigendoci sempre a sud, verso il mezzodì, scendemmo nella valle dove trovammo due sorgenti (Ain-es-Salib ed Ain-el-Habad) molto ricche di vegetazione e di animali acquatici.

Questa valle, grazie al torrente, che la percorreva, era ricca di ri- gogliosa vegetazione e faceva strano contrasto con l’aridità delle mon- tagne circostanti.

cseguimmo poscia una stretta strada mulattiera e verso le 4 del pomeriggio giungemmo a Suk-Wady-Barrada, villaggio situato nella valle formata dal fiume Barrada e circondato da lussureggianti giar- dini. Quivi pure la valle era fertile e verdeggiante, ma le montagne all’intorno aride e brulle.

Percorsi un po’ i dintorni, specialmente le falde del monte ad est del villaggio, ove vidi numerose tombe scavate nella roccia e ricche di iscrizioni; scorsi avanzi di un antico acquedotto che serviva ad irri- gare colle acque del Barrada queste falde ora aridissime; vicino a questo acquedotto correva un curioso sentiero a canalone, forse opera dell'erosione delle acque, non più largo di 1 metro e fiancheggiato da altissime pareti rocciose. Uccisi qui una bella MonticoZa cyana ed alcune Cotite rupestris, che avevano il nido nelle tombe.

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Il 18 maggio lasciai Suk-Wady-Barrada. Mandata la carovana per la strada diretta a Damasco, noi attraversammo il fiume, poi, per- correndo sempre la valle, ci recammo ad una bella fontana presso il villaggio di Fidscheh detta appunto Ain-Fidscheh; essa è una fontana bel- lissima ed abbondante e contornata da vegetazione lussureggiante con: alberi bellissimi specialmente pioppi e noci; vi feci ampia messe di animali acquatici e di /u72bricidi. Di seguimmo ancora il corso del Barrada fino al villaggio Bessima, poi ci volgemmo a nord-est valicando varie collinette, ultimi contrafforti dell’Antilibano, coltivate a campi e- vigne, finchè entrammo nella pianura arida e sassosa di Es-Sahara. che si stende a nord di Damasco.

Volgendo a sud ci inoltrammo in questo vero deserto, ove raccolsi vari saurii, abbondanti ortotteri specialmente del gen. Eremiaphita, e chiocciole.

Piegammo in seguito un po’ verso sud-ovest raggiungendo il bel vil- laggio di Dummar sulla strada carrozzabile di Damasco, che costeggia qui il corso del Barrada ed è fiancheggiata da campagne lussureggianti e con bellissimi alberi. L'ombra fresca che vi si godeva ci parve tanto. più gradevole dopo il caldo terribile sofferto nella pianura di Es-Sahara.

Arrivammo verso sera a Damasco e ci accampammo in un giardino» presso ad un caffè arabo, i cui strani concerti mi annoiarono non poco.

Il mattino seguente l’egregio nostro vice-console, avv. Medana, ebbe la gentilezza di venirmi a visitare all’accampamento e di accompagnarmi a fare una breve visita alla città. Egli mi trattenne poi seco tutto quel giorno, colmandomi, insieme alla sua gentile signora, di ogni sorta di gentilezze. Appassionato naturalista raccoglitore e già noto alla scienza: per varie sue raccolte (1), egli mi fece dono di alcuni attrezzi di storia naturale, fra cui un retino da insetti, che mi riuscì graditissimo essen- dosi rotto il mio.

Mi sarei volontieri fermato in Damasco qualche tempo, essendo la città molto interessante, ma non mi conveniva fermarmi a lungo,. poichè la stagione era già fin troppo avanzata per inoltrarmi fra le pestifere paludi che circondano i laghi detti delle praterie ad est di Damasco, che io voleva visitare; perciò non mi fermai che il tempo- necessario per visitare il Valì (governatore generale) ed avere da lui i soldati di scorta necessarii.

Il 21 si partì da Damasco. Ci dirigemmo verso est attraversando fin verso le 12 meridiane fertili giardini e campagne ben coltivate, poi cominciammo ad inoltrarci in una regione incolta e senz’alberi, simile ad una steppa, finché verso sera giungemmo al villaggio di Harran,

(1) MaGRETTI. [menotteri di Siria, raccolti dall’avv. A. Medana, regio vice- console a Tripoli di Siria (Ann. Mus. Civ. di Genova, serie 2", vol. 1X, 1890)..

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uno dei più vicini ai laghi e posto in mezzo a paludi ricche di abbon- dante fauna acquatica fra cui innumerevoli rane (Rana esculenta var. ridibunda).

Il villaggio di Harran è molto misero, ed i suoi abitanti, quasi sempre tormentati dalle febbri, sono di una sporcizia incredibile. Vidi una madre dar da bere ad un suo bambino di circa due anni acqua di color bruno tanto era sporca, che essa raccoglieva col concavo della mano in un rigagnolo quasi stagnante in mezzo alla via, e presso il quale giaceva il cadavere di un cavallo in putrefazione; ivi non si ha altra acqua potabile che quella dei birket, ossia pantani a fior di terra, dove si abbeverano pure cavalli, cammelli e cani, e dove le donne lavano i loro panni sporchi; quell’acqua è spessa come poltiglia e puzza assai, eppure non essendovene altra, noi stessi dovemmo accon- ciarci a bollirla e filtrarla con carbone, ma neppure così le si toglieva la puzza.

Dovemmo accamparci presso il villaggio in mezzo alle paludi, e vi passammo una notte orribile in causa delle zanzare ferocissime e del- l’afa insopportabile.

Il mattino seguente io aveva, in conseguenza della malaria, il cuoco e due mulattieri assaliti dalla febbre; somministrai loro buona dose di chinino e mi affrettai a far togliere di il campo, mandando la caro- vana ad Hilschaneh, altro villaggio posto un poco [più al sud, dove sperava trovare luogo da accamparci migliore ed acqua meno cattiva.

Intanto io, Lorenzo ed il dragomanno, con un soldato di scorta, ci dirigemmo verso il Bajaret El-Ateibeh, il più grande dei quattro laghi detti delle praterie.

Attraversammo dapprima campì di grano, da cui si alzavano numerosi stormi di cavallette (Schisfocerca peregrina) che ci circondavano come una nube.

Ben presto cominciò la palude; anzi per le abbondanti pioggie cadute nell’Antilibano, da cui nasce il fiume Barrada che si getta in questo lago, il Baharet era straripato e le campagne circostanti tutte allagate.

Eccettuate le rane, anche qui numerosissime, la fauna acquatica non era in queste paludi così abbondante come avrei sperato. Numerosi erano gli uccelli acquatici: diverse specie di aironi, lo Hop/opterùs spi- nosus, la Glareola pratincola, varie specie di totani e falchi si alza- vano da ogni parte. Quivi uccisi alcuni Moplopterus spinosus e Glareola pratincota, ma dovetti ben presto smettere di cacciare, perchè il sole rendeva le canne del fucile roventi, sicchè dopo pochi spari non poteva più tenerlo in mano.

Qua e nella palude si trovavano spazi di terreno asciutto ove presi numerosi saurii del gen. Acanthodacty!us e molti insetti, special mente ortotteri.

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Verso le 9 antim., da qualunque parte volgessimo lo sguardo, non vedevamo che acqua, sicchè ben tosto il soldato si smarrì e non sape- vamo più da che parte volgerci. Erano già varie ore che camminavamo: coll’acqua sino al ventre dei cavalli, finalmente dopo aver girovagato qua e là, verso l’una pomeridiana potemmo uscire dal pantano.

Un’ora dopo eravamo in vista del villaggio di Hidschaneh, dove già erano le nostre tende; andai ancora dirigendomi verso sud-est a visi- tare altri due laghi o pantani, il Bajaret-el-Hidschaneh ed il Baharet- Bala. Anche qui raccolsi pochi animali acquatici. I beduini dei dintorni mi dissero esservi pesci abbastanza grossi, ma io non potei prendervi che pochi Cyprinodon e giovani Leucîscus; in una pozzanghera presso il pantano Balà raccolsi varii crostacei del gen. Es/Rheria, numerosi erano anche qui gli uccelli acquatici, specialmente i gabbiani e le sterne.

All’annottare eravamo all’accampamento, e con dispiacere mi accorsi che in quanto a posizione e ad acqua non eravamo meglio che ad Harran.

L'indomani, mandata la carovana a mettere il campo a Djebab, andai a visitare il lago di Brak, che però non ci offrì miglior preda degli altri; il villaggio di Brak si trova su un piccolo poggio non lungi dal pantano, ed ha l’aspetto, come tutti i villaggi dell’Hauran, di un mucchio di nere rovine, poichè le sue case sono fatte di massi di basalto. Qui trovai una cisterna antica ben costrutta in muratura e che serve tut- tora; in essa ed in altre due pozzanghere presi numerosi insetti e- molluschi acquatici e crostacei del genere BrancRipus ed Estheria.

Nella pianura deserta ed arida che si estende ad est di Brak, vidi ed uccisi per la prima volta la bellissima Pteroc/es alchata; di questa specie incontrai branchi di 4 a 6 individui, che si lasciavano facilmente avvicinare.

Volgendoci poi verso ovest cominciammo a percorrere campi coltivati con le messi mature; qui vidi quanto poco conto facciano i soldati turchi dei raccolti dei poveri contadini, poichè il soldato che ci guidava ci fece sempre passare nel bel mezzo delle messi, che i nostri cavalli danneggiavano moltissimo, per quante rimostranze gli facessi potei distoglierlo dal farci colà passare; anzi si meravigliava molto che io m’interessassi di tal cosa.

Verso sera giunsi a Djebab, altro villaggio simile ad un mucchio di. rovine e situato ai piedi di una collina dove la nostra carovana aveva posto l’accampamento. Quivi passammo una notte un po’ migliore; però agli altri ammalati si aggiunse il dragomanno, che fu anch’egli assalito dalla febbre.

Appena si fece giorno togliemmo il campo e ci avviammo verso sud, ben contenti tutti di toglierci dal pestifero clima dei baharet, dove ave- vamo passato i tre giorni più cattivi di tutto il viaggio.

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In due ore circa raggiunsi la strada dei pellegrini della Mecca, che qui corre fra campagne coltivate quasi tutte a frumento ed orzo; quan- tunque il caldo fosse sempre intenso, ci sentivamo tutti assai meglio, poichè almeno non si soffriva più l'afa insopportabile delle paludi.

Presi lungo la via per la prima volta delle Agame, che erano nu- merosissime.

Verso le 10 ant. arrivammo ad Es-Sanamein, grosso villaggio note- vole per belle rovine di edifizi, costrutti con massi di basalto; quivi erano varie cisterne costrutte in muratura, e la cui acqua sarebbe ab- bastanza buona, se gli abitanti le tenessero un po’ più pulite; vi feci abbondante raccolta di animali acquatici di ogni specie: molluschi, insetti, irudinei, lumbricidi e crostacei, e pescai abbondantissimi pesci dei gen. Leucîscus e Capoeta.

Usciti da Es-Sanamein, dopo avere attraversato lungo tratto di pia- nura, trovai a sinistra della strada una fontana, che i beduini mi dis- sero chiamarsi Ain-Ktebe. La sua acqua era limpida, ma non buona. Vi pescai molti pesci dei gen. Capoeta e Leuciscus e pochi altri animali,

A due ore di distanza, seguendo sempre la strada dei pellegrini, vi- sitai il piccolo laghetto di Teraya, ma non vi trovai nulla di inte- ressante.

Risaliti a cavallo seguimmo la linea della ferrovia in costruzione Damasco-Hauran, e verso sera giungemmo a Scheich-Miskin, dove era l'accampamento generale degli impiegati della ferrovia, e dove era anche il nostro; arrivato all’accampamento, appresi con sorpresa che vari ingegneri della ferrovia erano venuti già parecchie volte per cer- carmi, e mi avevano mandato molte bottiglie d’acqua di .Se/fz, regalo preziosissimo ed oltre ogni dire gradito in questi paesi, dove manca quasi del tutto ogni acqua bevibile.

Mentre poi stava per pormi a pranzo arrivarono due soldati, che mi portavano un invito a cena dagli impiegati. Accettai, e scortato dai soldati mi recai al campo della ferrovia. Colà trovai quattro italiani, tra cui due piemontesi, due impiegati francesi ed uno di Aleppo, i quali tutti mi colmarono di gentilezze; ci trattenemmo insieme piacevolmente fin dopo la mezzanotte.

Il 26 mandai la carovana a Scheick-Saad, piccola città posta a due ore circa di distanza ad ovest di Scheick-Miskin e sede del governatore del Djaulin. Noi ci avviammo verso sud diretti al lago di Mzerib, ove giungemmo in circa 8 ore dopo aver attraversato sempre campi coltivati. Le acque del lago, quando questo è tranquillo, sono abbastanza limpide, ma quando è agitato dal vento esse diventano molto torbide; il lago è molto ricco di pesci: vi presi i gen. Chromis, Discognalhus, Leuciscus, Alburnus e Blennius; vi raccolsi pure bellissimi molluschi del ge- nere Nerttina, vagamente screziati, e molti del genere Uni0.

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Verso le 2 del pomeriggio lasciai Mzerib e dirigendomi nuovamente verso nord, attraverso a campi di grano ed orzo, verso le 41}? pom. giunsi a Scheik-Sadd.

Appena giunsi alla tenda, venne un ufficiale coi saluti del Mut-sarref (governatore), che si scusò di non poter venire in persona, perchè am- malato. Poco dopo mi mandò due soldati per far la guardia alle mie tende.

L'indomani, partendo da Scheik-Saàd ci dirigemmo verso ovest e raggiungemmo un’ antica strada romana selciata con grandi pietre. Seguimmo questa via e ben presto ai campi coltivati succedette una pianura arida e coperta di grandi massi di origine vulcanica, dalle tinte scure, che davano un aspetto assai tetro al paesaggio.

Incontrammo presso un villaggio una bella fontana detta Ain-Dakkar con acqua limpidissima; nel bacino da essa formato vidi molti pesci, che mi parvero del genere Lewciscus, ma non riuscii a prenderne; pescai invece alcuni cobdilidi.

Attraversammo poi il torrente Nahr-er-Rukkad sopra un bel ponte romano a molti archi, che ora va in rovina, quindi volgendo a sud- ovest, ed attraversate varie basse collinette, che mi parvero pure di origine vulcanica, sboccammo in una vasta pianura (El-Ghurbigeh), in gran parte incolta; verso le 4 pom. giunse ad un villaggio presso la fontana Ain-el-Karva. Molti cavalli e buoi morti per qualche malattia giacevano lungo le vie del villaggio dove erano, come al solito accade in queste regioni, lasciati a putrefarsi liberamente presso alle case. Perciò obbligai i mulattieri, che volevano qui mettere il campo, a proseguire fino al villaggio di Fik.

Nei dintorni di questo villaggio cominciano a riapparire i boschi di quercie, però molto radi.

Da una collina a nord del villaggio si vedeva giù nel profondo, forse a 300 metri più in basso, il lago e la pianura di Tiberiade.

Il 26, lasciato Fik, dirigendoci sempre verso sud-ovest, cominciammo tosto a scendere per un ripido declivio verso il lago di Tiberiade. Nelle foltissime ed altissime erbe che lo coprivano, feci buona raccolta di ortotteri, specialmente locustidi e mantidi, e di cicale; uccisi pure al- cune pernici (Caccabdis chukar), ed in una bella fontana ombreggiata da alberi di fico e di oleandro trovai per la prima volta, dacchè io era in Siria, molte Planarie; poco più tardi presi un bel Psamirophris sibilans.

Scesi nella pianura, si fece sensibile la differenza del clima, quivi molto più caldo che nel Djaulan. Le messi erano già mietute, mentre nel Djaulan erano appena mature; presso il villaggio di Semak, posto sulla sponda sud del lago di Tiberiade, gli abitanti erano già intenti alla trebbiatura.

Attraversammo poi a guado il Giordano, che esce qui dal lago, ed è già abbastanza largo; l’acqua era allora così alta da coprire le groppe

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dei cavalli e fu vero miracolo se il guado si fece senza spiacevoli incidenti. Rimontando poi verso il Nord, e seguendo sempre la stretta spiaggia del lago ai piedi di alte montagne coperte di cespugli, dopo circa un’ora e mezza giunse alle sorgenti calde di Hamman, dove sonvi bagni ter- mali, ancora attualmente assai frequentati.

Mezz’ora dopo giungevamo a Tiberiade. Appena messo il campo, andai a far ricerche in riva al lago.

Nel lago presso le sponde eranvi moltissimi pesci del gen. B/ennîus. Questi stanno quasi sempre nascosti sotto le pietre del fondo e, distur- bati, fuggono colla velocità di un dardo. Però, se con precauzione si va vicino al loro nascondiglio e loro si offre un amo con una preda, vo- racemente la abboccano e restano presi; quivi abbondantissimi erano pure piccoli crostacei (Orchestia tiberiadis) che fuggivano a grandi salti a nascondersi sotto le pietre.

Il giorno dopo rimanemmo a Tiberiade, dove oltre alle vettovaglie per la carovana io doveva procurarmi alcool per le mie raccolte, avendo esaurito la provvista portatami. Non riuscii però a trovare che una specie di acquavite pessima e che dovetti pagare a caro prezzo.

Già il giorno prima aveva fatto avvertire tutti i pescatori della città di portarmi pesci del lago, e potei averne così di quasi tutte le specie, ma non mi fu dato neppur qui, quantunque vi fosse comune, di ottenere il Clarias macracanthus.

Nel pomeriggio l’accampamento venne trasportato presso la fontana di Ain-et-Tin all'estremità Nord del lago.

Noi continuammo a far ricerche lungo le sponde del lago coperte di altissima erba e folti cespugli che formavano intricate macchie, in cui erano comunissimi la graziosa Drymoeca gracilis e Vl Aédon galactodes.

Sulle acque del lago numerosi branchetti della Cery/e rudis si libra- vano graziosamente spiando i pesci, su cui piombavano colla velocità del dardo scomparendo per un istante nelle onde. Afferrata la preda andavano per lo più a divorarla tranquillamente su qualche ramo spor- gente sulle acque. Vidi pure, ma più raro l’A/cyon smyrnensiîs, e sempre solitario. Ain-et-Tin è una bella fontana, che sgorga sotto un’alta rupe, ed è ombreggiata da bellissimi alberi; il terreno all’intorno è paludoso con rigogliosa vegetazione, fra cui predominano i papiri. Ivi pescai nu- merosi crostacei decapodi del gen. Hemicaridina.

Il giorno appresso l’accampamento rimase ad Ain-et-Tin. Noi, attra- versando la pianura che si stende ad Ovest del lago e la cui fauna e flora mi ricordavano in tutto quelle di Gerico, andammo a visitare la valle di el-HamAàm. È questa una valle molto stretta e fiancheggiata da monti scoscesi alti circa 300 m., ed in cui sono scavate, special- mente in quelli verso Sud, numerose caverne. Alcune di queste fu- rono anticamente ridotte dall'uomo ad uso di fortezze. Per giungere a

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queste grotte si dovette salire per più di mezz'ora uno scosceso pendìo coperto di altissime erbe, per la maggior parte enormi cardi, le cui acutissime spine ci fecero soffrire non poco.

Le grotte ora sono abitate da numerosissimi avvoltoi, che mi parvero grifoni (Gyps fulvus); ma non riuscii ad ucciderne alcuno.

In una delle caverne trovai una colonia nidificante di rondoni indiani (Cypselus affinis), di cui uccisi alcuni individui, Iloro nidi erano appesi alla volta della grotta vicinissimi gli uni agli altri; avevano forma al- l’incirca semisferica con un foro d’entrata, che si apriva lateralmente ma un po’ verso il basso; erano composti di fili d’erba e di piume sof- fici, per lo più piume di avvoltoio cementate insieme in modo molto tenace dalla saliva dell’uccello; internamente erano rivestiti di piume; i nidiacei erano per lo più in numero di quattro.

Visitai pure un’altra caverna che dovette essere una fortezza vera- mente inespugnabile, scavata in una parete di roccia quasi a picco; essa aveva tre piani riuniti da una scala, parte costrutta in muratura,. parte scavata nella roccia.

Il 30 maggio, lasciata Ain-et-Tin, cominciammo a salire lungo colline: coperte da alte erbe e qua e da campi coltivati, finchè giungemmo al Khan-Djoub-Youssout situato in un ampio altipiano alla sommità; delle colline. Presso questo Khan vi è una cisterna assai profonda im cui pescai numerosi girini di Pe/obDales syriacus e vari crostacei del gen. Estheria.

Lasciato jl Khan seguitammo a percorrere verso Nord un terreno on- dulato che forma l’ altipiano di Ar-el-Khait. A poco a poco poi ci ap- parve il bello e verdeggiante bacino di Huleh, il quale fu, anni sono, comperato da un israelita tedesco, ed.ora vi si vedono due bei villaggi costrutti all’uso tedesco ed abitati da israeliti, che coltivano assai bene quelle fertili terre. Uno dei villaggi è situato circa a metà della valle ai piedi delle montagne che la limitano ad ovest; l’altro più grande è posto sulla riva ovest del lago. Gli abitanti di quest’ultimo coltivano sovratutto le rose per l'estrazione delle essenze.

Il tratto della spiaggia del lago, che è verso ovest, è coperto di ciot- toli e nudo, mentre in tutti gli altri punti il lago è circondato da vaste paludi con rigogliosa vegetazione, fra cui predominano i papiri; presso la spiaggia del lago, raccolsi gran numero di molluschi dei generi Melanopsîs e Neritina; nelle paludi erano abbondantissimi gli uccelli acquatici fra cui uccisi l’Himantopus candidus, la Glareota pratin- cola, vari totani e l’Zoplopterus spinosus; vidi pure numerosi aironi,. falchi di palude, nibbii e sterne.

Posi il campo all'estremità nord-ovest del lago presso la bella fontana Ain-el-Melallah.

Presso il nostro accampamento eravene un altro di nomadi Turcomanni,.

Pron

che abitano insieme coi beduini Ghauarineh la pianura di Huleh; questi Turcomanni, da quello che potei vedere, sono molto più poveri dei beduini.

Nelle paludi presso l'accampamento pescai alcuni pesci, quasi tutti del gen. ChRromis, molti molluschi (Uno) e varii irudinei; rividi qui numerosi branchi di bufali, pei quali questi pantani erano un vero paradiso.

Il giorno dopo partimmo per recarci a Banias, seguendo sentieri in molti punti poco agevoli. Presso il monticello di Tell-el-Kadi vedemmo varie fontane che costituiscono le sorgenti del fiume Giordano; in una di queste sorgenti raccolsi molti molluschi ed alcuni irudinei.

Il giorno appresso partiti di buon mattino da Banias, valicate varie colline boscose ad est del villaggio, ed attraversata la piccola pia- nura di Merdy-el-Yafuneh, giungemmo al laghetto Birket-er-Ràm; (l’an- tico lago Phiala) il quale ha una forma quasi circolare, ed occupa il fondo di una valle foggiata ad imbuto, il che rende evidente la sua origine vulcanica. Esso era molto ricco di vegetazione acquatica ed era popolato da innumerevoli rane (Rana esculenta var. ridibunda) e da abbondanti insetti acquatici ed irudinei.

Dal Birket-er-Ràm, seguendo la piccola valle formata dal torrente Nahr-es-Saàr, arrivammo alle pendici dell’Ermon, sulle quali, ad una altitudine di circa 1200 m., si trova il bel villaggio di Medjel-ech- Schems circondato da praterie, da campi e da vigne, che presenta l’aspetto di uno dei nostri villaggi alpini.

Percorremmo poi verso nord-ovest le falde dell’Ermon, attraversando ora luoghi aridi e sassosi, ora vallette rivestite di fitta erba, dove pa- scolavano numerosi armenti di cavalli, cammelli, bovine e greggi di capre.

Volgendoci poi ad Ovest cominciammo a salire su per le falde del monte, finchè, valicato un colle, ci trovammo su uno dei versanti di una selvaggia e profonda valle; qua e erano vasti campi di neve. Quivi i mulattieri rifiutarono recisamente di andare innanzi, sicchè, giunti ad un piccolo spazio piano, dovetti decidermi a far quivi mettere l’accam- pamento. Mandai il dragomanno al villaggio di Beit-Jenn, distante due ore circa di là, a cercar provvigioni e procurarmi cacciatori o pastori per accompagnarmi alla caccia degli orsi che erano, a quanto mi ave- vano detto i pastori incontrati per via, numerosi nelle vicinanze.

Mi trattenni in questi paraggi tre giorni; accompagnato da Lorenzo e da due cacciatori drusi visitai con cura ogni rupe ed ogni caverna; ma non riuscii a scovare nessun orso; però trovai le traccie di uno, ma non recenti. Seppi in seguito che in questa stagione, essendo in questo versante orientale dell’Ermon il clima più caldo e perciò più scarse le nevi, gli orsi si ritirano sul versante occidentale e proprio presso le più alte cime, cioè presso il Djebel-esh-Scheickh.

Avendo però in questi giorni percorso regioni poste da 1500 a 2000 m. di altitudine raccolsi varii animali interessanti. Uccisi alcune O/ocorys

cor og

peniciltata, di cui si incontravano molti branchetti composti del maschio e della femmina e di tre a quattro giovani presso i nevati. Era cosa bellissima vedere questi graziosi uccelli correre e trastullarsi sulla neve; il loro bel canto rallegrava la severa solitudine della montagna. Uccisi pure la Me/anocorypha bimaculata, e scorsi varii branchetti di Serinus canonicus, il cui grido di richiamo rassomiglia molto a quello del nostro Venturone.

Fra i rettili presi numerosi saurii, ma nessun ofidio.

Nei laghetti prodotti dai nevati e nelle fontane, che qui erano molto numerose, raccolsi molti insetti acquatici, crostaceì ed irudinei; nei luoghi umidi molti 2w7mdricîdi, fra cui una specie che viveva nel fango dei nevati.

Il 5 giugno togliemmo l'accampamento e, scesi per un ripido pendìo al fondo della valle, rimontammo l’altro versante; volgendoci poi verso nord giungemmo, dopo un’altra faticosa salita, ad un colle, che valicammo per scendere nell’ampia e bella valle in cui è situato il villaggio di Arnon, poetico paesello alpestre posto in mezzo a bei gruppi di alberi fruttiferi, fra cui molti maestosi noci, e circondato da floridi vigneti.

I suoi abitanti sono Drusi, forti e bellissimi montanari ed assai gentili; guidati da uno di essi, seguimmo per un tratto la valle sino ad una fontana, poi cominciammo a salire per ripidi pendii rocciosi, dove non vi era traccia di sentiero, e su cui non so proprio come i cavalli ed i muli riuscissero a tenersi in piedi. L’aspetto del paesaggio ricordava molto quello delle nostre Alpi presso il Moncenisio. Dopo aver attra- versato alcuni vasti nevati, finalmente verso le 2 del pomeriggio, vali- cato il più alto colle, si cominciò a scendere verso Sud-Ovest per una valle profonda e ripida, in cui almeno v’era una specie di sentiero; verso sera si cominciarono a vedere boschi di quercie e di ginepri e, più tardi, vigneti e campi coltivati, finchè arrivammo a Shuba, bel vil- laggio circondato da enormi alberi fra cui predominano i pioppi ed i noci, posto ad anfiteatro sul pendio di un monte presso un limpido torrente, e ad una altitudine di circa 1000 metri.

Gli abitanti di questo villaggio, quasi tutti pastori, sono Drusi, ed anche questi sono assai belli e gentili; essi non avevano mai prima d’allora visto tende, sicchè rimanevano a bocca aperta ad ammirare la sveltezza con cui venivano rizzate le nostre case di tela, ed ogni più piccola suppellettile era da essi commentata in mille modi. Ben presto il nostro accampamento fu il punto di convegno dell’intiera popolazione del villaggio. I più bassi ed i più grossi rami dei giganteschi noci, che ombreggiavano il nostro accampamento, divennero in breve gremiti di ragazzi e giovinette, che trovavano colà un più comodo osservatorio per ammirarci. Questa continua sorveglianza per un poco mi divertì, ma in seguito divenne noiosissima.

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Rimasi a Shuba tre giorni, che impiegai alla caccia dell’orso. Accompa- gnato da Lorenzo e da due pastori visitai le più alte cime della catena. ll secondo giorno, uno dei pastori si imbattè in un grosso maschio addormentato nel suo covo, ma, invece di ritirarsi pian piano e chia- marmi o di sparagli contro, egli si mise a gridare come un pazzo. Io era un po’ più in basso e dietro una rupe, perciò, quantunque non fossi distante che una cinquantina di metri, prima che fossi giunto presso il pastore, l’orso, che saltava di roccia in roccia con un’agilità di cui non avrei mai creduto capace pesante animale, erasi già allontanato di 400 o 500 metri, per cui mi fu impossibile colpirlo. Trovammo an- cora sulla neve le traccie di due altri maschi, e di una femmina coi suoi due piccoli, ma non riuscimmo a scovarli.

Quasi alla sommità del Djiebel-esch-Scheickh ad un’altitudine di più di 2700 metri presi un bell’ esemplare di Zamenis ravergieri, e un poco più in basso un grosso lepre (Lep*s syriacus) che, avendo già | l’abito estivo, aveva sul dorso un pelame cortissimo , lanoso e di colore quasi nero.

Nei boschi e nelle vigne presso Shuba vidi comune il Lanius col- lurio, che qui sembra sostituire il suo afline, il Lanius auricutatus, così comune in altre regioni della Siria e qui mancante del tutto.

Il mio dragomanno aiutato dai ragazzi del villaggio mi fece abbondante raccolta di saurii, procurandomi pure alcuni ofidii ed una Salamandra.

Il 10 Giugno partimmo da Shuba, dirigendoci verso Nord-Ovest per bei pascoli popolati da numerosi armenti; ai pascoli tenne dietro una regione selvaggia ed arida, Quivi un grande lupo (Canis lupus) attra- versò audacemente la nostra carovana, Gli sparai due colpi, ma siccome io aveva allora il fucile carico solo con migliarola, sebbene lo avessi abbattuto a terra tutte le due volte, non potei ucciderlo, e dopo averlo inseguito per un tratto ne perdei le traccie.

Seguendo poi sempre le falde dell’Ermon, verso le 3 del pomeriggio giungemmo a Racheya piccola e bella città posta a circa 1200 m. di altitudine: donde, attraversate varie colline, e seguendo poscia una bella valle parallela quasi alla pianura di El-Beckaa e coltivata quasi tutta a cereali, arrivammo alla fontana Ain-Faliyi ai piedi di colline che formano gli ultimi contrafforti della catena dell’Ermon, ove mettemmo l’accampamento. Il terrenc era quivi tutto forato da tane di arvicole, e scavando ne presi due individui: un maschio ed una femmina.

L'indomani partimmo verso le otto del mattino, e marciando verso nord-ovest scendemmo in breve nella pianura di El-Beckaa. Mandai la carovana a porre il campo al villaggio di Mekhseh, posto alle falde del Libano lungo la strada carrozzabile Beirut-Damasco, mentre io percorsi ancora la pianura in cerca di E72ys caspica ed Emys euro- pea, di cui raccolsi buon numero; uccisi pure un Mi/vus migrans, e

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vidi presso il cadavere di un mulo numerosissimi avvoltoi ( Gyps fulvus e Neophron percnopterus); ma non mi lasciarono avvicinare.

Il giorno appresso, cioè il 12 giugno, arrivammo a Beirut. Rimanemmo ivi qualche giorno per riordinare le raccolte fatte e per rifornirci del- l'occorrente per una nuova escursione che io voleva fare nella catena del Libano e nella parte Nord della pianura di El-Bekaa.

Quasi tutti gli animali raccolti si erano bene conservati, ma con mio grande rincrescimento trovai tutta la raccolta dei pesci del lago di Ti- beriade andata a male; l’alcool di cattiva qualità ed il caldo tropicale me li avevano tutti rovinati.

In questi giorni mi recai, gentilmente accompagnato dal comm. De- Gubernatis, a visitare il governatore del Libano Naum-Pascià per aver da lui raccomandazioni pei suoi Kaimakam e per avere il permesso di cacciare, essendo in questa stagione vietata la caccia nel Libano.

Il Pascià non era in casa, ma il giorno dopo gentilmente venne a restituire la visita al nostro Consolato, e mi portò le lettere pei suoi Kaimakam.

Terminate tutte le mie faccende, il 17 giugno ripartimmo da Beirut.

Questa volta, essendo nel Libano la sicurezza quasi assoluta, ed es- sendovi quasi da per tutto villaggi, la mia carovana era un poco meno numerosa di quelle che aveva condotto con me nelle altre escur- sioni; anche questa era comandata dal dragomanno Joussef Bassil, che nella precedente escursione erasi dimostrato gentile, operoso ed abile.

Partiti verso le dieci del mattino da Beirut, verso sera giungemmo a Stora, dove ci accampammo. Il mattino seguente mandai la carovana a mettere il campo a Ferzol, villaggio posto sul versante orientale della catena del Libano, alle falde del Monte Sannin.

Io, Lorenzo ed il dragomanno ci recammo prima a Zahleh, piccola città lungi circa tre ore da Ferzol, e sede del Kaimakam, al quale io voleva presentare le mie lettere di raccomandazione.

Zahleh è una piccola città alpestre, che occupa i due versanti di una bella valle bagnata dal torrente Nahr-Bardani, che divide la città in due borghi riuniti da un ponte; i dintorni della città sono molto ben coltivati e fertili.

Visitato il Kaimakam lasciammo Zahleh, e scendendo per la valle, arrivammo nella pianura di El-Bekaa dove raggiungemmo la carovana; quindi seguimmo per un tratto la strada carrozzabile che va a Ba’Albec, poi volgendoci a sinistra e rimontando per una piccola valle, verso le dieci antim. fummo a Ferzol. Attraversato il villaggio, le cui case sono costrutte con mattoni fatti di terra e paglia sminuzzata, andammo ad accamparci al fondo di una piccola valle (Wady-el-Habis) a nord-ovest del villaggio, presso una fontana, che nasce ai piedi di una grande rupe, nelle cui pareti sono scavate molte grotte quasi inacessibili; alcune

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«di queste sono ornate di iscrizioni, di fregi e di traccie di rozze pitture rossastre; seppi dagli indigeni che queste grotte servirono di rifugio agli abitanti cristiani di Ferzol al tempo delle persecuzioni dei Drusi.

Mi occupai subito a cercare cacciatori per accompagnarmi alla caccia «dell'orso; trovai due pastori che pochi giorni prima avevano accompa- gnato due miei amici inglesi ed erano riusciti a far loro uccidere un’ «orsa ed un orsachiotto. Io però non fui fortunato: per due giorni, accompagnato da essi e da Lorenzo, percorsi quasi tutto il monte Sannin, visitando innumerevoli caverne, ma non riuscii a scovare nessun orso; in una piccola caverna trovai bensì le traccie freschissime di uno, ma quel giorno aveva scelto un altro covo.

Il Sannin e le montagne circostanti offrono quasi lo stesso aspetto «arido che le montagne dell’Ermon; esse sono pure formate da una roccia scavata e corrosa in mille modi, che presenta innumerevoli ed ampie «caverne e rupi di stranissime forme. Qui sul Sannin vi sono campi coltivati ad altitudini forse più grandi che non sull’Ermon. Vidi campi «di una specie di pisello nano, che è uno dei legumi più coltivati in queste montagne, e cibo prediletto degli orsi, ad un’altitudine di più -di 1200 m. La neve era qui meno abbondante che sull’Ermon. Anche qui gli abitanti allevano sterminati branchi di capre, che si devono ‘accontentare delle magre erbe e dei pochi cespugli che crescono qua e fra le roccie,

Vidi su queste montagne gli stessi uccelli che sull’Ermon: quindi co- munissima la Ofocorys penicîltata, ed il Serînus canonicus forse più ‘comune. Uccisi alcuni esemplari di Cannadina tinota; notai che nei maschi il color rosso del petto era un po’ più vivo che non negli ‘esemplari presi in Italia. Trovammo il nido di un’aquila, di non so che -specie: era sopra una piccola sporgenza di una parete di roccia quasi verticale; rozzamente formato di pochi e grossi ramoscelli lassamente intrecciati, e conteneva un uovo quasi rotondo, bianchiccio e un po’ più piccolo che quello dell’ Aquz/a cRrysaetos; i genitori poi che roteavano in alto e ci vedevano benissimo a saccheggiare il nido, non si avvicinarono per difenderlo.

Gli abitanti di Ferzol, quantunque come tutti gli altri indigeni impor- tuni per la loro grande curiosità, furono tuttavia con me gentilissimi; i piccoli ragazzi mi fecero abbondanti raccolte di insetti e chiocciole; ed i più grandicelli, guidati dal loro maestro, un prete indigeno di re- ligione greca e molto intelligente, mi portarono numerosi saurii ed al- cuni ofidii.

Vedendo che la caccia all’orso mi era infruttuosa, decisi di partire, ed il 20 giugno trasportammo l’accampamento a Hosn-Niha antico tempio posto alle falde del Sannin a circa 1280 m. sul livello del mare. Jl 21 partimmo pel lago di Yamuney. Cominciammo a discendere in una

i epica

valle ampia e ben coltivata, poi volgendoci per un tratto verso Est,. quindi verso Nord, percorremmo un sentiero piuttosto malagevole, che corre lungo le ultime falde della catena del Libano verso la pianura della Coelesiria; toccammo i villaggi Tareya e Dschebab, circondati da campi coltivati a tabacco e cereali, da vigneti e da piantagioni di gelsi.

In un vigneto presso Dschebab vidi per la prima volta una Muscicapa atricapilla.

Oltrepassato Dschebab, piegando verso nord-ovest ben tosto lasciammo ogni terreno coltivato per internarci in selvaggie gole montuose coperte da foreste di quercie.

Queste foreste, che un tempo, a giudicarne dai numerosi vecchi tronchi secchi, dovevano essere bellissime, ora sono quasi del tutto rovinate per l’ingordigia e la spensieratezza dei beduini e degli altri abitanti, i quali, non contenti di abbattere un numero grandissimo di alberi, mu- tilano gli altri in malo modo, che li fanno tutti seccare; essi inoltre allevano branchi sterminati di capre, che nell’estate non trovano quasi più altro cibo che i germogli delle pianticelle; così per vastissimi tratti non si vede una sola giovane pianta, e fra pochi anni queste montagne: saranno completamente brulle.

Vidi qui un branchetto del bello Erz/hacus gutturalis, di cui uccisi una femmina ed un giovane. Quest’uccello dev'essere assai raro, perchè in tutto il viaggio non lo aveva ancora incontrato che una sola volta nell’Antilibano.

Seguitando a marciare in direzione del nord, trovammo un piccolo: laghetto al fondo di una valle circondato da boschi; era lungo circa duecento metri e largo forse cinquanta; esso aveva una ricca vegeta- zione acquatica, ed era popolato da numerose rane, da rospi, da cro- stacei del genere Branchipus e da insetti.

Lasciato questo laghetto sempre dirigendoci verso nord percorremmo una valle poco profonda, poi, valicato un colle, ci apparve il bacino del lago Yamuney.

Era vicina la sera, e moltissimi uccelli venivano da ogni parte a bere: nel lago. Uccisi alcune tortore (Turtur communis) ed averle (Lanius. collurio).

Le acque del lago di Yamuney nascono da una fontana, che sgorga da una grotta presso il villaggio di Yamuney all'estremità Nord-Ovest. del lago; secondo quanto mi dissero gli abitanti, verso 1°8 di marzo questa fontana, manda fuori ad un tratto un’enorme massa d’acqua, che riempie in poco tempo il bacino del lago; circa nel mezzo di questo vi sarebbe un altro bacino più profondo fatto ad imbuto e del diametro. di circa 60 m. Dopo i primi giorni di luglio, la fontana suddetta di- minuisce ad un tratto, ed il livello dell’acqua nel lago comincia ad

spl

abbassarsi, finchè a settembre il bacino rimane quasi completamente a secco. Gli indigeni credono che l’acqua se ne vada per l’imbuto sud- detto, da essi denominato dalàu. Il lago, quando io lo vidi, misurava forse tre chilometri di lunghezza e due di larghezza, e gli indigeni mi dissero che le acque erano appunto al loro più alto livello. In esso vive abbondantissima una piccola specie di pesci, il Phoxinellus Libanii che pescai in gran numero; raccolsi pure molti insetti.

Nei boschi delle montagne circostanti trovai numerosi il Parwus /u- gubris, il Serinus canonicus, l Euspiza metanocephata, ed il Garrulus atricapîttus: scorsi pure alcuni scoiattoli (Scîurus syriacus).

Il 23 giugno partimmo da Yamuney. Percorremmo verso Nord una valle arida e rocciosa, e in un’ora e mezzo circa giungemmo ad Ain- Ata piccolo villaggio abitato da Maroniti assai poveri. Dopo questo vil- laggio il sentiero si fece assai cattivo, e cominciammo a salire con molta fatica su per la valle, che andava facendosi sempre più stretta e ripida; ben presto si dovettero attraversare vasti nevati assai scoscesi con non poca fatica dei nostri mulattieri; per fortuna i mercanti di legna, che in gran numero in quei giorni andavano ai villaggi posti sul versante occidentale del Libano, avevano già tracciato il sentiero, e la neve, già battuta, ci reggeva abbastanza; sicchè dopo circa tre ore di fati- cosa salita giungemmo al colle dei Cedri, che è ad un’altitudine di più di 2200 m.

Valicato il colle, per un sentiero serpeggiante discendemmo nel grande anfiteatro, ove termina la valle del Nahr-Kadisha. I nevati erano anche qui ancora molto vasti. In un’ora circa giungemmo ai Cedri, che sono ad un’altitudine di 1900 m. circa.

Questi alberi, famosi già da antico tempo, ora sono solo più in nu- mero di forse 400: pochi anni or sono il governatore del Libano, fece costrurre intorno a questa piccola ma notevole foresta un muro, per difenderla dal vandalismo degli abitanti dei villaggi vicini, e vi pose un guardiano a custodirla.

Gli alberi veramente colossali non sono solo che sette od otto; il tronco di uno che misurammo aveva più di 16 m. di circonferenza; ci accampammo all'ombra di questi secolari colossi. Innumerevoli corvi vi avevano eletto domicilio, però non riuscii ad ucciderne alcuno.

In questa piccola foresta era molto numerosa la Cinciallegra mora (Parus ater); comuni il Codirosso spazzacamino (Ruzicilla titys), il Fringuello (Fringilta coelebs) e la Saricola oenanthe; fra i bassi ce- spugli dei dintorni presi numerosi esemplari della Maduia vittata.

Il 24 partimmo guidati dal guardiano dei Cedri, e, rifacendo il cam- mino del giorno prima, giungemmo al colle; poi volgendoci verso Nord, per un pessimo sentiero percorremmo selvaggie montagne, che un tempo dovevano essere boscose, ma ora sono completamente brulle. Dopo circa.

3

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due ore di penosa marcia scendemmo in una fresca valletta in fondo alla quale eravi un piccolo lago (Ain-Arghuseh) situato a più 2000 m. di altitudine e ricco di vegetazione acquatica; in esso vidi alcune biscie d’acqua che non riuscii a prendere; presi però alcuni Bufo wviridis, molti crostacei del genere Branchipus, e varii molluschi ed insetti acquatici.

Nelle vicinanze incontrai alcuni branchetti di Serinus canonicus.

Qui tra il guardiano dei Cedri ed il mio dragomanno cominciò un litigio per la paga, e poco dopo il guardiano non volle più proseguire, valse a farlo restare la loquela del dragomanno. Solo si degnò di indicarci che Merdsch-Ain, località dove dovevamo alla sera porre il campo, era verso Nord. A me ciò dispiacque assai, perchè nessuno della carovana conosceva la via, ed essendo queste regioni assolutamente deserte, non potevamo farcela indicare.

Ci dirigemmo adunque verso Nord lungo le falde del monte Makmal, il quale è di aspetto molto più selvaggio che non il Sannin; lungo la strada incontrammo vasti nevati, da cui avevano origine varii laghetti, cui la notte vicina ci impedì di esplorare. Era quasi notte fatta quando giungemmo nella valle di Merdsch-Ain.

Questa valle è un vasto altipiano coltivato quasi tutto a cereali dagli abitanti di Yamuney e di qualche altro villaggio presso i Cedri; esso è abbastanza fertile essendo irrigato dalle acque della fontana che il nome alle valle. Le montagne circostanti erano un tempo coperte di belle foreste, ora per tratti grandissimi non si vedono che vecchi alberi quasi del tutto secchi.

Il 25 rimanemmo a Merdsch-Ain.

Sulle montagne circostanti vidi numerosi gracchi ( PyrrRocorax alpinus); nei campi uccisi alcune Calandrelle (CazandreZla brachy= dactyla).

Nel laghetto formato dalla fontana erano numerosi i Bu/o viridis e le rane (Rana esculenta var. ridibunda); quivi raccolsi pure numerosi ragni, insetti acquatici, irudinei e lumbricidi.

Il 26, attraversato il piano di Merdsh-Ain, ci inoltrammo in un’ altra valle boscosa che discende verso Nord-Est. In questa regione le foreste sono assai più belle, e, forse perchè più lontane dai luoghi abitati, sono meno devastate dall'uomo. Quivi vidi due Scoiattoli (Sciurus syriacus), di cui uccisi uno, essendosi l’altro nascosto nel tronco di una vecchia quercia. In questa stessa valle, di cui non ho potuto sapere il nome, su due rupi vidi scolpite due antiche lapidi coperte di fitta scrittura, ed a capo di una di esse vi era scolpita in bassorilievo una figura mitrata alla maniera dei sacerdoti assiri.

Verso le due del pomeriggio oltrepassate le ultime falde del Libano, scendevamo nella pianura di El-Bekàa, ampia valle che separa la

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catena del Libano da quella dell’Antilibano; quivi la parte piana della valle era coperta soltanto di piccoli e radi cespugli; il caldo era soffocante, e noi lo soffrivamo tanto più, per essere stati abituati nei giorni scorsi al clima quasi freddo dei monti del Libano.

Presi qui alcuni camaleonti (Chamaeteon vulgaris), e moltissimi or= totteri, che erano oltremodo abbondanti; percorrendo poi verso nord-est la pianura, che era coltivata a campi di cereali, giungemmo al misero villaggio di Zeita; procedendo, attraversammo il fiume Narh-el-Asy (l'antico Oronte) e toccammo in seguito i villaggi di Tell-Nebi-Mindau e di Ardjim, poi seguendo il corso dell’ Oronte arrivammo al lago di Homs. Si pose l’accampamento presso la sponda del lago.

Le messi nei dintorni erano già mietute e l’erba era già alta ed ab- bondante.

Impiegai il giorno 27 a far ricerche presso le sponde paludose del lago ove erano abbondanti gli uccelli acquatici, tra cui uccisi alcuni individui di Hoplopterusspinosus e Glareola pratincola ed unCircus aeruginosus.

La Ceryle rudîs era anche qui assai frequente e da ogni parte fra le alte erbe palustri risuonava il canto dei Forapaglie; ma non riuscii a vederne neppur uno; nelle steppe poi, che circondano il lago abita- vano numerosi e grandi branchi di PterocZî, che al mattino si alzavano tutti a volo ed andavano attorno a lungo facendo udire il loro rauco richiamo, e nel pomeriggio erano quasi sempre posati; comuni pure erano gli Occhioni (Oedicnemus scolopax).

Nelle paludi presso il lago presi alcune biscie d’acqua ( Tropinodotus) ed i pescatori mi portarono in abbondanza pesci del gen. Capoeta, Discognathus, Alburnus; vi pescai abbondanti Cyprinodon e cobitidi e abbondantissimi crostacei del genere ZHemicaridina simili a quelli che aveva pescati ad Ain-et-Tin presso Tiberiade, ed alcuni irudinei.

Il 28, lasciato il lago di Homs e ritornando verso sud per la pianura della Coelesiria, andammo a mettere l’accampamento presso Tell-Nedi sulle rive del fiume Nahr-el-Asy. Quivi pescai tutto il giorno nel fiume, dove trovai abbondanti i gen. Capoeta, Discognathus, Cyprinodon e Cobîtis; colsi pure gran numero di crostacei del gen. Hemicaridina.

Il 29, percorrendo sempre la pianura verso sud, andammo ad accam- parci non lungi dal villaggio El-Hermel.

Quivi vidi ed inseguii a lungo un branco di cinque gazelle (Gazezza dorcas), ma non riuscii a giungere loro a tiro.

Il 30, dopo una marcia di circa 10 ore, durante la quale vidi stormi sterminati di Pastor roseus, giungemmo a Ba'Albec, che è un villaggio composto di circa 200 case, fra cui alcune assai belle costrutte da pochi anni. Le gigantesche rovine della città antica sono veramente ammire- voli; pochi anni or sono il Governo turco, per impedirne la distru- zione, ne chiuse l’accesso, e vi pose guardiani, ed ora si deve, per

i Congo:

visitarle, pagare una tassa di un megidiè, ossia di L. 4,75 circa della nostra moneta.

Visitate le rovine, il luglio lasciammo Ba’albec per recarci nuova- mente al lago di Yamuney per pescarvi esemplari del ProrineWus li- banti, poichè quelli che vi aveva preso il 22 giugno si erano guastati.

Ci dirigemmo verso ovest, attraversando la pianura e, dopo circa un’ora e mezza di cammino, incontrammo una grande colonna antica isolata e coperta di iscrizioni. Non lungi di vi è un laghetto in cui vidi numerose cicogne (Ciconia alba), una coppia di aironi bianchi (Ardea bubulcus) ed un’anitra. Quest'ultima per quanto facessimo, si ostinò a stare nel bel mezzo del lago, per cui, essendo colà fuori tiro, non riuscii ad ucciderla; uccisi poco dopo un bel Bu/eo ferox.

Dal piccolo villaggio di Deir-el-Ahmar situato ai piedi dei primi con- trafforti del Libano, si cominciò a salire per un sentiero roccioso fra grandi foreste di quercie, anch'esse miseramente mutilate dagli indigeni.

Ivi incontrammo più tardi una piccola chiesa presso una casa isolata, in cui abitava un prete maronita, che durante la nostra fermata, ci colmò di gentilezze.

Seguitando a salire per la foresta giungemmo ad un altipiano roccioso e quasi senz’alberi. Di qui, volgendoci a sinistra, per una valle che si dirige verso sud-ovest, e poi per un ripidissimo pendio roccioso, scen- demmo nel bacino di Yamuney.

L’accampamento venne posto presso l'estremità sud del lago.

Il giorno dopo ci portammo al colle di Legmia attraversando vallette e colli boscosi, e dopo aver fatto abbondante raccolta di crostacei del gen. Branchipus e di insetti in un piccolo laghetto. Dal colle di Legmia, piccolo altipiano roccioso, dove si vedevano ancora molti e vasti nevati, cominciammo a discendere, dirigendoci verso ovest, per una stretta valle incassata fra alte pareti rocciose e coperta un po’ più in basso di foreste di grandi ginepri. Le foreste di questa parte del Libano, essendo quasi tutte proprietà privata sono meno esposte al vandalismo della popolazione e perciò sono abbastanza ben conservate,

Discesa la valle e passato un ponte che attraversa il Nahr-Hibrahim, torrente notevole per varie bellissime cascate, andammo ad accamparci vicino alle rovine di un antico tempio presso il villaggio di Afka.

Îl paesaggio qui è di una notevole bellezza. Rupi quasi verticali, alte forse un sei o settecento metri formano all’intorno un vasto e maestoso anfiteatro al fondo del quale si apre una grotta da cui spumeggiante nasce il torrente Nahr-Hibrahim.

Volli esplorare la caverna sopradetta nella speranza di trovarvi ani- mali cavernicoli. Digraziatamente la cosidetta caverna principale era resa inaccessibile dalle acque del torrente, in questa stagione assai ab- bondanti. Dovetti perciò limitarmi ad esplorare le piccole caverne laterali,

—. 37°

ma queste, quantunque assai profonde, non mi diedero nessun risultato. Lungo il torrente trovai comune il Cinclus rufiventris, di cui uccisi tre individui, che tuttavia andarono perduti essendo caduti nel torrente, che era colà assai vorticoso e rapido. Nel torrente sotto alle pietre som- merse trovai numerosissime Planarte.

Il giorno dopo lasciammo Afka per recarci a Reifun. La strada che percorremmo ci condusse prima al villaggio di Meiruba, presso cui incontrai una cisterna, ove presi alcuni crostacei del genere Estherza, e molti piccoli molluschi bivalvi; nel terreno circostante presi pure varii lumbricidi. Le pendici delle montagne erano coperte di cespugli del Rhododendrum ponticum in fiore, di bellissimo effetto. Al di di Mei- ruba la strada passa per una regione assai curiosa; essa corre fra rupi di forme stranissime : aleune hanno la forma di obelischi, altre di torri, altre di cittadelle merlate, di giganteschi cavoli, di canne da organo, ecc.; quà e tra le roccie vi erano piccoli spazi di terra coltivata con grande cura. Gli indigeni mi dissero essere in questa regione stra- ordinariamente comuni gli sciacalli, e veramente non vidi mai un luogo più adatto per la loro dimora. Scorsi pure qualche scoiattolo, e numerosi Codirossi spazzacamini (Ruliciz/a titys) e Culbianchi (Saxicola oenanthe).

Il giorno dopo da Reifun mi recai a visitare le sorgenti del torrente Nahr-el-Kelb, il quale nasce da una profonda grotta che io avrei desi- derato visitare; ma le acque del torrente me ne impedirono l’accesso.

Dalle sorgenti del Nahr-el-Kelb, raggiunta dopo varie ore di marcia la strada carrozzabile, che costeggiando il mare va da Tripoli a Beirut, verso sera giungemmo a Beirut.

Da questa città feci in seguito ancora alcune escursioni sui monti del Libano. Passai qualche giorno a Bekfeiya, bel villaggio a circa 800 m. di altitudine, dove fui gentilmente ospitato dalla famiglia del cav. Crolla cancelliere del nostro consolato a Beirut. Mi trattenni pure qualche giorno ad Aleih, altro villaggio situato a circa 800 m. di altitudine, non lungi dalla strada carrozzabile di Damasco, e soggiorno estivo di moltis- sime famiglie di Beirut.

Feci poi molte brevi escursioni nei dintorni della città; in una grotta scavata dal mare in una rupe e denominata Grotta dei Colombi, presi molte rossette (Cynonycteris aegyptiaca). Questi chirotteri sono anche qui comunissimi ed arrecano danni gravissimi ai giardini, divorando ogni sorta di frutta.

Il 12 di agosto m'imbarcai sul piroscafo italiano « Mario » il quale per completare il suo carico, doveva toccare, prima di partire per l’I- talia, varii porti della costa Siriaca. Ci fermammo mezza giornata a Tiro, ma su quelle aride spiaggie non trovai nulla di interessante. Il giorno dopo giungemmo ad Acri, ed io ne approfittai per recarmi ad Haifa dove rimasi due giorni.

3

Nelle paludi presso il mare uccisi molti uccelli acquatici; fra cui l' Ar- dea bubulcus, varii totani (Totanus ochropus e Totanus hypoleucus), la Glareota pratincola ed il Larus fuscus; vidi pure una folaga, ma non riuscii ad ucciderla: inoltre pescai alcuni pesci dei generi ChRro- mis e Mugi. Nelle altissime e folte erbe delle paludi suddette, come pure sul Monte Carmelo, alle cui falde è fabbricata la città di Haifa, feci abbondante raccolta di insetti, specialmente di ortotteri, e di molluschi.

Il 15 partimmo da Haifa, e dopo esserci fermati un altro giorno a Tiro, giungemmo il 16 a Tripoli.

Qui, accompagnato dal proprietario del « Mario » capitano G. B. Ca- pellino di Genova, che, durante il mio soggiorno a bordo, mi usò sempre le più grandi gentilezze, andai a visitare alcuni isolotti distanti circa due ore dalla costa. Su di essi innumerevoli sterne (Sterna Auviatilis) vi avevano il nido, e si precipitavano coraggiosamente su di noi gri- dando disperatamente per allontanarci; alcune si avvicinarono tanto da sfiorarci il capo colle ali. I nidi erano collocati vicini gli uni agli altri e consistevano in una piccola escavazione fatta dall’ uccello nella sabbia e rivestita negligentemente di pochi steli d'erba; in ciascuno vi si trovavano da due a tre uova di color giallastro con macchie di color bruno-cupo. I nidiacei avevano un colore che concordava così bene con quello della sabbia, che duravamo fatica a scorgerli. Su questi isolotti presi pure molti saurii (Maduîa vittata) e molti insetti specialmente ortotteri.

Il 18 giungemmo ad Alessandretta, dove ricevetti ottima accoglienza dal nostro gentile agente consolare cav. Levante.

Il giorno dopo mi recai nelle paludi salate che sono a Sud della città, dove gli uccelli acquatici erano numerosissimi, Lunghe file di pellicani e di cicogne erano intenti a pescare. Non potei avvicinarmi ai pellicani, ma uccisi alcune cicogne, ed alcuni aironi (Ar'dea rudra), varii totani (Totanus ochropus e totanus hypoleucus), 1 Aegiatitis curonica, |’ Ae- gialitis cantiana, e varie tringhe. Vidi pure un’anitra, ma non potei ucciderla.

Nelle alte e folte erbe, che coprivano il suolo circostante alla palude, presi molti insetti, specialmente ortotteri, e molte chiocciole.

Ad Alessandretta comperai pure due bellissime gazelle (Gazezla dorcas) viventi.

La sera del 19 agosto partivamo da Alessandretta, ed il 27 dopo una felicissima traversata, giungemmo a Genova, dove a malincuore mi se- parai dal gentile capitano Capellino e dai simpatici ufficiali del « Mario », che colle loro cortesie mi avevano reso gradevolissimo il viaggio.

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YULZ2O 1894

" BOLLETTINO

Musei di Zoologia ed Anatomia comparata

della R. Università di l'orino

N. 4773 pubblicato il 30 Maggio 1894 Vor. IX

Viaggio del Dr. E, FESTA in Palestina, nel Libano e regioni vicine.

VII.

Coleotteri.

per FLAMINIO BAUDI.

Tetracha euphratica Dej. Caiffa.

Cicindela littoralis Fabr. var. /unulata Fischer Caiffa.

Procrustes impressus Klug Beirut, var. asperatus Muls. Giaffa, Mar- Saba.

Carabus Hemprîchi Klug Beirut, Gerico, Antilibano.

Nebria Hemprichi Klug Djerach, Es-Salt, Gerusalemme, M. Ermon.

Leistus abdominatis Reiche Gerusalemme.

Notiophilus substriatus Waterh. Gerusalemme, Bekfeia.

Bembidium quadrifossulatum Schaum, Laghetto sul Monte Ermon a 2000 metri.

Bembidium (Nepha) Ménetriesî Kolenati, Merdsch-ahin, Beirut: va- rietà assai bella di colore come d’acciajo brunito e terso, con una fascia bianca arcata, a contorni netti, spiccante sul terzo posteriore delle elitre, che sono nitidissime e senza traccia di strie.

Bembidium (Periphus) nitidulum Marsham, Bekfeia, M. Ermon, Ain- Diadour : tutti gli individui delle citate diverse località variano da quelli di Europa pelle strie delle elitre più fine o meno impresse, cogli inter- valli più piani; talora variano di colore amaranto oscuro, nitidissimi, colla punteggiatura delle strie più rada e men profonda.

Bembidium testaceum Duft. Gerico.

Id. siculum Dej. M. Ermon. Id. var. Lafertei Duval Bekfeia. la: Andreae Fabr. Beirut.

e elet

Tachys bisulcatus Nicolai Bekfeia, un esemplare che varia pelle elitre ornate d’una lunula nericcia, ben marcata, arcata all’indietro sul terzo posteriore di esse, pure annerito il mesosterno.

Trechus quadristriatus Schrank var. obtusus Er. Merdsch-ain.

Broscus laevigatus Dej. Gerusalemme.

Id. nobilis Dej. M. Ermon.

Clivina ypsilon Dej. Damasco.

Scarîtes subcylindricus Chaudoir Giaffa.

Stagona longuta Reiche Madaba.

Cosciînia Schvppeli Dej. Damasco e rive del Giordano.

Chicenius spoliatus Rossi Gerico presso il Mar-Morto, Damasco.

Id. festivus Fabr. Siria, var. caspicus Motsch. Djerach.

Id. vestitus Payk. Mersch-ain, Zebedani.

Licinus brevicollis Dej. Siria.

Ditomus (Arîstus) capito Dej. Djerach.

Id. (Aristus) punctatissimus n. sp. Niger, nitidulus, glaber, ore, antennis, tibiis tarsisque rufo-piceis; capite thoraceque dense, subtiliter, elytris crebre irregulariterque punctatis. Caput magnum, sat, vertice presertim, convexum, fronte utrinque late impressa : thoracis margo anticus late leniter emarginatus, angulis anticis subrectis. Gerusalemme e Djerach.

Appena della statura dei più piccoli sphaerocephalus, distinto da tutti i congeneri di questo gruppo pella sua punteggiatura uniformemente densa e fina, però ben distinta.

(D. în sp.) asiaticus Chaud. Es-Salt, Quadi-Seir.

Id. (Carterus) tongipennis Chaud. Libano presso i Cedri, Anti- libano; più alcuni esemplari di Gerusalemme che variano per statura della metà più piccola che quelli delle regioni montuose.

Acînopus picîpes Ol. regioni all’est del Giordano.

Ophonus meridionatis var. subguadratus Dej. Zebedani.

Id. libanicola Piochard Antilibano.

Harpalus seriatus Chaud. var. Caîphus Reiche Gerusalemme.

Id. litigiosus Dej. Es-Salt.

Daptus vittatus Fischer Rive del Giordano.

Stenolophus teutonus var. abdominatis Gené Djerach.

Id. marginatus Dej. Damasco e rive del Giordano. Amara trivialis Gyll. Giaffa.

Id. dalmatina Dej. Antilibano, Zebedani.

Id. (Amatnhitis) rufescens Dej. Giaffa. Pocitus cupreus Lin. Stora.

Id. cursorius var. cyanellus Reiche Zebedani.

Id. numidicus Lucas Siria.

Id. Bonvoîsini Reiche Damasco.

DE

Pterostichus nigrita Fabr. Dejrach.

Ortomus tongulus Reiche. Giaffa, Bekfeia.

Pristonychus paralltelocoltis Reiche Es-Salt, Mar-Saba, Gerico.

Calathus distinguendus var. syriacus Chaud. M. Ermon, Antilibano, Es-Salt, Gerusalemme, Madaba, Djerach, Beirut.

Calathus melanocephalus Lin. Madaba, Lago di Houleh.

Agonum sordidum Dej. Siria.

Lebia cyanocephala var. femoratis Chaud. Ain-Djadour, M. Ermon.

Id. dorsatis Dej. Gerico, Madaba.

Platytarus Reichei Chaud. Damasco.

Blechrus glabratus Duft. Gerusalemme.

Brachinus Bajardi Dej. Djerach.

Id. immaculicornis var. ejaculans Fisch. Zebedani, rive del Giordano.

Brachinus sichemita Reiche Quady-Seir.

Peltodytes coesus Duft. Ain-Haour.

Haliplus variegatus var. syriacus Regimb. Cisterna di Brak.

Noterus sparsus Marsh. Cisterna di Brak, Lago di Homs.

Canthydrus ornatus Sharp Ain-Haour.

Laccophilus luridus Schaum Siria.

Id. obscurus Panz. Beirut.

Bidessus geminus Fabr. Damasco, Cisterna presso Hazzan.

Colambus saginatus Schaum Laghetto Leigmia.

Id. lernoeus Schaum var. orthogrammus Sharp Laghi presso Damasco.

Colambus confluens Fabr. Stagni presso Brak.

Deronectes griseostriatus Deg. var. palastinus Baudi: supra de- pressior, pallide testaceus, capite normaliter nigro-maculato, thorace medio maculis duabus parvis ornato; elytrorum lineolis tenuibus, su- turali utrinque valde abbreviata, secunda, tertia et quinta basin fere attingentibus, quarta anterius breviore, sexta in duo vel tres maculas disjuncta, septima nulla; abdomine plerumque rufo-testaceo. Corpus re- trorsum magis quam in typica forma attenuatum, tibie media et posticae cum eorumdem tarsis pilis prelongis flavis ornata.

Questa varietà a primo aspetto la si direbbe una specie distinta dal griseostriatus a motivo del suo corpo più depresso e più attenuato po- steriormente, della sua tinta d'un giallo pallido più vivo, sul quale meglio spiccano le due macchiette del torace e le sottili lineette delle elitre, che però lasciano sui lati un più largo spazio giallo: tuttavia dal modo con cui è macchiato il capo e dal complesso di sue forme la reputo solamente una varietà. Cisterna di Es-Sanamein e stagni di Brak.

Hydroporus tessellatus Drap. (rantopus Steph.) Laghetto sul Libano, Cisterna e stagni di Brak, M. Ermon, Ain-Naur.

LS

Agabus cephalotes Reiche e varietà colle elitre di color castagno chiaro Ain-Haur.

Agabus nitidus Fabr. (fontinalis Steph.) M. Ermon, Zebedani, Afga sorgenti.

Agabus nigricollis Zoubk. Ain-Djadur, M. Ermon.

Id. nebulosus Forst. (bipunctatus F.) pare diffuso ed ovvio in molte località del piano e della montagna; talora varia col torace privo delle due normali macchie oscure sul disco, ovvero colle elitre gialliccie, unicolori.

Agabus calchonotus Panz. Birket-er-Ram; laghetti sui monti a 2000 metri sul Libano e a 1200 metri sul livello del mare. Agabus bipustulatus Lin. Bekfeia e Libano.

Id. Goryi Aubé Ferzol.

Colymbetes piceus Aubé Ain-Haur a 1800 metri, Ain-Naua a 2000 m.

Dytiscus circumfiexus Fabr. Stagni presso Brak, Cisterna del Khan- Djoub-Youssouf.

Hydaticus transversalis Pontop. Lago Homs.

Gyrinus distinctus Aubé Laghi presso Damasco, sorgenti del Gior- dano, Cisterna presso Teraya, Ain-Jagus.

Hydrophilus piceus Lin. Dintorni di Beirut.

Hydrobius fuscipes var. arcadius Br. Siria.

Creniphilus timbatus Fabr. Beirut, Afga.

Philydrus frontatiîs Er. Lago di Mouleh, Djerach.

Laccobius sinuatus Mots. Beirut e Gerico.

Id. alternus Mots. Beirut.

Berosus bispîna Reiche Laghi presso Damasco, Cisterna di Es-Sana- mein, stagni presso Brak. i

Coclostoma minor? Sharp. Un esemplare di Betania che realmente è di statura assai minore dei comuui ordiculare, ne sembra distinto pella punteggiatura del capo e del torace più fina, locchè tuttavia non parmi sia sufficiente per ritenerlo come specie propria.

Helophorus alternans Gené M. Ermon..

Id. grandis Ill. Kùwert Ain-Naua, M. Ermon, laghetto sul Li- bano a 2000 metrì.

Helophorus cognatus Rey Merdsch-Ain, Libano, Ain-Naua, Ain-Haur. Aleochara nitida Grav. M. Ermon. Tachyporus hypnorum Lin. M. Ermon. Quedius cinctus Payk. M. Ermon. Ocypus picipennîs Fabr. M. Ermon, Merdsch-Ain. Id, coneocepralus Degeer M. Ermon. Philonthus debitis Grav. Rive del lago di Tiberiade. Xantholinus fulgidus Fabr. est del Giordano. Scimbalium testaceum Er. Rive del Giordano.

DIA LI

Medon semiobscurum Faur. Rive del lago di Tiberiade. Sunius filiformis Latr. Bekfeia. Pcoederus tittoralis Grav. var. Moyses Saulcy rive del lago di Houleh.

Id. fuscîpes Curtis (fongipennîs Er. var. ostuans Er.) al lago di Houlet. 5

Stenus hospes Er. M. Ermon.

Id. similis Herbit (oculatus Grav.) Damasco. Bledius fossor var. frater Kraatz Beirut. Platysthetus cornutus Gy]l. Beirut.

Oxytelus sculpluratus Grav. Djerach, uan Es-Salt. Lesteva longelytrata Goeze M. Ermon.

Ptomaphagus fuscus Panz. Gerusalemme.

Silpha gibba Br. Giaffa.

Tolyphus gramutatus Guèrin Mar-Saba, Ain-Djaour. Brachypterus Abeîtlei Tourn. Gerusalemme.

Metligethes viridescens Fabr. Mar-Saba.

Id. ovatus St. Damasco.

Id. rotundicollis Bris. Gerusalemme. Altagenus tigrinus Fabr. Mar-Saba.

Id. simplex Reitt. Mar-Saba.

Anthrenus verbasci Lin. Damasco. Elmis coneus Muller M. Ermon.

Id. pygmaus Mull. M. Ermon.

Hister major Lin. Giaffa, Djerach, est del Giordano.

Id. sinuatus Ill. Es-Salt.

Id. sfercorarius Hoffm. Libano, est del Giordano. Ateuchus pius Ill. Antilibano, M. Ermon. Gymnopleurus Mopsus Pallas Siria.

Id. cantharus Ill. Mar-Saba.

Id. flagellatus Fabr. Mar-Saba, Zebedani.

Id. asperatus Stev. Mar-Saba.

Sisyphus Schoefferi Lin. M. Ermon, Djerach. Copris hispanus Lin. Es-Salt.

Onitis humerosus Pallas Mar-Saba. Onthophagus Amyntas Ol. Mar-Saba.

Id. Nemoeus Ol. Mar-Saba.

Aphodius linearîs Reiche Stagni presso Brak.

Id. signifer Muls. Damasco e rive del Giordano, variano alcuni esemplari, forse poco maturi, col capo e torace di color bruno-testaceo, le elitre giallognole, colle macchie ridotte a leggeri tratti.

Rhyssemus germanus Lin. Damasco e rive del Giordano. Geotrupes lateridens Guèr. (subarmatus Er.) Antilibano. Amphicoma papaverîs St. Gerusalemme, Stora.

==

Amphicoma Lasserreî Germ. Djerach.

Id. pretiosa.Truqui Gerico, Mar-Saba var. luridipennis (var. db. Truqui Amph. 1848 p. 30) thorace virescenti-ceneo, elytris luteo-luridis, capite plerumque flavescente piloso. Sembra comune a Gerico.

Amphicoma vulpes Fabr. var. purpuricolltis Waltl. Palestina.

Serica rugosa Blanch. Es-Salt.

Haplidia fissa Burm. Boschi del Libano.

Pachydema Reichei Ramb. Es-Salt.

Anisoplia leucaspis Cast. rive del Giordano.

Id. syriaca Burm. M. Ermon, Antilibano.

Phyltopertha tineotata Fisch. Beirut, M. Ermon.

Oryctes nasicornis Lin. Libano.

Oxylyrea cinctelta Schaum Djerach, Iamuneh, Gerusalemme. Id. Noemi Reiche Gerico, Mar-Saba, Djerach, Beirut. Id. funesta Poda Giaffa.

Tropinota squatida Lin. Giaffa, Mar-Saba.

Id, viltula Reiche Giaffa, Mar-Saba.

Id. hirta Poda Djerach, regioni all’est del Giordano.

Mithiessa feralis Er. M. Ermon.

Cetonia lugubris Voet M. Ermon,

Id: afflicta Gory Giaffa.

Id. affinis Andersch est del Giordano.

Iulodis specutlifera Gory Gerico.

Id. corrosa Reiche Zebedani a 1500 m. Una femmina di Es-Hour- moul nelle Celesiria varia pei quattro primi articoli delle antenne gialli alla base, dello stesso colore i palpi mascellari.

Calcophora stigmatica Dalm. var. quadrinotata Klug Banias, M.

Ermon a 1800 metri sul livello del mare.

Capnodis carbonaria Klug M. Ermon come sopra, Tripoli di Siria.

Id. miliaris Klug. Tripoli di Siria.

Psiloptera cuprata Klug varietà di tinta aureo-bronzata M. Ermon.

Anthaxia funerula Ul. var. pygmaa Br. M. Ermon.

Id. tenetta Kiesw. Libano nella regione dei cedri.

Acmocodera virgulata var. chrysanihemi Chevr. dintorni di Brak. Id. cuprifera Gory Siria.

Sphoenopiera Babel Mars. M. Ermon.

Cardiophorus sacratus Er. Djerach. Damasco.

Id. rufipes Fourer. Mar-Saba.

Id. melampus Il. Ain-Djadour.

Melanotus dichrous Er. Bekfeia, Libano.

Athous crassicornis Cand. Damasco.

Agriotes linealtus Lin. Stora, M. Ermon.

Lampyris berytensis Fairm. Afga.

Lampyris nervosa Ern. Oliv. M. Sannino, 1800 a 2000 m. Cantharis funebris Mars. Gerusalemme, Madaba, Antilibano. Id. dimidiatipes Reiche Gerusalemme, Djerach, Antilibano. Id. livida Lin. var. melapsis Chevr. Giaffa, Gerico, est del Giordano, Es-Salt, Stora, Zebedani.

Ragonycha nigritarsis Br. dintorni del lago Tiberiade. Id. fulva Scop. Siria.

Id. Chevrolati Mars. Banias. Matthinus arxiltaris Kiesw. Mar-Saba. Malachius assimilis Baudi Damasco.

Id. ephippiger Redt. Merdsch-Ain.

Id. grocus Kiesw. Bekfeia, Iamuneh. Id. maculiventris Chevr. Mar-Saba. Id. crux Abeille Rive del lago Tiberiade.

Ebeus flavobultatus Mars. Damasco, Ferzol. Id. corrulescens Er. Bekfeia. Hypebous scitulus Er. Mar-Saba. Dasytes striatulus Br. Djaulan, rive del lago di Tiberiade: dal vero striatulus di Grecia differisce pel corpo un po’ più stretto, pella pube- scenza bianchiccia delle elitre più lunga, frammezzo la quale più spiccano i punti lucidi e glabri di cui sono serialmente cosparse. Dolicosoma simite Br. Beirut. Haplocnemus pristocerus Kiesw. M. Ermon. Id pertusus Kiesw. M. Ermon.

Tricodes nobilis Klug. Mar-Saba, Gerico, Djerach. Id. Sipylus Lin. Siria Id quadrigultalus Adams Gerico.

Zophosis punctata Br. Libano regione dei Cedri, Antilib., Jamouneh.

Erodius brevicostatus Sol. Beirut.

Ammodeis asiaticus Miller Gerico, Mar-Saba.

Adesmia monitis Ol. Alessandria d’Egitto.

Id. anthracina Klug Gerusalemme, Mar-Saba. Id. procera Miller M. Ermon, Beirut, rive del Mar-Morto.

Calyptopsis Jeremias Reiche Libano presso i Cedri.

Sceleodis castaneus Esch. Giaffa.

Tentyria Saulcyi Reiche Gerusalemme Es-Salt.

Id. discîcollis Reiche Gerico, Mar-Saba. Id. angulata Sol. Libano presso i Cedri.

Oxycara levigata Reiche Gerico.

Mesostena punctipennis Sol Giaffa.

Himatismus villosus Haag Rive del Giordano.

Adetostoma sulcatum Duponchel QOuadi-Seir. v. cordatum Sol. Gerico.

Stenosis canaliculata Miller Libano. |

i ine

Akis reflexa Fabr. Alessandria d’Egitto. Id. spinosa Lin. Siria. Scaurus puncticollis Sol. Gerico. Blaps toniolata Mén. Madaba, Gerusalem, Es-Salt. Id. polychresta Forskall Gerico. Id. cribrosa Sol. regione all’est del Giordano. Id. sodalîis Reiche Libano regione dei cedri. Id. pieroptapha Mén. Madaba, Antilibano, M. Ermon.

Pimetlia bajula Ol. Es-Salt. Un esemplare senza designazione di lo- calità, varia per la sua statura relativamente assai piccola e più corto, cosichè presenta l’aspetto d’una Timarcha.

Pimelia derasa Klug Mar-Saba, Gerico.

Ocnera hispida Forskall Mar-Saba, Alessandria d’Egitto.

Id. Latreitleî Sol Mar-Saba. Id. plylistina Reiche Giaffa Gerusalemme; var. gomorrhana Reiche Gerico.

Pachyscelis rotundata Kraatz Dierach, Es-Salt.

Id. chrysomeloides Ol. Antilibano, Libano, Jamunech.

Dendarus calcaratus Baudi Libano.

Pandarinus pauper Muls. Gerusalemme.

Bioplanes crassiusculus Muls. Gerusalemme. Es-Salt.

Id. viduus Reiche Antilibano.

Id. saginatus Baudi Aleih (Libano). Cabirus rotundicoltis Miller Mar-Saba. Opalrum Libanî Baudi Beirut. Giaffa.

Id. rusticum Ol. Stora.

Opatroîides punctulatus Br. Djerach, Mar-Saba, Quadì-Seir, Antili- bano: differiscono questi esemplari di Siria da quelli dell'Europa meri- dionale per statura d’ordinario minore e pel corpo più convesso.

Anemia sardoa Genè Damasco e rive del Giordano ove non sembra rara.

Anemia asperula Reitter var. seriesetosa Baudi. Rufo-testacea, an- tennis pedibusque pallidioribus, thoracis elytrorumque margine laterali pilis prelongis fulvis induto, elytris dorso setulis decumbentibus per series 7-8 regulariter dispositis, sat remotis, ornatis. Damasco.

Non conosco in natura una tipica Anemia asperula, ma dalla descri- zione datane dal Reitter credetti rapportare ad essa un esemplare do- natomi anni sono dal sig. Fauvel ricevuto dal sig. Peragallo come rin- venuto a Nizza marittima, nel quale non scorgesi alcuna traccia di serie di peli sulle elitre.

Helops tumidicollis Kister regioni all’est del Giordano.

Strongylium saracenum Reiche Beirut.

Omophlus versicolor Kirsch Mar-Saba.

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Omophlus orientalis Muls. Zebedani.

Id. lucidus Kirsch Mar-Saba, Djerach, Gerico. Anthicus floralis Fabr. Damasco.

Id. tenellus Laf. Damasco.

Id. quadrioculatus Laf. Beirut.

Id. Iscariotes Laf. Mar-Saba.

Mordella bipunctata Germ. Beirut.

Mordellistena episternatis Muls. M. Ermon. Id. micans Germ. Damasco.

Anaspîs ruficollis Fabr. Damasco.

Melde tuccius Rossi Zebedani.

Id. coctatus Reiche Es-Salt.

Cerocoma Munhilfeldi var. Schraderi Kraatz Gerico.

Id. Schoefferî Lin. varietà coi tre ultimi articoli delle antenne neri nel maschio, le stesse tutte nere nella femmina; in questa i piedi sono concolori al corpo, il maschio invece ha testacei i piedi anteriori, però annerita la base dei femori ed i tre ultimi articoli dei tarsi, gli altri piedi sono neri, meno una lunga macchia testacea sui femori degli intermedii. Gerico.

Coryna distincta Chevr. Gerico. Zonabris surtaca Klug. Siria, località precisa non indicata.

Id. damascena Reiche Gerico presso il Mar-Morto. Id. bimacutata Klug Gerico e Gerusalemme. Id. calida Pallas var. maculata Ol. Damasco.

Id. fusca Ol. Gerico, Djerach, Mar-Saba. Lydus cerastes Abeil. Damasco, Djerach. Id. Rumeralis Gyll. Damasco var. suturatlis Abeil. Siria. Halosimus sulcicollis Abeil. var. brevicornis Abeil. Siria. Id. syriacus Lin. Antilibano. Zonitis sexmaculata Ol. Gerico. Ademera fiavipes Fabr. Bekfeia. Othiorrhynehus concavirostris Bohm. Antilibano. Strophomorphus Rispidus Bohm. Aleih (Libano). Id. sublevigatus Desbr. Siria. Photlicodes conicollis Desbr. Giaffa. Id. syriacus Bohm. Siria. Sitones subcostatus All. M. Ermon. Id. chioroloma Fahrous Antilibano. Id. livîdipes Fahr. M. Ermon. Id. humeratis Steph. M. Ermon. Psallidium syriacum Miller Birket er Ram. Tanymecus urbanus Fald. Damasco. Brachycerus plicatus Gyll. Gerusalemme

(LI

Brachycerus junix Licht. Djerach. Hypera cypris Capiom. Gerusalemme.

Id. punctata Fabr. Beirut.

Id. pastinaco var. albescens Capiom. Beirut.

Id: variabilis Herbst M. Ermon.

Id. jucunda Capiom. M. Erm., Cisterna di Khan, Djoreb-Youssouf. Cteonus (Conorrhynchus) pulverulentus Zoubk. Damasco.

Id. (Leucosomus) hierogiyphicus Ol. Giaffa.

Id. (Cyphocleonus) tigrinus Panz. Antilibano.

Id. (Pltagiographus) excoriatus Gyll. Gerico.

Lixus scolopax Behm. Es-Salt. Id. cardui Ol. Es-Salt. Larinus maculatus Gyll. Ferzol, Antilibano. Id. latus Herbst (cardui Rossi) Es-Salt. Id. minutus Gyll. Banias. Baryitychius squamosus Gyll. Banias. Sibynia Tournierî Tourn. Mar-Saba. Ceutorrhynchus Andree Germ. Gerico, Es-Salt. Apion scalptum Muls. Bekfeia, Id. radiolus Kirby Bekfeia, Lago di Mouleh. Id. dissimile Bohm, M. Ermon, Banias. Id. gracilicotlte Gyll. Mar-Saba. Id. violaceum Kirby M. Ermon. Id. miniatum Germ. M. Ermon e rive del Mar Morto. Rhynchites provstus Bohm. var. nigripennis Baudi: capo e torace, base delle antenne e piedi, meno i tarsi, rosso testacei, petto, addome ed elitre d’un nero azurrognolo : statura piccola. Bekfeia. Amorphocephalus Piochardi Bedel. (Symmorphocerus Sch. sec. Senna) Mas: caput valde difforme, longulum, mandibulis elongatis, eras- siusculis, fortiter sulcatis, intus dente munitis: frons antice medio in lobum mediocre, apice subtruncatam atque superne recurvum leniter producta, utrique emarginata, ante antennarum insertionem triangula- riter explanata; abinde superne fovea magna rhomboidali, marginibus elevatulis, impressa, marginum angulo postico in carinam sensim magis elevatam, abrupte truncatam producto, carine ad latera fortiter foveolato- impressa, ad oculorum marginem anticum rulvo-villosulum latera versus bituberculata; vertex medio longitudinaliter impressum, utrinque in lobum superoculare, inter submenti apice profunde emarginati lobos infossum, submenti lobi apice rotundati, intus opaci, extus laevigati, canalicula brevi utrinque sat profunda, obliqua impressi. Antenna articulo primo obconico, introrsum apicem versus fortiter, secundo leniter incrassatis, sequentibus ad octavum subeylindricis, eorundem primis crassitiae lon- gioribus inde sensim decrescentibus. Abdominis segmentum primum fovea

ie

maxima, oblonga, quartum foveola rotundata media impressa. Pedes tibiis evidentius quam in coronati mare bifariam compressis et sinuosis intus villositate parca indutis, densius e contra tarsorum articuli tres primi inferne villosi. Elytrorum apex cupuliformis, margine infero vil- lositate spissa, latiuscula, fulva circumcirca obductus. Long. mm. 18.

| Per gli altri caratteri della specie vedasi la descrizione di essa sovra un esemplare femmina data dal sig. Bedel negli Annales de la Soc. Ent. de France, 1877, tome IV, bulletin pag. CLXXXIV.

Il maschio da me esaminato supera d’assai per statura la femmina che descrisse il sig Bedel (mm. 11), ed è maggiore dei più grossi coronatus maschi (mm. 16 al più) che vidi di Toscana, Sicilia e Grecia. A motivo forse d’aver soggiornato assai tempo nella boccetta con alcool esso deve aver perduto la villosità a cui accenna il citato Antore e della quale non scorgonsi più che leggere traccie. Ouadi-Seir all’est del Giordano.

Comunicai un sunto della descrizione dei Piochardi al Dottore Angelo Senna che si occupa particolarmente del gruppo dei Brentidi e mi rispose che vpina duversi il Piochardi comprendere nel genere Sym- morphocerus Sch. a motivo della carena elevata che gli sovrasta sul capo.

Mylabris quinqueguttata Ol. var. meleagrina Gené M. Ermon, Bekfeia.

Mylabris annulipes All. Ferzol.

Id. velaris Fabr. Beirut.

Id. seminaria Lin. Caiffa un es. femmina col pigidio nudo.

Id. biguttata Ol. var. fulvipennis Bohm. Bekfeia e presso il lago di Mouleh.

Mylabris dispar Germ. Gerusalemme.

Id. bimaculata Ol. Mar-Saba.

Id. tibialis Bohm. Antilibano. Urodon flavescens Kuster Mar-Saba. Cerambyx acuminatus Mots. Libano.

Id. dux Fald. Beirut, Bekfeia.

Stromatium vnicolor Ol. Bekfeia.

Hylotrupes bajulus Lin. Bekfeia.

Clytus ornatus var. damascenus Cherr. Beirut.

Cartallum ebulinum Lin. Mar-Saba, Gerico.

Phytocia humeralis var. scapuata Muls. Mar-Saba.

Agapanthia asphodeli Latr. Djerach.

Id. cardui Lin. Gerico, Mar-Saba.

Donacîa limbata Panz. Paludi del lago di Homs.

Lema melanopa Lin. Mar-Saba, Gerusalemme.

Clytra eltata Fabr. Jamunet.

Id. nigrocincta Lac. M. Ermon.

2 jo

Chryptocephalus ocellatus Drap. Ferzol. Pachybrachys scripticollis Fald. Merdsch-Ain. Id. loetificus Mars. Rive del Giordano.

Colaspidema apicale Mèn. Mar-Saba.

Timarcha turbida Er. Siria.

Tai levigata Lin. Siria.

Chrysomela Ancey Mars. Bekfeia. Principalmente pella struttura del torace a lati arrotondati, non retti distinsi questa specie dalla Blancheî Chevr.

Chrysometa chatcitis Germ, M. Ermon.

Id. fastuosa Fabr. M. Ermon. Id. fucata Fabr. M. Ermont. Id. potita Lin. Ferzol. Afga sorgenti.

Entomoscetis rumicis Fabr. Gerico. Gastroidea polygoni Lin. Damasco. Raphidopalpa abdominatis Fabr. Beirut. Matacosoma Iluteicolle Gebler. Djerach. Hermaophaga ruficollis All. Caiffa. Hattica eruca O). Beirut. Stora. Id. longicollis All. Beirut. Aphlona herbigrada Curtis Merdsch-Ain. Longitlarsus candidulus Marsham Bekfeia, Merdsch-Ain. Choetocnema aridula Gyll. Mar-Saba. Psylliodes hyosciami Lin. Betania. Id. cypricolor All. Mar-Saba. Dibolia paludina Fourer M. Ermon. Hispa testacea Lin. Bekfeia. Adonia mulabilis Scriba Merdsch-Ain. Coccinella septempunctata Lin. Merdsch-Ain, Antilib., Giaffa, Gerico.

Id. quatuordecimpustulata Lin. Beirut. Halyzia duodecimguttata Poda Bekfeja. Id. conglomerata Lin. var. fimbriata Sulzer Ferzol.

Chilocorus bipustulatus Lin. Bekfeia.

Exochomus auritus Scriba Caiffa.

Scymnus quadrivulneratus Muls. Caiffa var. bivuMmerus Baudi, elitre con una sola macchia rossa su caduna. Caiffa var. rufithorax Baudi, un maschio che differisce oltre il capo anche pel torace d’un bel giallo- gnolo, con una macchia centrale alla base nera, Caiffa. Questa specie e le citate varietà trovansi anche nell’isola di Cipro.

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RIEPILOGO DELLE SPECIE E VARIETÀ

DI COLEOTTERI DI SIRIA.

Cicindelidoe . è ; è ; È ; 2 : 4 : A NOM Carabide E È ; ; F ; ; ; è a E ; » 59 Dytiscidae et Gyrinide . : 7 3 3 ; : ; 3 s » 24 Hydrophilide . : . : - - : î 3 : 5 È DO Staphylinide . : " E ; E : - , ; 3 5 » 18

Silphide . A v } ; i 3 È È È È i, 7 Phalachride et Nitidulide . È z ? : Ì È 7 5 M5 Dermestida et Elmida . 7 ; È È 3 ; 5 È ° VII5

Histeridae : È È ? i s ; È È . È È DANS Scarabocidae . ° è - ì i 5 x \ ; x 5 » 36 Buprestide . - è È ; 7 ì 5 A : è } posare (1 Elaterida S 5 3 , , : , . x 3 - 3 DIG, Malacodermidae . ; / E è 3 5 È x » 25 Heteromeridee : È ; 5 ; i; ; ; , i; 3 » 74 Curculionide . A , P 2 x È : . ; ; » 36 Rhynchitide . i, : ? 3 ? x , ? 3 s ; pa gal Brentide È " 1 - : ; ) ; ; ? 3 ; Do Mylabrida (Bruchide) . 7 7 ; 3 : : 3 3 : » 9 Cerambycida . È . : . : s 5 3 : È , » 9 Chrysomelidae i 3 : : : . 4 3 : ì 5 » 20 Coccinellide . x " : È x ; D a i L è » 10

Tolale N. 376

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8058 - Tip. V. Fodratti & E. Lecco, via Gaudenzi